Naruto – I 5 riferimenti della mitologia giapponese nella serie shonen

Scopriamo quali sono i riferimenti della mitologia giapponese in Naruto!

Pubblicato il 21 Agosto 2023 alle 08:00

Naruto è tra le serie manga shonen più famose e amate in tutto il mondo, scritto e disegnato da Masashi Kishimoto. È ambientato in un mondo popolato da valorosi ninja, divisi in varie nazioni. La storia principale segue le avventure di Naruto Uzumaki, un giovane ninja ribelle e imprevedibile che sogna di diventare il più grande capo villaggio che Konoha abbia mai avuto.

Il ninja biondo è noto per il suo carattere vivace e la sua determinazione nel raggiungere i suoi obiettivi nonostante le sfide che gli si presentano lungo il percorso. La storia di questa serie shonen è ricca di azione, avventura, amicizia e crescita personale. Ma una delle caratteristiche che rendono questa serie unica sono sicuramente le diverse tecniche ninja che Kishimoto ha disegnato. Di fatto i personaggi della serie possono utilizzare una vasta gamma di abilità uniche basate sulla manipolazione del chakra, oltre a ricorrere spesso all’uso di armi speciali e la pratica di arti marziali. Ogni personaggio ha le proprie tecniche distintive e strategie di combattimento, il che rende gli scontri entusiasmanti e spettacolari.

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Ma ci sono anche altre abilità, definite innate. Questo vuol dire che solo alcuni ninja godono di determinati poteri in quanto appartenenti ad uno specifico clan. Tra questi ricordiamo il clan Uchiha e Yuga, che rispettivamente sono noti per lo sharingan e il byakugan. E con il presente articolo vogliamo approfondire i 5 riferimenti della mitologia giapponese nella serie shonen.

Naruto – I 5 riferimenti della mitologia giapponese nella serie shonen

  1. Il Susanoo
  2. Le reliquie delle storie di Oghma del periodo Edo
  3. La parabola giapponese sul destino e l’amore legata a Minato e Kushina
  4. Izanami e Izanagi
  5. Il Racconto di Jiraiya il Galante

Naruto – I 5 riferimenti della mitologia giapponese nella serie shonen

5) IL RACCONTO DI JIRAIYA IL GALANTE

Jiraiya, Tsunade e Orochimaru sono i tre Ninja Leggendari (Sannin) di Konoha sopravvissuti all’Assalto di Hanzo durante la Seconda Guerra Shinobi. Ampiamente considerati i ninja più forti del loro tempo, hanno creato il famigerato blocco attraverso le loro evocazioni speciali. Parliamo della la lumaca Katsuyu di Tsunade, il serpente Manda di Orochimaru e il rospo Gamabunta di Jiraiya. Kishimoto ha disegnato queste abilità ninja traendo ispirazione da “Il racconto di Jiraiya il Galante”. Nel racconto originale, Jiraiya e Tsunade si addestrano per sconfiggere Orochimaru dopo la distruzione dei loro clan. Usando rispettivamente la magia del rospo e della lumaca, alla fine sconfiggono Orochimaru esorcizzando lo spirito del serpente dentro di lui. Orochimaru viene infine graziato prima che Tsunade e Jiraiya convolino a nozze.

Naruto – I 5 riferimenti della mitologia giapponese nella serie shonen

4) IZANAMI E IZANAGI

Una delle tecniche proibite del clan Uchiha è Izanami, ossia un Kinjutsu che colpisce il bersaglio attraverso sensazioni fisiche condivise tra lui e l’utilizzatore. Come per la sua controparte, in cambio del potere che la tecnica offre, lo Sharingan con cui Izanami è lanciato viene sigillato e si perde la vista per sempre. Izanagi invece, una volta attivata, permette all’utilizzatore di controllare il proprio stato di esistenza anche se per poco tempo. Nella mitologia giapponese, Izanagi (“Colui che invita”) e Izanami (“Colei che invita“) erano una coppia divina, fratello e sorella, che ebbe un ruolo fondamentale nella creazione delle isole del Giappone e da cui nacquero molti importanti e elementali kami. La loro storia è raccontata nel compendio della mitologia giapponese dell’VIII secolo, il Kojiki.

Naruto – I 5 riferimenti della mitologia giapponese nella serie shonen

3) LA PARABOLA GIAPPONESE SUL DESTINO E L’AMORE LEGATO A MINATO E KUSHINA

Minato Namikaze e Kushina Uzumaki rappresentano probabilmente la migliore storia d’amore in Naruto. Il loro amore è nato durante anni duri di lotta e violenze. Parliamo non solo di due ninja coraggiosi e abilissimi, ma sono anche i genitori del protagonista della serie shonen. La coppia ha vissuto felicemente insieme e poco dopo aver messo al mondo Naruto, sono morti in battaglia proteggendolo. Nonostante la loro tragica fine, il loro incontro è legato ai miti giapponesi dell’amore e del matrimonio. Si tratta di una parabola che dichiara che il mignolo di ogni persona è legato con un filo rosso invisibile che li guida verso la persona che dovrebbero incontrare.

2) LE RELIQUIE DELLE STORIE DI OGHMA DEL PERIODO EDO

Le reliquie delle storie di Oghma del periodo Edo hanno sicuramente ispirato Kishimoto a disegnare i famosi rospi del Monte Myoboku. Ricordiamo che sono creature che utilizzano la loro abilità nel ninjutsu, le armi speciali e l’incredibile forza, mettendola disposizione del ninja che riesce a evocarli. Ce ne sono diversi e ognuno di loro ha la propria dimensione fisica. La loro durata di vita si estende ben oltre i rospi normali. Basta pensare che il Grande Rospo Eremita ha più di 1000 anni. Questi rospi assomigliano agli Ogama yokai de “Il racconto di Jiraiya il Galante”. Scritto più di 200 anni fa, il bandito Jiraiya si reca sul Monte Miyoko per incontrare il Rospo immortale. Jiraiya impara l’arte della “magia del rospo” da questo rospo millenario. Dopo averli evocati, questi rospi guerrieri inghiottono i nemici di Jiraiya, espirano alito arcobaleno e brandiscono spade mentre fungono da trasporto.

1) IL SUSANOO

Una delle tecniche disegnate da Kishimoto che hanno reso Naruto famoso, è il cosiddetto Susanoo. Si tratta di una gigantesca creatura umanoide costituita dal chakra del suo utilizzatore che lo circonda e combatte per esso. È la tecnica più potente di coloro che risvegliano lo Sharingan Ipnotico, e di fatto la più rara per i possessori di Sharingan. Per poter usare tale potere, bisogna avere lo Sharingan Ipnotico in entrambi gli occhi. Ma nella mitologia giapponese Susanoo è uno dei principali Kami dello shintoismo, noto come il dio delle tempeste, degli uragani e del mare. La sua nascita viene narrata nella prima parte del Kojiki, primo testo ufficiale della letteratura giapponese, che narra le origini del paese stesso.

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