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Ani‑Teki: in Giappone nasce un gruppo per tutelare chi lavora nell’industria anime

Eleonora Masala 01/07/2025

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L’industria dell’animazione giapponese sta per vivere una svolta importante. Il Ministero dell’Industria ha annunciato la creazione di Ani‑Teki, un gruppo indipendente dedicato a migliorare davvero le condizioni di chi lavora nel settore. È un segnale positivo per un mondo che, nonostante i grandi guadagni, ha spesso nascosto situazioni difficili per molti creativi.

Un punto di riferimento per lo standard lavorativo

Ani‑Teki nasce con un obiettivo ben preciso: definire linee guida condivise per rendere più sostenibile il lavoro degli animatori, degli illustratori e di tutte le figure coinvolte nella produzione anime. Tra le proposte, spiccano l’introduzione di uno standard nazionale per salari, orari e scadenze e la creazione di un sistema di certificazione per le opere che rispettano questi criteri.

Un’esigenza emersa nel tempo

Negli ultimi tempi si è sentito sempre più parlare delle difficoltà di chi lavora dietro le quinte dell’animazione. Ritardi nei pagamenti, straordinari non riconosciuti e ambienti di lavoro pesanti sono problemi che emergono con forza, come evidenziato anche da un recente rapporto delle Nazioni Unite. Di fronte a questa pressione crescente, sia interna che internazionale, il Giappone ha deciso di agire.

Formazione e trasparenza al centro del progetto

Il nuovo gruppo opererà in totale autonomia, con la possibilità di offrire formazione specialistica e incoraggiare il dialogo tra studi di animazione, produttori e autorità. Tra i suoi compiti principali ci sarà anche quello di verificare il rispetto delle regole da parte delle aziende coinvolte, garantendo trasparenza nei processi e maggiore tutela per i lavoratori.

Una svolta attesa anche a livello globale

Con un valore annuo stimato di oltre 21 miliardi di dollari, l’industria degli anime è un vero e proprio motore culturale per il Giappone. Questo nuovo progetto si inserisce nel quadro della strategia “Cool Japan” e risponde anche alla crescente richiesta, a livello mondiale, di un settore più attento ai diritti e al benessere di chi crea queste storie amate in tutto il mondo. Un primo passo verso un futuro più giusto per chi crea le storie che il mondo ama.

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