Ma Stan Lee è davvero il creatore dell’universo Marvel?

Una questione che divide i fan da decenni: qual'è stato l'effettivo merito di Stan Lee nella creazione dell'Universo Marvel?

Pubblicato il 28 Giugno 2022 alle 10:00

Grazie alla sua personalità istrionica e alla sua onnipresenza mediatica, il nome di Stan Lee è ormai conosciuto da chiunque in qualità di creatore dell’Universo Marvel.

Ma in realtà è una questione a dir poco delicata, discussa da anni tra gli appassionati e gli studiosi di storia dei comics. C’è chi dice che il ruolo di Stan Lee sia stato assolutamente secondario, e il vero creatore dell’universo Marvel sia stato Jack Kirby, insieme a quel manipolo di autori che formavano il Marvel Bullpen dell’epoca, in primis Steve Ditko.

LEGGI ANCHE:

Stan Lee – Una Vita di Meraviglie | Recensione

Altri che dicono che senza Stan Lee le creazioni di Kirby e soci non si sarebbero mai distinte dagli altri fumetti prodotti dalla concorrenza e di conseguenza l’universo Marvel non sarebbe mai nato nella forma che conosciamo, e per questo deve esserne riconosciuto come il suo creatore.

La memoria di Stan Lee, scomparso nel 2018, è sempre stata poco affidabile e i suoi resoconti spesso contraddittori, e per carattere e per ragioni commerciali ha sempre preferito abbellire i racconti, quindi non possiamo certo considerare i suoi ricordi come fonti autorevoli.

Stan Lee e Jack Kirby: chi dei due è il vero creatore dell'Universo Marvel?
Stan Lee e Jack Kirby: chi dei due è il vero creatore dell’Universo Marvel?

 

Il ruolo di Kirby, Ditko e gli altri nella creazione del Marvel Universe

Buona parte dei personaggi Marvel delle origini sono frutto della fantasia di Jack Kirby. I semi di alcuni dei più grandi successi Marvel si ritrovano in molti lavori precedenti di Kirby, e il metodo di lavoro di Stan Lee passato alla storia come Metodo Marvel, lasciava la maggior parte del lavoro creativo al disegnatore (che era quindi anche cosceneggiatore).

Il lavoro di Stan era più simile a quello che oggi svolge l’editor di una serie, che commissionava i lavori a Jack Kirby riservandosi di approvarli o di apportare qualche correzione. Il rapporto tra i due ha avuto molti alti e bassi nel corso degli anni, per cui è difficile ricostruire l’esatta natura del loro rapporto lavorativo dato che entrambi ne hanno fornito diverse versioni.

Nei suoi periodi più creativi Stan poteva dare il soggetto di massima di una storia e poi scriverne i dialoghi e le didascalie una volta completato il lavoro di Kirby, ma talvolta si riduceva anche a meno. Nell’ultimo periodo di Steve Ditko su Amazing Spider-Man il disegnatore lavorava in completa autonomia, e Stan riceveva solo il prodotto finito, con la possibilità di intervenire solo sui dialoghi.

Molte delle creazioni dei primi anni della Marvel sono il frutto della fantasia non solo di Jack Kirby o Steve Ditko, ma anche di Don Heck, Larry Lieber, Richard Ayers e tanti altri nomi ben poco celebrati, e il ruolo di Stan Lee nella loro nascita è stato decisamente marginale.

Moltissimi concetti fondamentali dell’Universo Marvel sono quindi creazioni di Jack Kirby, e si nota anche una certa continuità con alcuni suoi lavori precedenti e successivi. I Fantastici Quattro sono sicuramente debitori agli Esploratori dell’Ignoto creati per la DC, e tutti i concetti mitologici alla base delle storie di Thor si potevano intravedere in vari lavori anteguerra e anche nelle opere successive come gli Eterni e i Nuovi Dei.

Anche quando i personaggi venivano creati “insieme” a Stan Lee, il suo contributo consisteva in una sorta di input generico al disegnatore, per cui possiamo dire che i suoi meriti nella creazione dei vari personaggi sono stati decisamente esagerati.

La targa in onore di Stan Lee all'Avengers Campus
La targa in onore di Stan Lee all’Avengers Campus

Perché Stan Lee può dirsi creatore dell’Universo Marvel

Quello che ha contraddistinto i fumetti Marvel tra gli anni ‘60 e ‘70 rispetto al resto dei comics sul mercato però è stato uno stile narrativo più fresco e originale, e una caratterizzazione dei personaggi che faceva scendere gli eroi dal piedistallo e li avvicinava alla gente comune, al lettore. 

Spider-Man era un supereroe adolescente, che non derivava da nessun altro eroe adulto e che aveva i classici problemi degli adolescenti (scuola, ragazze, problemi economici a casa) di buona parte dei lettori. I Fantastici Quattro erano un supergruppo ma anche una famiglia, con tutte le dinamiche interne fatte di litigi e contrasti che si trovano in qualsiasi famiglia Anche il dio norreno Thor veniva riportato ad una sfera mortale nella sua identità di Donald Blake, con un handicap alla gamba e alle prese con la tormentata relazione con la sua infermiera Jane Foster. Hulk era un antieroe il cui alter-ego, Bruce Banner, viveva i “poteri” come una maledizione, e addirittura il miliardario Tony Stark si ritrovava a vivere dipendendo dalla sua piastra pettorale per continuare a far battere il suo cuore.

Era la rivoluzione dei “super-eroi con super-problemi”, ed è innegabile che gran parte del successo di questo concetto lo si deve proprio a Stan Lee. Kirby e Ditko raramente hanno ripreso questi concetti nei loro lavori successivi, e sono stati i dialoghi di Stan a valorizzare la sfera umana dei personaggi, bilanciando perfettamente i differenti lati narrativi offrendo un prodotto di una complessità inedita per i fumetti di supereroi dell’epoca.

Inoltre Stan era perfettamente inserito nello spirito del tempo e faceva “parlare” i personaggi come persone credibili. Quando la frattura con Steve Ditko su Amazing Spider-Man è stata insanabile, con l’artista che avrebbe voluto portare il personaggio lungo un percorso di crescita più aderente alla sua filosofia randiana, Lee ha chiamato un disegnatore “alla moda” come John Romita, che ha fatto immergere il Peter Parker del college nei fantastici anni ‘60 fatti di rock’n’roll, contestazioni studentesche, moto, ragazze con minigonne e stivali.

Allo stesso modo Sub-Mariner sviluppava una coscienza ecologista, e le tematiche del commercio d’armi su Iron Man venivano affrontate non più da una prospettiva nazionalista e anti-comunista, ma più critica sul ruolo statunitense nello scenario globale.

Il merito di Stan Lee è stato quello di riuscire a fare in modo che i personaggi fossero sempre attuali rispetto ai gusti e alla sensibilità del pubblico, cosa che Kirby ad esempio non riuscì a fare nei suoi lavori successivi come il suo ritorno su Captain America o su Black Panther (e diede il meglio di sé in seguito in ambiti fantascientifici).

Infine, essendo allo stesso tempo lo sceneggiatore principale e l’editor in chief, Stan Lee è stato il principale fautore della crescita del Marvel Universe come un corpus narrativo unico, un’universo condiviso dai confini sempre in espansione che affascinava i lettori per la sua vastità e complessità. Non a caso i primi collaboratori assunti da Stan, come Roy Thomas, sono stati scrittori che si sono dedicati al consolidamento e alla razionalizzazione della continuity del Marvel Universe.

Articoli Correlati

Stan Lee è stato uno degli uomini chiave dell’Universo Marvel. Insieme all’artista Jack Kirby sono stati...

19/05/2022 •

14:30

In seguito alla cancellazione delle varie Serie TV sui Defenders da parte di Netflix, venne rivelato che i Marvel...

11/04/2022 •

10:00

Una targa in onore dell’eredità del compianto Stan Lee è stata installata all’ingresso dell’Avengers Campus,...

28/02/2022 •

22:29