I Migliori

7 MOTIVI per vedere Marvel’s JESSICA JONES

Carlo Lanna 28/06/2016

article-post
La seconda serie Marvel trasmessa sulla piattaforma Netflix  – con i suoi pregi e difetti – è stata una ventata di aria fresca per il panorama televisivo di oggi. Jessica Jones è l’eroina scostumata e sarcastica che tutti desiderano.  

Superata la prova con Daredevil la Netflix, lo scorso mese di novembre, ha proposto la sua seconda serie tratta dai fumetti Marvel, si tratta di Jessica Jones. Apparsa per la prima volta in ‘Alias Vol.1’, albo edito dalla Marvel Comics nel 2001, il personaggio nella serie tv viene interpretato da una convincente Krysten Ritter, la quale al suo battesimo di fuoco come main charatcher (anche se non si dimentica la sua comparsata in Breaking Bad e Non fidarti della stronza dell’appartamento 23), subitaneamente trasforma la ‘sua’ Jessica Jones in una vera icona pop.

Certo la serie non nasconde la sua convenzionalità e soprattutto, se messa a paragone con la profondità di Daredevil, la scommessa è persa in partenza eppure grazie ad una sceneggiatura pungente – e qui si nota la mano sicura di Melissa Rosenberg – ad un cast validissimo, ad un’atmosfera tesa ed asfissiante e soprattutto, ad una trama costruita nei minimi dettagli, Jessica Jones rimane comunque una fra le produzioni televisive più intriganti dello scorso anno.

jessica-jones-poster-tennant-ritter

Rinnovata per una seconda stagione che, presumibilmente verrà prodotta dopo The Defenders, anche questa serie tv è calata nel multi-universo Marvel, ma fin da subito ne prende le distanze nel tentativo di sviluppare un qualcosa legato alla tradizione ma che riesca comunque ad innovare il genere.

E fra cadute di stile e battute sboccate, Jessica Jones porta a compimento un’impresa quasi titanica, ovvero rendere appetibile per il grande pubblico, un personaggio dalle mille sfaccettature, irriverente, scostumato ma con un appeal sconfinato.

La Jessica del titolo convive con un disturbo post-traumatico, ha una forza sovrumana nel combattimento corpo a corpo (qualità che la rende diversa da tutti), beve come una spugna e si guadagna da vivere come detective privato.

Sua infatti è l’Alias Investigazioni, finanziata da una losca avvocatessa, Jeri Hogarth, ma la situazione precipita quando Killgrave, un essere che ha il potere di plagiare la mente delle persone, fa ritorno nel suo presente. Ha inizio un gioco al gatto con il topo  molto pericoloso che, inevitabilmente, scuote la vita di Jessica e di chi le sta accanto.

Come al solito tanti, infiniti, potrebbero essere i motivi che ci spingono a guardare la serie della Netflix, ma secondo il nostro parere, 7 ne sono più che sufficienti. 

Jessica Jones (10)

7. Jessica Jones e la ‘forza delle donne’

Sembra che questo sia l’anno delle donne super-eroi in tv. Jessica Jones, un po’ come Supergirl, come Black Canary, Vixen e via discorrendo, rappresenta nella sua interezza il ‘disagio’ (se così lo si vuole chiamare)  di essere una donna fuori dal comune. E con tutte le attenuanti del caso, anche questa serie tv, celebra la così detta forza delle donne in tutta la sua accezione più particolare.

Jessica infatti viene raffigurata come una persona forte ma al contempo di animo buono, determinata ma apparentemente folle e disturbata, menefreghista ma in prima linea  quando si parla di salvare gli innocenti, pronta ad abbracciare l’amore – soprattutto quello di Luke Cage –  ma non è la cosa fondamentale della sua vita. Gli autori dunque sono riusciti a delineare un personaggio decisamente anticonvenzione,  vicino – per usi e costumi – al suo alterego dei fumetti e, sicuramente, unico nel suo genere.

6. L’ironia graffiante, una particolarità necessaria

Anche in un drama e soprattutto in una serie a sfondo super-eroistico, l’ironia deve essere una caratteristica integrante del racconto, una particolarità che non deve mancare; deve smorzare i toni i quali solitamente sono molto drammatici, ma non deve essere invasiva e macchiettistica. In quasi tutte le serie tv a tema siamo dunque abituati ad una comicità molto patinata, ma  Jessica Jones viene trasmessa sul web, su Netflix e, grazie ad una scrittura libera e senza freni, l’ironia è sboccata, a doppio senso, le battute sono graffianti e stilose.

Il tutto non solo perché è la storia a chiedere questa particolarità, ma la comicità è tale perché è costruita sulle solide spalle della protagonista. Abbiamo già analizzato la particolarità del personaggio di Jessica e quindi, proprio per questo, le battute sono state realizzate per far brillare l’appeal dell’investigatrice e, soprattutto, per dare enfasi ad un racconto decisamente scostumato ma molto(issimo) coinvolgente.

Jessica Jones (12)

5. Deliri onirici e brividi ‘stregati’: l’importanza di Killgrave

Il fattore villain è un’altra componente necessaria per il successo ed il funzionamento di una serie tv, soprattutto se nella serie in questione ci sono personaggi fuori dal comune. Come Daredevil ha il suo Fisk, Jessica Jones ha il suo Killgrave. Interpretato da un raggiante David Tennant (è stato il mitico Doctor Who nella celeberrima serie inglese), l’attore con determinazione e fascino, porta in tv un personaggio dalle mille sfaccettature, un vero cattivo, il quale eguaglia per schiettezza e caparbietà Jessica Jones. E’ anche vero che ultimamente i villain sono costruiti così bene tanto da venire apprezzati molto di più rispetto al personaggio principale (perché il fascino del lato oscuro è sempre più seducente), eppure il background di Killgrave è tale tanto  da rasentare la perfezione.

Non solo è un personaggio pieno di luci ed ombre, con un accetto very british che quasi accappona la pelle, ma soprattutto è un vero badass. Con poche e semplici mosse, gli autori hanno concepito il cattivo per antonomasia, quel personaggio che seduce, affascina, che è capace di indicibili crudeltà e, soprattutto, quel personaggio che in ogni sua azione non troverà mai la redenzione. Influisce sicuramente la bravura di David Tennant che, neanche a farlo apposta, con il ruolo di Killgrave, debutta ufficialmente nel mondo Marvel.

4. I co-protagonisti, dettaglio fondamentale

E’ una serie corale quella di Jessica Jones che trova la forza non solo nella sua iconica protagonista, ma anche nei co-protagonisti, i quali sgambettano nella vicenda. Se lo stesso Killgrave ha molto spazio all’interno della narrazione (cosa strana per un villain), fondamentale sono i personaggi di Patricia Walker e Jeri Hogarth. La prima è una cara amica di Jessica che gestisce una fra le trasmissioni radiofoniche più celebri di New York, la seconda è una criptica avvocatessa che ha un legame lavorativo con Jessica.

Sono due personaggi molto particolari  che influiscono in maniera diversa sulla vita della protagonista, eppure nonostante i pregi e difetti, sia Patricia che Jeri, sono due donne forti e determinate che si calano alla perfezione nel mood della serie. Celebrano il girl power, la forza delle donne e si fanno strada  in un mondo di soli uomini.

Jessica Jones (4)

3. Un susseguirsi di colpi di scena

 E poi lo storytelling è anch’esso fondamentale. Se il racconto non è coinvolgente, ha dei vuoti di scrittura, neanche il personaggio più caratterizzato e ben strutturato può rendere tale una serie tv. Jessica Jones per essere uno produzione elitaria e destinata ad un pubblico molto selettivo, sa giocare molto bene le sue carte. Diversamente da quando è accaduto con Daredevil (la prima stagione è stata un lungo incipit capitolato poi in un finale al cardiopalma), Jessica Jones pondera le potenzialità della trama, e scoprendo fin da subito tutte le caratteristiche, corre spedita fino al finale di stagione inanellando colpi di scena, rovesci di fortuna e patti scellerati.

Una particolarità che finisce per distinguere la serie nel panorama di oggi, perché si evitano cadute di stile lampanti e lungaggini narrative, dando spazio non solo al mero intrattenimento ma anche e soprattutto quella di far divertire e ridere con gusto. Da capogiro sono gli incontri/scontri fra Jessica e Killgrave: da antologia del degrado.

2. Jessica e … Luke Cage

Si potrebbe chiamare la ship impossibile, per usare il linguaggio giovanile di oggi. Nel cammino di redenzione ed accettazione delle sue capacità, Jessica ha incontrato Luke. Anche lui è un inumano. I suoi muscoli sono come metallo, la sua pelle è d’acciaio e sembra che niente e nessuno, tranne Jessica, lo può scalfire.  Luke (che sarà il protagonista della prossima serie a tema Marvel trasmessa anche lei sulla Netflix) si innamora di Jessica, un sentimento che nasce un po’ per caso e si consuma nella sua accezione più profonda e particolare.

Si amano, si odiano, si ingannano, si amano e si odiano di nuovo. Si crea un cerchio infinito fra i due personaggi, eppure non riescono a stare l’uno senza l’altro. Jessica perché ha un vuoto dentro di se che solo la prestanza di Luke può colmare, mentre Luke è un essere solitario, consapevole di essere un diverso, che non può amare né tanto meno essere amato; sono due anime che si completano ma il destino non è dalla loro parte. Jessica e Luke sono una coppia perfetta, entrambi sono dei personaggi complessi, sfaccettati ma proprio questa loro natura da inumani, da diversi, li mette di fronte ad una scelta guidata dalla mente e non dal cuore.

Jessica Jones (3)

1. Una serie pop ma adulta

In molti non hanno apprezzato l’incursione di Jessica Jones nel panorama delle comic-series di oggi, ad alcuni la serie non è piaciuta perché inferiore a Daredevil ma proprio in questa particolarità, Jessica Jones, trova la forza necessaria per distinguersi dalla massa. È una serie fresca irriverente, decisa, grottesca, ma soprattutto adulta e radicata nella pop culture. Essere grottesca e citare allo stesso modo gli usi e costumi della nostra modernità non è da tutti, e forse solo per questo la serie dovrebbe essere apprezzata.

Jessica Jones rappresenta infatti il lato pop dei super-eroi, è una serie stilosa, coinvolgente, che non si perde in giro di parole, con dialoghi e battute graffianti ed una scenografia metropolita. Ha i suoi limiti (come tutti del resto), ma dei suoi difetti ne trae vantaggio andando a realizzare la prima serie della Netflix appetibile al grande pubblico (ma con lo stile e la scrittura di un network cable)

Potrebbe interessarti anche

  • preview

    5 Anime e Manga Spokon da guardare durante e dopo le Olimpiadi

    Le Olimpiadi sono il palcoscenico più grande del mondo per gli atleti che competono per l’oro, ma l’eccitazione del torneo può essere ampliata anche attraverso il mondo dinamico degli anime e manga sportivi. Queste serie non solo celebrano lo spirito sportivo, ma approfondiscono anche le storie personali degli atleti, offrendo una visione complessiva delle sfide, […]

  • preview

    I 15 Migliori Manga da Leggere in Italia: La Guida Definitiva per Ogni Appassionato

    Il mondo dei manga in Italia ha vissuto una crescita esponenziale negli ultimi decenni, trasformandosi da nicchia per pochi appassionati a fenomeno culturale di massa. Oggi, le librerie italiane offrono una vasta gamma di titoli che spaziano dai classici intramontabili alle ultime novità dal Giappone, rendendo talvolta difficile per i lettori orientarsi in questo mare […]

  • preview

    Slam Dunk: 5 motivi per leggerlo

    Slam Dunk, il celebre manga di Takehiko Inoue, è una delle opere più iconiche nel panorama dei manga sportivi. Pubblicato per la prima volta tra il 1990 e il 1996, ha conquistato milioni di fan in tutto il mondo grazie alla sua combinazione di azione, umorismo e profondità emotiva. Se ancora non avete letto Slam […]