Arrow 7×12 – Emerald Archer | Recensione

Pubblicato il 5 Febbraio 2019 alle 20:00

Arrow festeggia le 150 puntate con un episodio speciale più nella forma che nella sostanza.

Sembra passato così poco tempo da quando Arrow aveva tagliato il prestigioso traguardo delle 100 puntate, con un centesimo episodio che, abbracciando in pieno gli stilemi allora in voga nella serie, ne aveva segnato idealmente il punto più basso ma anche una faticosa risalita verso lidi qualitativi decisamente più consoni e senz’altro migliori. In realtà però sono passate ben 50 puntate – ovvero ben due stagioni – e ci ritroviamo così a festeggiare un altro prestigioso traguardo quello delle 150 puntate con un particolarissimo episodio celebrativo.

Avevamo lasciato la serie la scorsa settimana con un episodio – la nostra recensione QUI – che aveva usato come filo conduttore la rivelazione di Oliver e di Emiko concentrandosi però sul “riposizionare” alcuni personaggi secondari – Laurel e Diggle su tutti – in questo nuovo scenario che vedeva lo stesso Oliver/Green Arrow come consulente del Dipartimento di Polizia di Star City e la comparsa sulla scena di un misterioso stalker che prima aveva infastidito Laurel e poi Dinah.

L’episodio di questa settimana intitolato Emerald Archer riparte proprio da quest’ultimo filone narrativo ma lo fa prendendosi una piccola licenza nella forma partendo infatti come un documentario sul vigilantismo e mischiando alcune sequenze così realizzate con il normale dipanarsi degli eventi in cui i personaggi dovranno destreggiarsi in mezzo alle (finte) telecamere.

Come perno rimane la nomina di Oliver a consulente ma il ferimento di Renee prima e di Emiko poi mettono in allerta il SCPD. Sembra chiaro che un vigilante abbia preso di mira altri vigilanti, Oliver chiede quindi aiuto a Diggle – confessandogli che Emiko è in realtà sua sorella – temendo che qualcuno abbia preso di mira lui e l’ex-Team Arrow.

Con il sindaco che incalza nella sua campagna anti-vigilanti, e Dinah a fare da mediatrice, Oliver acconsente ad un dibattito pubblico sperando di attirare il vigilante, denominato nel frattempo Chimera, forte dell’aiuto del ricostituito, per una sola notte, Team Arrow.

La rivelazione sull’identità e sulle intenzioni di Chimera però sarà meno “sconvolgente” del previsto tuttavia a farne le spese saranno Diggle, Curtis e Renee arrestati per vigilantismo… per il Team Arrow tuttavia sembra esserci una importante svolta.

Pur essendo di fatto un episodio celebrativo – con tutte le guest star del caso – Emerald Archer risulta un episodio solidissimo che, oltre a proseguire l’inerzia decisamente positiva della serie, si concentra ancora nello spostare pedine “secondarie” e preparare il terreno per un nuovo status quo.

Il percorso, sicuramente inusuale utilizzato da showrunner e sceneggiatori, porta sostanzialmente alla ricostituzione, ora legittimata, del Team Arrow che, al netto di un ritorno di strade già battute, dovrebbe comunque portare a nuove ed inedite dinamiche forti di una preparazione parallela del villain o dei villain – non è dato ancora saperlo – principali. In tal senso continua ad essere anche centellinato l’utilizzo di Emiko, personaggio che fa dell’alone di mistero la sua forza.

L’attenzione dello spettatore è mantenuta alta sia dalle sequenze mockumentary – eccellente la scena d’azione realizzata così – sia dall’ottima ripartizione del tempo sullo schermo dei vari personaggi che così possono mostrare in maniera più focalizzata la loro alchimia supportando così in maniera inequivocabile il plot principale dell’episodio.

Non è un episodio perfetto – ma quale episodio celebrativo lo è? – e alcuni elementi sembrano inseriti a forza come il ritorno di William, il figlio di Oliver, o il collegamento fra questo episodio e le sequenze in prolessi che segnano il ritorno anche di Connor – il figlio di Diggle.

L’unico vero appunto che si potrebbe fare all’episodio è quello di aver perso magari una ghiotta per presentare il “nuovo” vero villain della stagione. Arrow comunque è in un ottimo momento di forma, godiamocelo.

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