Spider-Man India: Seva | Recensione

Una nuova avventura di Pavitr Prabhakar, il Tessiragnatele di Mumbai

Pubblicato il 28 Aprile 2024 alle 09:00

Autori: Nikesh Shukla, Abhishek Malsuni, Tadam Gyadu
Casa Editrice: Panini Comics
Provenienza: Stati Uniti
Prezzo: € 18,00
Cartonato a colori 17X26 – 112 pagine
Data di pubblicazione: 18/01/2023

Tobia Brunello
Tobia Brunello
2024-04-28T09:00:54+02:00
Tobia Brunello

Autori: Nikesh Shukla, Abhishek Malsuni, Tadam Gyadu Casa Editrice: Panini Comics Provenienza: Stati Uniti Prezzo: € 18,00 Cartonato a colori 17X26 – 112 pagine Data di pubblicazione: 18/01/2023

In seguito all’enorme successo del suo restyling apparso in Spider-Man: Across the Spider-Verse, torna in scena Pavitr Prabhakar, l’unico e solo Spider-Man di Mumbai, India su Terra-50101, con questa seconda miniserie personale, intitolata Seva.

Creato nel 2004 per iniziativa dell’allora editore dei fumetti Marvel in India, questa versione indiana di Spider-Man è stata poi inserita ufficialmente nel Multiverso Marvel all’epoca della prima saga di Spider-Verse, e da allora è stata una presenza abbastanza ricorrente nelle saghe multiversali di Peter Parker e Miles Morales, fino alla sua irresistibile versione animata abitante a “Mumbhattan” apparsa in Spider-Man: Across the Spider-Verse.

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Già all’uscita del primo trailer del lungometraggio animato Sony il romanziere e saggista britannico Nikesh Shukla aveva colto la possibile presenza della versione indiana di Spider-Man e aveva colto l’occasione per proporre alla Marvel l’idea di questa miniserie, Seva.

Seva è la parola indiana che racchiude il concetto di servizio volontario di aiuto per la propria comunità, ed è alla base di questa storia di Spider-Man che coglie anche l’occasione di ridisegnare il look di Pavitr, abbandonando la francamente scialba iterazione del costume classico di Spidey con qualche elemento indiano per una mise decisamente più moderna e in linea con quanto visto al cinema.

Ma questo cambio di look, per quanto potrebbe apparire un elemento trainante della serie, avviene solo nelle ultime pagine dell’ultimo capitolo di una storia che riprende molti elementi classici delle storie di Peter Parker trasportandoli nella realtà indiana. Tra questi il celeberrimo “addio al costume”, una costante (un evento canonico, direbbe il Miguel O’Hara di Across the Spider-Verse) di tutti gli Spider-Man.

In effetti le azioni di Pavitr nei panni di Spider-Man sono abbastanza diradate nel corso della storia: dopo aver causato inavvertitamente la nascita del Lizard di questa realtà e devastato così il proprio circondario, Pavitr abbandona il costume di Spider-Man per dedicarsi al Seva, al volontariato per la sua comunità, e si trova un lavoro nei social media, finendo per essere uno dei “troll” pagati per screditare Spider-Man online.

La storia ha degli spunti particolarmente interessanti, ma che potrebbero essere approfonditi di più. Dal punto di vista artistico, i primi due capitoli sono disegnati da Abhishek Malsuni, mentre gli ultimi tre portano la firma di Tadam Gyadu. Le scene d’azione sono sempre molto fluide e d’impatto, ma sulle anatomie e sull’espressività dei personaggi talvolta, soprattutto nei primi capitoli, si nota qualche lacuna. Non particolarmente centrato a mio avviso il look del Lizard “indiano”, che vorrebbe essere probabilmente più minaccioso ma appare troppo esagerato e confuso per essere credibile. Non convince troppo la colorazione di Neeraj Menon, più vicina alle tonalità del fumetto europeo che alle esplosioni di colore dei comics supereroistici che sarebbero state richieste dalla storia.

In definitiva una storia semplicemente carina su un personaggio che su carta continua a non essere così memorabile da giustificare altre sue storie da solista al di là delle consuete “antologie dello Spider-Verse”. Tutt’altro discorso se si decidesse di renderlo più vicino alla sua versione animata, che in pochi minuti di film si è distinta chiaramente dagli altri Spider-Man e ha sviluppato un’identità ben più articolata dello Spider-Man India che leggiamo in Seva.

 

In Breve

Storia

6.5

Disegni

6

Cura editoriale

6.5

Sommario

Una lettura con alcuni spunti interessanti ma non troppo approfonditi, disegnata in maniera sufficiente ma senza particolari guizzi. La versione indiana di Spider-Man nei fumetti si conferma non particolarmente interessante, a differenza della controparte animata apparsa al cinema.

6.5

Punteggio Totale

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