Io Sono Iron Man 60 Anni | Recensione del volume che celebra l’anniversario di Tony Stark

L'evoluzione di Iron Man raccontata in un bel volume oversize

Pubblicato il 30 Giugno 2023 alle 19:00

Autori: Stan Lee, Gene Colan, David Michelinie, Bob Layton, John Romita Jr, Brian Michael Bendis, altri
Casa Editrice: Panini Comics
Provenienza: America
Prezzo: € 25,00
Cartonato a colori 18.3×27.7. – 352 pagine
Data di pubblicazione: 09/03/2023

Tobia Brunello
Tobia Brunello
2023-06-30T19:00:28+02:00
Tobia Brunello

Autori: Stan Lee, Gene Colan, David Michelinie, Bob Layton, John Romita Jr, Brian Michael Bendis, altri Casa Editrice: Panini Comics Provenienza: America Prezzo: € 25,00 Cartonato a colori 18.3×27.7. – 352 pagine Data di pubblicazione: 09/03/2023

Nel 1963, su Tales of Suspense 39, esordiva il personaggio di Iron Man, e dopo 60 anni Panini celebra quello che è diventato improvvisamente uno dei personaggi più iconici della Marvel con una nuova edizione del volume della collana “Io Sono…

Io Sono Iron Man 60 Anni, rispetto all’ultima edizione uscita nel 2019, aggiunge una nuova storia, il primo numero della serie Tony Stark: Iron Man di Dan Slott e Valerio Schiti, oltre ad integrare la ricca parte redazionale.

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Il volume presenta una splendida illustrazione di Alex Ross in copertina e si apre ovviamente con quella storia di 12 pagine tratta da Tales of Suspense 39 in cui il personaggio ideato da Jack Kirby viene introdotto da Larry Lieber e Don Heck, sotto la guida di Stan Lee. La paternità di Iron Man è argomento alquanto complesso: l’aspetto e il concetto dell’uomo in armatura dovrebbe essere stato concepito da Jack Kirby, mentre il contesto in cui si muoveva Tony Stark, il suo carattere e le sue contraddizioni dovrebbero essere farina del sacco di Stan Lee. Di sicuro l’aspetto di Tony Stark (modellato su Errol Flynn) è stato definito da Don Heck, che ha contribuito anche a rendere chic e glamour tutta l’ambientazione in cui viveva il playboy milionario, in netto contrasto con la giungla del Vietnam in cui si svolgono le sue origini. Ma bisognerà aspettare il restyling effettuato da Steve Ditko più tardi per arrivare all’iconico look dell’armatura rosso ed oro.

È strano pensarci ora, ma Iron Man per anni è sempre stato un personaggio secondario della Marvel: fondatore degli Avengers, sì (ma perché il gruppo fu creato all’ultimo momento con i pochi personaggi già esistenti in quel periodo), ma sempre posto in secondo piano rispetto ai veri pezzi da ‘90 della casa editrice, dapprima Spider-Man, Fantastici Quattro o Thor e quindi X-Men e i vari personaggi mutanti.

Questa situazione di “seconda linea” è esplicitata dalle storie del personaggio presentate nella prima parte di volume, dallo scontro con il Frantumatore firmato da Stan Lee e Gene Colan (Tales of Suspense 91 del 1967), il classico scontro con un criminale comunista che andava per la maggiore nei primi anni ‘60, allo scontro con Sub-Mariner provocato dall’esordiente Dragoluna (che si presenta come Madame McEvil, nome talmente sopra le righe da essere stupendo), firmato da un manipolo di autori come Bill Everett, Mike Friedrich e George Tuska e tratto da Iron Man 54 del 1973.

In questi anni non mancano gli artisti che si dedicano alle avventure di Testa di Ferro, come dimostrano le tavole di un maestro come Gene Colan e del diligentissimo George Tuska, che avrebbe firmato un numero enorme di storie di Iron Man. Ma dal punto di vista narrativo c’era molta confusione e pochi veri picchi narrativi.

È solo sul finire degli anni ‘70 che Tony Stark trova un team creativo che riesce a definire al meglio il suo mondo, e non è un caso che succeda proprio alle porte di quegli anni ‘80 che hanno segnato l’apice dell’edonismo e del consumismo, l’epoca degli yuppies e della televisione commerciale. Ecco quindi che Tony Stark cambia fisionomia, con il modello ideale che  passa da Errol Flynn al Tom Selleck di Magnum P.I., e il suo mondo diventa sempre più patinato e lussuoso, con scintillanti auto sportive e ragazze sempre più discinte e disinibite.

Sono David Michelinie e Bob Layton gli autori di questa evoluzione di Tony Stark, disegnata inizialmente da un giovanissimo John Romita Jr. (le cui matite sono pesantemente coperte dalle chine di Layton), gli autori più importanti nei 60 anni di storia di Iron Man.

Ma come mantenere un protagonista miliardario e senza più il goffo handicap cardiaco dei primi tempi interessante per il pubblico? L’intuizione di Michelinie e Layton è una di quelle che avrebbero definito il personaggio per tutti gli anni a venire: spingere sulle debolezze di Tony Stark e in particolare sulla dipendenza dall’alcool.

In Iron Man 128, la celeberrima storia “Il Demone nella Bottiglia”, assistiamo alla discesa e alla risalita di Tony Stark nel baratro della dipendenza dall’alcool, in una storia che oggi può apparire forse fin troppo semplicistica e complessa, ma che per l’epoca fu sicuramente un punto di svolta.

Il lavoro di Michelinie e Layton è quello che ha definito il classico status quo del personaggio, introducendo comprimari come Rhodey e Bethany Cabe e sfruttando al massimo la possibilità del personaggio di sviluppare nuovi modelli e nuove capacità per la propria armatura. Elementi che troviamo in Iron Man 215-216, disegnati da Mark Bright, con l’armatura Silver Centurion, o nell’onirico Iron Man 232, epilogo onirico della Guerra delle Armature disegnato dal grandissimo Barry Windsor-Smith.

Dopo questi episodi di Michelinie e Layton passiamo al ritorno di John Romita Jr., ora nella sua piena maturità artistica, che illustra il prologo alla seconda Guerra delle Armature scritta da John Byrne, da Iron Man 262.

Facciamo quindi un salto al 1996, quando dopo quello che è stato probabilmente il periodo più basso della storia del personaggio (tra la Traversata e il giovane Tony Stark, periodi di cui nessuno parla volentieri…) la Marvel inserì la testata nell’operazione Heroes Reborn, “subaffittandola” ai Wildstorm Studios che la rilanciarono in un nuovo universo.

Nonostante l’intera operazione della Rinascita degli Eroi ebbe esiti contrastanti, la serie di Iron Man, scritta da Scott Lobdell e disegnata da Whilce Portacio, fu dal punto di vista narrativo la più solida del mazzo, introducendo fin da questo primo numero alcuni elementi che sarebbero poi stati ripresi dall’Ultimate Universe e quindi dal cinema, estremizzando il carattere di Iron Man e legando le origini di Iron Man a quelle di Hulk. 

La storia successiva è invece firmata da Mike Grell e Mike Ryan, tratta da Iron Man 50 del 2002: un racconto che rimette Tony Stark in una situazione molto simile a quella delle sue origini, perso in zona di guerra senza la sua armatura e costretto a fare i conti con armi di sua stessa creazione. Una storia di un periodo ingiustamente dimenticato quando si parla delle grandi storie di Iron Man, ma in grado di produrre episodi come questo gioiellino, molto significativo anche per il suo essere uscito nell’epoca post-11 settembre.

La selezione di Io Sono Iron Man continua con La Confessione, l’episodio speciale in cui Tony Stark parla a ruota libera delle sue azioni durante Civil War, l’evento Marvel che l’aveva visto dare la caccia a tutti gli eroi che si rifiutavano di registrarsi con il governo. Brian Michael Bendis e Alex Maleev riescono nel corso di queste pagine a trasmettere bene il tormento di un Tony Stark che spinto dalla logica e dall’utilitarismo ha accettato di alienarsi amicizie e affetti.

L’analisi delle debolezze e dei difetti di Tony nel corso della sua carriera è alla base anche del bel episodio scritto da Matt Fraction e disegnato da Salvador Larroca tratto da Invincible Iron Man 500.1, dove Tony si racconta a cuore aperto durante un meeting degli Alcolisti Anonimi, esplicitando come la dipendenza (non solo dall’alcool, ma anche dalle donne) abbia scandito i vari momenti dei suoi 60 anni di storia.

Il volume si completa con Invincible Iron Man 1 del 2015, di Brian Michael Bendis e David Marquez, serie lanciata quando ormai il personaggio è diventato un’icona globale grazie all’interpretazione cinematografica di Robert Downey Jr. (un’introduzione a Tony alquanto efficace), ad una piccola storia di 3 pagine di Robbie Thompson e Valerio Schiti che riassume la storia di Tony e come la sua eredità abbia dato vita ad un erede in Riri Williams, Ironheart, e il primo numero di Tony Stark: Iron Man di Dan Slott e Valerio Schiti, ennesima reintroduzione al mondo di Tony dai ritmi frenetici e incalzanti, che attualizza ancora una volta il personaggio mettendolo in relazione al mondo delle Intelligenze Artificiali.

In definitiva questa nuova edizione di Io Sono Iron Man è un bellissimo excursus che evidenzia come Iron Man, forse più di tutti gli altri eroi Marvel, sia stato in grado di evolversi e reinventarsi nell’arco dei suoi 60 anni di vita riuscendo sempre ad essere sempre più rilevante.

In Breve

Storia

7

Disegni

7

Cura editoriale

8

Sommario

Un bellissimo excursus che evidenzia come Iron Man, forse più di tutti gli altri eroi Marvel, sia stato in grado di evolversi e reinventarsi nell’arco dei suoi 60 anni di vita riuscendo sempre ad essere sempre più rilevante.

7.5

Punteggio Totale

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