L’Attacco dei Giganti 3×07 – Desiderio | Recensione

Pubblicato il 3 Settembre 2018 alle 17:00

Mentre Historia sembra ormai succube di suo padre, Rod Reiss, ed Eren è ancora incatenato in attesa della sua morte, la squadra capitanata da Levi fa irruzione nella caverna nascosta al di sotto della cappella appartenente alla famiglia Reiss.

Amanti dell’azione, questo ultimo episodio dell’Attacco dei Giganti è dedicato a voi! Le scene di combattimento sono come sempre realizzate perfettamente ad hoc, coinvolgenti e frenetiche proprio come ci si aspetterebbe da questa serie. Ma troveranno spazio altre inquietanti rivelazioni, in una perfetta fusione fra esplicazione della storia e battaglie sanguinolente.

  • Irruzione violenta

La squadra di Levi è perfettamente in grado di fronteggiare un pericolo mastodontico come i Giganti, ma dobbiamo ricordare un dettaglio fondamentale: prima che il Governo illegittimo e la Gendarmeria Centrale avessero deciso che i segreti che proteggono valgono il sacrificio delle vite dei cittadini ignari, non c’era mai stata una guerra civile fra esseri umani. Questo significa che i nostri hanno avuto bisogno di elaborare una strategia di combattimento nuova e diversa, perché nuovo e diverso è il nemico che si trovano, loro malgrado, a dover fronteggiare.

Ma i Ricognitori hanno dalla loro parte Levi Ackermann, uno stratega dalla mente lucida che elabora un ottimo piano per mettere in fuga, almeno momentaneamente, la Gendarmeria Centrale, che pur si avvale del suo diretto responsabile, Kenny Ackermann:

I meccanismi di manovra tridimensionali, una delle trovate più originali e visivamente più affascinanti dell‘Attacco dei Giganti, rendono le scene di azione incredibilmente rocambolesche e avvincenti, in questo caso in unione alla trovate puramente strategiche del nostro Levi. Per quanto i ragazzi del Corpo dei Ricognitori non siano avvezzi agli scontri con esseri umani, si sono preparati a dovere, e sono disposti a tutto pur di salvare Historia ed Eren. La guerra civile è ormai iniziata.

  • Riportare in vita Dio

Rod Reiss sembra proprio aver convinto la sua giovane figlia a passare dalla sua parte, ma per assicurarsene racconta alla ragazza che esiste un modo per riunirsi con Frieda, sua sorella maggiore uccisa dal padre di Eren, Grisha Jaeger. Così, Rod spiega a Historia i dettagli di una macabro rituale tramite il quale la sua famiglia si trasmette la conoscenza del mondo, un rituale a cui si sottopose la stessa Frieda, sottolineando che questo è l’unico modo per sapere cosa è accaduto 100 anni prima, in un periodo storico di cui pochissime persone conoscono i dettagli (state pensando anche voi ai “100 anni bui” nella storia di One Piece?).

Alla luce di tutto questo, si potrebbe rivalutare il ruolo di Grisha Jaeger nel massacro della famiglie Reiss: e se il padre di Eren si fosse impadronito dell’enorme potere di Frieda, trasferendone una parte all’interno del corpo del suo unicogenito (e qui non può non venire in mente un parallelismo con quanto fatto da Namikaze Minato, che ha sigillato metà del chakra di Kurama, il Bijou dalle 9 code, nel corpo del suo unicogenito, Naruto), proprio per porre un freno alla ambizioni di una famiglia che vuole soltanto dominare un mondo abitato da persone che possono manipolare liberamente?

Rod Reiss prosegue nella sua descrizione, definendo un essere dotato di immensa forza, della conoscenza del tutto e del potere di riscrivere i ricordi (un po’ come riesce a fare Charlotte Pudding in One Piece o Nilin, la protagonista di quel capolavoro misconosciuto che è il videogame Remember Me) come Dio: il suo fine ultimo, dunque, è quello di riportare in vita sulla Terra un Dio a cui rivolgere le proprie preghiere. Si direbbero proprio i vaneggiamenti di un pazzo. O di un manipolatore, per cui non resta che sperare che Historia non si faccia abbindolare da un uomo che l’ha abbandonata anni addietro, salvo farsi vivo in un momento in cui ne sente il bisogno.

  • Sacrificio

Il sacrificio in questo episodio ha un duplice significato: da una padre, sappiamo che Eren dovrà essere cannibalizzato, per cui sarà offerto in sacrificio da Rodd Reiss, ma dall’altra parte abbiamo una presa di coscienza drammatica del figlio di Grisha Jaeger, ormai spinto al limite da una situazione che non riesce più a sopportare.

Eren, in preda alla disperazione più nera, chiederà a Historia di porre fine al suo dolore, sentendosi “di troppo”: lui e suo padre sono stati di troppo durante la cerimonia di Frieda, e il ragazzo è di troppo ancora adesso, essendo impotente, incatenato, incapace di proteggere chi ama, e destinato quasi da una sorta di maledizione a veder morire chi gli sta più a cuore. Se a tutto questo aggiungiamo che Eren ha scoperto che fu proprio suo padre a trasformarlo in Gigante, e che lo ha ucciso lui stesso, pur avendone perso il ricordo (come Son Goku con suo nonno Son Gohan, in Dragon Ball), possiamo ben capire perché il ragazzo voglia semplicemente farla finita.

Quale sarà la scelta di Historia? Salverà il suo amico o lascerà che muoia? Continuerà a credere alle parole di suo padre o lo vedrà come un semplice manipolatore che vuole usare lei come chiunque altro solo per raggiungere i propri fini personali? Nelle ultime scene dell’episodio scoprirete tutto questo, e potrete anche vedere un interessante colpo di scena, che potrebbe sovvertire nuovamente gli equilibri di potere fra le parti coinvolte.

  • Anticipazioni

La lotta per salvare Eren e Historia imperverserà ancora nel prossimo episodio, il primo di questa stagione che avrà un titolo composto da più di una parola, Le mura del distretto di Orvud:

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