Agents of SHIELD: la miglior serie Marvel di sempre?

Pubblicato il 30 Agosto 2020 alle 11:00

Con la conclusione di Agents of S.H.I.E.L.D., anche in Italia su Fox, diciamo addio all’ultima serie Marvel legata in qualche modo al Marvel Cinematic Universe, che è anche uno dei motivi che ne ha fatto la fortuna (e la sfortuna) nei sette anni di onorata carriera. Ripercorriamo insieme queste sette annate con pregi, difetti, alti e bassi della serie che più ha plasmato il Marvel Television Universe.

Inutile dire che l’articolo potrebbe contenere degli spoiler sulla serie.

In principio era Phil Coulson

La serie nacque nel 2013 per il network generalista di proprietà Disney ABC quasi come uno spin-off del neonato MCU al cinema, dopo il successo della Prima Fase e del primo Avengers che grazie a Joss Whedon aveva riunito per la prima volta sullo schermo gli eroi più potenti della Terra.

Proprio Whedon era stato messo a capo del progetto seriale (che poi lascerà nelle redini del fratello minore Jed e degli altri co-creatori Maurissa Tancharoen e Jeffrey Bell) e al centro della storia il personaggio dell’agente dello S.H.I.E.L.D. Phil Coulson (Clark Gregg), che aveva fatto da collante nei film ed era morto in The Avengers.

O almeno così tutti credevano, ed è da qui, da questo mistero, che inizia quello che apparentemente è il solito procedurale dai toni familiari Disney, che unisce ed equilibra il dramma alla commedia, l’action alla spy story, fino al romance e all’adventure da mitologia.

Il redivivo Phil Coulson mette in piedi una squadra per contrastare le minacce di cui non possono occuparsi gli Avengers: la gelida Melinda May (Ming-Na Wen), il taciturno Ward (Brett Dalton), l’hacker che inizialmente contrasta lo S.H.I.E.L.D. Skye (Chloe Bennet) e i due cervelloni del team, Fitz (Iain De Caestecker) e Simmons (Elizabeth Henstridge). Una squadra inizialmente disfunzionale che, come nella migliore delle famiglie, poi trova un proprio equilibrio e una propria ragion d’essere. In cui i rapporti si evolvono anche in modi inaspettati.

Nelle quattro stagioni a venire la serie cambia pelle moltissime volte, sapendosi sempre reinventare e riuscendo a raccontare una storia parallela sull’organizzazione spionistica Marvel legata ai supereroi e a ciò che accade al cinema… almeno fino ad un certo punto.

Lungo il cammino altri protagonisti carismatici fanno capolino, alcuni rimanendo fino alla fine: il meccanico Mack (Henry Simmons), l’Inumano Lincoln (Luke Mitchell), il Dr. Holden Ratcliffe (John Hannah), l’Inumana Yo-Yo (Natalia Cordova-Buckley) e il ragazzo del futuro Deke Shaw (Jeff Ward).

Senza contare le numerose guest star nel corso delle stagioni, come Kyle MacLachlan nei panni del padre di Skye, o ancora quelle direttamente dal MCU, come Nick Fury (Samuel L. Jackson), Maria Hill (Cobie Smulders) e Lady Sif (Jaimie Alexander).

Tutto iniziò con l’HYDRA… e finì con Thanos

Gli ultimi episodi della prima stagione furono quelli che diedero la spinta definitiva alla serie rendendola legatissima a ciò che accadeva al cinema: nel 17esimo episodio della stagione inaugurale (intitolato “Turn, Turn, Turn“) la squadra infatti scopre che a dirigere il Progetto Centipede è l’HYDRA, l’associazione nazista che da anni si è infiltrata nello S.H.I.E.L.D. e che ora lo farà cadere.

Proprio come succedeva in Captain America: The Winter Soldier dove si scopriva il doppio gioco del personaggio interpretato da Robert Redford, nella serie di ABC è Ward a essere un membro convinto dell’HYDRA, scioccando tutta la squadra (e gli spettatori).

Allo stesso tempo la serie dimostra il suo primo poco coraggio nell’abbandonare un personaggio principale come Ward e lo fa tenendolo per un’altra manciata di stagioni, fino a fargli interpretare altri ruoli come Hive l’antico leader Inumano dell’HYDRA “resuscitato” nel corpo di Ward.

Nella seconda stagione il neo-direttore Coulson e i suoi uomini cercano di restaurare la fiducia del governo nei confronti dello S.H.I.E.L.D. mentre continuano a combattere l’HYDRA e scoprono l’esistenza degli Inumani, una razza di umani dotati di poteri speciali.

Nel mentre arriva anche una seconda fazione dello S.H.I.E.LD. profondamente contraria all’operato di Coulson e della sua squadra.

Nella terza stagione Coulson e Daisy (il vero nome di Skye) cominciano ad assemblare un gruppo segreto di Inumani, i Secret Warriors (ispirati dai fumetti), per proteggere il mondo da nuove minacce, tra cui l’antico leader inumano dell’HYDRA, Hive.

La quarta stagione vede lo S.H.I.E.L.D. nuovamente legittimato dal governo in seguito agli Accordi di Sokovia (accaduti in Captain America: Civil War del 2016).

Coulson torna ad essere un agente sul campo occupandosi di rintracciare nuovi individui potenziati, tra cui Ghost Rider (altra storyline presa in prestito dei fumetti), mentre Fitz e il Dr. Holden Radcliffe introducono gli Androidi nella serie (che già impazzavano con Westworld), creando un mondo virtuale, il Framework, dove i protagonisti si ritroveranno intrappolati ad un certo punto e che sarà una scusa per riportare in una manciata di episodi Ward (dato che si tratta di un mondo alternativo in cui non è morto e in cui non ha tradito tutti).

Dopo aver affrontato le vicende legate al Framework lo S.H.I.E.L.D viene inaspettatamente inviato nel futuro, dove la Terra è stata distrutta e i pochi rimasti vivono schiavizzati dagli alieni.

Ovviamente lo scopo sarà tornare nella propria linea temporale senza fare troppi danni e salvare il mondo dalla minaccia più inaspettata: Daisy.

La quinta stagione coincide anche con quello che avrebbe potuto essere il finale di serie a causa dell’incertezza sul rinnovo e della comunicazione fattasi più rada col MCU, che stava concludendo la sua epica Fase Tre con i due Avengers: Infinity War e Endgame.

La minaccia di Thanos e lo sciocco delle dita sarebbe stato un escamotage perfetto da utilizzare, dato che il personaggio di Coulson doveva definitivamente morire, ma così non è stato. Lo spazio si rivela una delle storyline più meritevoli e camaleontiche per la serie, insieme a quella del Framework.

La sesta stagione, infatti, viene ordinata e girata back-to-back insieme alla settima (che poco dopo sarebbe stato annunciato sarebbe stata anche l’ultima), e il numero degli episodi a stagione si dimezza (13 invece dei canonici 22), portando due storyline principali: nella sesta un mix reiterato (e poco coinvolgente) di quanto visto prima (spazio, minaccia aliena, futuro e mondi paralleli) e un Coulson sotto mentite spoglie che gli autori non hanno il coraggio di far morire (proprio come Ward).

La squadra deve anche ritrovare Fitz, proprio come nella settima e ultima stagione, dove i Chronicom, una razza aliena conosciuta in precedenza nel serial, viaggia nel tempo per distruggere lo S.H.I.E.L.D. fin dalle origini e al team non resta che seguirli per impedirglielo e preservare il futuro e la propria linea temporale.

Questa volta Coulson è una versione LMD (un androide) creata da Simmons per preservare i ricordi del proprio ex capo: a questo punto gli autori (e di conseguenza i personaggi) puntano sull’autoironia delle molte morti-non-morti di Coulson e del suo essere un agglomerato tecnico, e l’effetto, dati i precedenti, è riuscito.

Così come lo stratagemma dai viaggi nel tempo diviene un pretesto per ripercorrere la storia dello S.H.I.E.L.D. e per rivedere alcune facce conosciute, preso in prestito da Avengers: Endgame che la serie ha voluto omaggiare, pur se oramai se ne era definitivamente allontanata a livello narrativo.

Gli spin-off per non morire… e per espandere

Nel 2015 venne ordinato uno spin-off prequel con protagonista l’amata (da Captain America e dal pubblico) Peggy Carter, nuovamente interpretata da Hayley Atwell, a rinforzare il legame fra tv e cinema e per riempire il vuoto di palinsesto che lasciava lo SHIELD durante la pausa invernale.

New York, 1946. Peggy Carter, l’agente dell’SSR (Strategic Scientific Reserve) si ritrova costretta a bilanciare il suo lavoro con la missione segreta affidatale da un giovane Howard Stark (Dominic Cooper), il padre di Tony/Iron Man, incastrato con l’accusa di aver venduto armi letali al miglior offerente.

Per ripulire il nome dell’uomo, Peggy deve trovare i veri responsabili e recuperare le armi, assistita dal fedele maggiordomo di Stark, Edwin Jarvis (James D’Arcy). Durante le indagini lo SSR si confronta con l’organizzazione segreta sovietica Leviathan.

Agent Carter durò solamente due stagioni per bassi ascolti. A conferma del fatto che non si dimenticano mai di nulla nell’universo condiviso Marvel nell’ultima stagione di Agents of S.H.I.E.L.D. fa capolino, attraverso l’escamotage dei viaggi nel tempo, l’agente Daniel Sousa (Enver Gjokaj) in un ruolo importante per il futuro di Daisy e della squadra.

Sempre nel 2015 alla ABC si iniziò a parlare di un possibile spin-off Most Wanted dedicato all’amata “coppia scoppiata” interpretata da Bobbi Morse/Mimo (Adrianne Palicki, che non era riuscita a essere Wonder Woman in tv) e Lance Hunter (Nick Blood).

Stavolta un nulla di fatto ma i due preventivamente erano stati fatti uscire di scena per migrare nel possibile spin-off, e ritorneranno nella serie madre solo per un cameo.

Anche il Ghost Rider apparso nella quarta stagione avrebbe dovuto avere una sua serie per HULU interpretato nuovamente da Gabriel Luna, ma è stato fatto un dietrofront sul progetto.

Quale futuro per il Marvel Television Universe?

La capacità di Agents of S.H.I.E.L.D. è stata quindi quella di creare una serie generalista (quindi per un pubblico di tutte le età, come i film Marvel al cinema) come perfetta controparte televisiva dei blockbuster da grande schermo.

Questo rispetto al tono adulto delle serie Marvel-Netflix, soprattutto l’apprezzata Daredevil, di quello young adult delle serie HULU-Freeform (Cloak and Dagger e The Runaways). Tutte conclusesi negli ultimi anni.

Il futuro per la Marvel al cinema a questo punto, chiusi i vari universi condivisi, sono le miniserie evento di Disney+ che faranno da spalla ai film al cinema.

Ancora non sappiamo in quale misura, ma sembra saranno estremamente collegate, rafforzate dal numero ristretto di episodi (massimo 6-8) che ha permesso di riportare i grandi nomi del cinema e dei personaggi “secondari” amati dai fan, e che rafforzeranno a loro volta gli abbonati del neonato servizio streaming Disney+.

Senza dimenticare la serie animata What If? che esplorerà universi paralleli e alternativi in cui i personaggi non sono morti e in cui torneranno come doppiatori praticamente tutti gli attori, complice questo escamotage.

Tutto questo, pandemia permettendo ovviamente, che ora, insieme alla morte improvvisa di Chadwick Boseman (Black Panther), ha bloccato molti piani che saranno da rivedere e probabilmente riscrivere. Ma sappiamo che se c’è una in cui gli autori-produttori del MCU sono campioni è riscrivere la storia.

Recuperate Agents of S.H.I.E.L.D. in DVD!!

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