Recensioni Manga

Hikari Club, il manga di Usamaru Furuya [Recensione]

Giorgio Livraghi 20/08/2016

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Nel 1985 fu messa in scena per la prima volta Litchi Hikari Club, un’opera teatrale scritta da Norimizu Ameya per la compagnia del Tokyo Grand Guignol, che vedeva protagoniste la ribellione giovanile e la critica alla società al tempo contemporanea. In mezzo al pubblico ad assistere allo spettacolo vi era un giovane liceale, Usamaru Furuya, il quale incuriosito dalla locandina realizzata dal suo idolo e mangaka preferito, Shuehiro Maruo, decise di prenderne parte, rimanendone particolarmente affascinato.

Così divenuto un affermato mangaka a sua volta, Furuya nel 2005 spinto dal rimpianto di non aver reso tributo alla particolare opera di Ameya decide di scrivere e disegnare un fumetto ad essa ispirato, contraddistinto dallo stesso titolo: Litchi Hikari Club.

La storia ha luogo nella caotica città di Keikomachi, dove un gruppo di nove adolescenti, riunito in un segreto covo sotterraneo, dà vita a un rivoluzionario e sconvolgente progetto. Sotto la guida del carismatico leader, Zera, assuefatto dalla smania di potere e attratto dalla perfezione, ripugnando qualsiasi cosa egli consideri brutta o vile, i ragazzi danno vita ad un robot dalle strabilianti potenzialità di nome Litchi (preso dal frutto che usa come combustibile).

All’androide viene affidato l’arduo compito di catturare le fanciulle più belle, in modo da perseguire l’obiettivo inarrivabile dell’eterna giovinezza attraverso i folli progetti successivi.

In seguito a diversi insuccessi l’enorme macchina fa ritorno alla base assieme a una splendida ragazza di nome Kanon, il cui arrivo creerà un tale scompiglio nel club, da mettere i membri l’uno contro l’altro, minando la loro fiducia reciproca.

Litchi Hikari Club Fionda

Il manga, composto da circa 300 pagine raggruppate in 9 capitoli, è un’opera cruda, dipinta da scene violente, sanguinose e volte a un pubblico decisamente maturo. È, infatti, superfluo confermare la sua appartenenza al genere horror.

Il fumetto in tutta la sua durata presenta un ritmo piuttosto veloce, scandito dalle prese di posizione degli eccentrici personaggi, i quali mettendo in luce le proprie personalità esagerate e fuori dal comune, si rendono artefici di una serie di malefatte e atrocità, in nome del loro inarrivabile obiettivo.

A dominare la narrazione decisamente coinvolgente ci pensano sicuramente Zera, il carismatico leader, perso nel proprio delirio di onnipotenza, il più umano Tamiya, vero co-fondatore del club e sempre più sconvolto dalla piega negativa che il circolo ha preso, fino a raggiungere gli estremismi di un regime nazista, con tanto di appellativi in lingua tedesca, lo stesso Litchi, un sofisticato androide dall’aspetto mostruoso, tuttavia capace di percepire e intuire le emozioni umane, grazie alla presenza della splendida Kanon, la quale rappresenta una vera e propria spada di Damocle per l’immediato futuro dell’esoterico club.

Uno dei principali pregi dell’opera è la capacità con la quale l’autore riesce a creare la giusta suspense che tiene il lettore col fiato sospeso, per via delle sorti spesso imprevedibili della ragazza rapita, piuttosto che degli altri eccentrici membri, raggiungendo il climax nel finale. Indubbiamente avremmo ampiamente gradito una maggiore analisi introspettiva o caratteriale, proprio di questi ultimi e del “mondo esterno”.

I disegni sono quasi impeccabili, sia negli scenari esterni che nella dettagliata base sotterranea. I personaggi principali, sempre mossi da forti emozioni, sono talvolta impreziositi da un particolare design, che ci fa riconoscere in molti di essi dei tratti volutamente androgini, aspetto molto probabilmente voluto per delineare le loro più profonde pulsioni erotiche, i cui sfoghi appaiono in più di un’occasione nel manga.

Per concludere l’androide Litchi rimane l'”individuo” che ha richiesto i maggiori sforzi creativi, davvero ricco di particolari.Litchi.Hikari.Club.full.962104

In definitiva ci troviamo davanti a un ottimo lavoro, ben riuscito sotto tutti i punti di vista. Le uniche perplessità che nascono in noi riguardano proprio il target ristretto al quale si rivolge e la presenza di più di una scena eccessivamente cruda, nonostante ciò il lavoro svolto da Furuya. Detto ciò eccovi il nostro verdetto finale!

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