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Kill My Mother, la graphic novel di Jules Feiffer [Recensione]

Vanessa Maran 13/10/2016

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Il quasi novantenne Jules Feiffer si mette alla prova con una graphic novel noir dove a farla da padrone sono le donne, sia eroine che antieroine.

Jules Feiffer è un autore a 360°: noto sopratutto per le sue vignette satiriche, può vantare tra i suoi riconoscimenti un Academy Award e un Premio Pulitzer. Ex assistente di Will Eisner, è un fumettista ma anche sceneggiatore per il teatro e il cinema.

I suoi disegni dal tratto “frenetico” hanno influenzato profondamente il mondo del fumetto e dell’illustrazione, diventando il punto di riferimento di “autorità” del settore come Quentin Blake (l’inconfondibile illustratore di Roald Dahl).

A 87 anni Feiffer non ha esaurito la sua vena creativa e si cimenta in una graphic novel ambientata tra gli anni ’30 e ’40, raccontando una classica storia noir portata avanti soprattutto da donne. Tra queste rientra anche un personaggio ricorrente della sua opera, la “donna danzante”, che in Kill My Mother ha le sembianze della misteriosa “Lady Velo”.

E di misteri Kill My Mother è particolarmente ricco: la trama, infatti, si basa su giochi d’identità, travestimenti e personaggi che non vogliono farsi trovare. Il noir di Feiffer cattura le atmosfere grigie degli anni ’30-’40, mostrando con il suo tipico tratto irrequieto star del cinema hollywoodiano, lottatori di box, detective privati con problemi d’alcool e le immancabili, fatali clienti che nascondono qualcosa.

Le figure tremolanti e nevrotiche di Feiffer sembrano essere costantemente in movimento, anche quanto teoricamente sono ferme in piedi: cosa che accade di rado, perché in Kill My Mother c’è sempre qualcuno da inseguire, qualcosa da cercare, una lotta da iniziare o una canzone da ballare.

kill my mother personaggi
Annie e la madre Elsie in Kill My Mother

Kill My Mother si apre con la trama di Elsie Hannigan, una vedova con figlia a carico che, per scoprire l’assassino del marito poliziotto, diventa la segretaria del miglior amico di lui: il detective privato Neil Hammond. I guai seri, però, iniziando quando nello studio dell’investigatore si presente una cliente bionda e altissima, alla ricerca di una donna dispersa che le somiglia molto… Ma le indagini risulteranno più problematiche del previsto, se non più pericolose.

Secondo una visione del mondo in cui la caccia al successo hollywoodiano è spietata quanto gli scontri della Seconda Guerra Mondiale, Kill My Mother è formato da numerose sottotrame che vengono presentate con sicurezza nella prima parte, per poi però essere risolte troppo frettolosamente nella seconda (ambientata dieci anni dopo, quando i personaggi sono cresciuti o invecchiati). Un altro difetto sta in una narrazione a tratti troppo confusa, specialmente man mano che si raggiunge il finale: come se la frenesia del tratto di Feiffer si riflettesse anche sulla trama.

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