Soul Messenger Vol. 1-2 di Toru Fujisawa e Sho Kitagawa – Recensione

Pubblicato il 18 Maggio 2012 alle 11:30

Abbiamo recensito in anteprima la nuova proposta che J-POP dedica al creatore di GTO, un recentissimo poliziesco sovrannaturale in due volumi sul filo della tensione, impreziosito dalle eleganti matite di Sho Kitagawa.

Soul Messenger Vol. 1-2 

Autori: Toru Fujisawa (Testi), Sho Kitagawa (Disegni)

Casa Editrice: J-POP

Provenienza: Giappone, 2011

Genere: poliziesco, sovrannaturale

Target: Seinen

Prezzo: € 5,90, 12×18, b/n + col., 200 pp (vol. 1)/226 pp (vol. 2)

Data di pubblicazione: 24 Maggio 2012 (volume 1)


J-POP continua a proporre i lavori che Toru Fujisawa, creatore di GTO, ha realizzato per editori diversi da Kodansha. Dopo Reverend D e Kamen Teacher è la volta del recentissimo Soul Messenger, serializzato in Giappone dal Marzo all’Ottobre 2011 sul quindicinale seinen Super Jump di Shueisha e realizzato in coppia con l’elegante Sho Kitagawa, celebre per 19 Nineteen e B.B. Fish, di cui l’editore milanese ha già pubblicato Death Sweeper.

Protagonista della storia una giovane donna di nome Kei Misaki, la quale nasconde il potere di vedere le anime dei defunti e di udire le loro ultime parole, permettendole di capire le circostanze della loro morte.
Kei lavora nella redazione del settimanale World, tuttavia, invece di commissionarle articoli, il capo redattore la utilizza come factotum redazionale ordinandole di preparare tè, fare fotocopie e andargli a comprare la sigarette.
Stufa della situazione, la ragazza si reca di propria iniziativa come reporter sulla scena di un crimine: il ritrovamento di una donna morta impiccata che la polizia crede trattarsi di suicidio; ma grazie al proprio potere Kei capisce che si tratta invece di omicidio, e, quando casi simili iniziano a manifestarsi uno dopo l’altro, la donna si ritrova a collaborare con il giovane detective Nishijima, che non nasconde una certa diffidenza verso il potere di Kei, per cercare di fermare il serial killer.

Le indagini coprono tutti e sei i capitoli di cui si compone il volume, in cui assistiamo a come il potere di “Soul Messenger” di Kei possa aiutare la polizia, che si trova a dover interpretare le ultime criptiche parole delle vittime alla luce degli indizi materiali raccolti, e a come pian piano si instauri tra Kei e Nishijima un rapporto di crescente fiducia; rapporto consolidato dal fatto che Kei riesce a vedere Haruko, ex-partner del detective morta suicida in circostanze misteriose che veglia ancora sul collega poliziotto.

Il secondo volume è invece occupato dagli omicidi che colpiscono il celebre gruppo di idol Momoiro Seven: ogni omicidio è accompagnato da un messaggio che preannuncia il delitto, e sulla scena del crimine Kei sente  la voce di una ragazza dai capelli lunghi e neri che pronuncia parole di vendetta.
Ma chi vuole la morte delle componenti di un gruppo pop sulla cresta dell’onda? Possibile che si tratti davvero della maledizione di un fantasma?

L’albo conclusivo si caratterizza per toni più forti, anche a livello grafico, del precedente; le indagini permettono a Fujisawa di ritrarre gli aspetti più sordidi e meno edificanti dello star system nipponico e su quello che gli gira intorno, portandone — sempre nel quadro della fiction di intrattenimento, più che di denuncia — alla luce i meccanismi più oscuri.

Ad aprire e chiudere il volume 2 troviamo due capitoli dedicati a quella che sarebbe potuta essere una storyline portante per l’opera, ovvero fare luce sulla morte di Haruka e in che modo possa essere collegata all’omicidio irrisolto dei genitori di Kei; le risposte vengono solo appena suggerite, chissà che Fujisawa non le espliciti in futuro grazie a un sequel.

Complessivamente Soul Messenger è una riuscita escursione nel genere in grado di tenere col fiato sospeso i lettori fino alla soluzione delle indagini, grazie a colpi di scena ben piazzati e a falsi indizi che riservano più di una sorpresa; a stemperare la drammaticità dei delitti ci pensa un vivace cast di personaggi a volte sopra le righe a cui ci si affeziona facilmente e le cui vicende personali contribuiscono ad arricchire la storia.

Dal punto di vista grafico Sho Kitagawa offre una prova di sobria eleganza caratterizzata da un tratto dolce, pulito e preciso, efficace anche nelle scene più crude; espressiva la caratterizzazione dei personaggi, a cui si accompagna una rappresentazione degli ambienti dal buon livello di dettaglio .
Le tavole sono ammantate da un grigio soffuso che ovatta e sfuma Tokyo, rendendo l’ambientazione metropolitana particolarmente suggestiva e malinconica, in linea con le vicende narrate.

Il primo volume di Soul Messenger verrà distribuito il 24 Maggio; trattandosi di un’anteprima non possiamo valutare la qualità fisica del volume. Nulla da segnalare invece sulla cura editoriale, dall’adattamento testi alle ricostruzioni grafiche.


VOTO: 7+

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