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Uchu Kyodai Fratelli nello spazio vol. 1 e 2 – Chuya Koyama – recensione

Francesca "Koe" Guarracino 21/03/2011

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Uchu Kyodai Fratelli nello spazio

Autore: Chuya Koyama
Editore:
Star Comics
Provenienza:
Giappone
Prezzo:
€ 4,90
Recensione


Giappone, 9 luglio 2006. Mentre tutti seguono la finale dei mondiali di calcio in Germania, i giovanissimi fratelli Mutta e Hibito Nanba si imbattono in un misterioso oggetto volante che sparisce nel cielo stellato. Profondamente colpiti da questo evento, i due si ripromettono di diventare astronauti per poter un giorno visitare lo spazio.

Houston, Texas, 2025. Il giovane astronauta giapponese Hibito Nanba si prepara per affrontare una lunga permanenza sul suolo lunare, in vista di una possibile missione analoga su Marte. All’ombra del successo del fratellino, in Giappone Mutta si trova invece ad affrontare il licenziamento e la precarietà dei piccoli lavori occasionali.

Il sogno di andare nello spazio, per lui, sembra ormai un’occasione perduta per sempre. Proprio quando alla speranza inizia a subentrare il rimpianto, l’indissolubile legame fraterno riaccende l’entusiasmo in Mutta, che inizia il difficile percorso per poter diventare astronauta, portandolo a fare i conti con le proprie paranoie e il suo orgoglio di fratello maggiore, destinato a stare sempre un passo avanti.

Star Comics porta in Italia “Uchu Kyodai – Fratelli nello spazio”, manga di Chuya Koyama che si è guadagnato lo Shogakukan Manga Award come miglior seinen nel corso dell’ultima edizione di questo prestigioso premio.

Il tratto di Koyama appare piuttosto sporco e poco accurato, soprattutto all’inizio, per un disegno di stampo realistico, che tuttavia non risulta mai rigido. Questo segno ben si sposa con uno stile che strizza l’occhio al grottesco e riesce a giocare con le fisionomie dei personaggi, deformandole e caratterizzandole in modo da enfatizzare l’umorismo di fondo che accompagna le vicende.

L’uso dei retini è ben gestito, con sfumature delicate che danno la giusta profondità ad ambienti e atmosfere, delineati con cura, senza fagocitare le figure.

Le tavole sono ordinate, composte da un numero contenuto di vignette, per lo più di grandi dimensioni, per pagine facilmente leggibili e molto scorrevoli, che catturano l’occhio del lettore e lo accompagnano a seguire la storia senza spezzare il ritmo delle azioni. La regia è ben curata e mai monotona.

Per quanto riguarda il piano della narrazione, non si ritrova nessun accenno ad avventure di tipo fantascientifico, come invece indurrebbe a ritenere il titolo. Si tratta piuttosto di uno slice of life ambientato in un verosimile prossimo futuro, che sviluppa in modo divertente e scanzonato il più classico dei temi: per realizzare i propri sogni non è mai troppo tardi.

Passando ai personaggi, la personalità dominante è certamente quella di Mutta, paranoico, nevrotico, insicuro e fortemente inquadrato nel suo ruolo di fratello maggiore. Un elemento, questo, che se da un lato lo porta ad essere protettivo e responsabile, dall’altro lo induce anche a recuperare il suo sogno, entrando in competizione con Hibito. Quest’ultimo, al contrario, risulta caratterizzato in modo decisamente più debole e scontato.

Il rapporto tra fratelli, quindi, più che costituire il nucleo della trama, appare più propriamente un fattore strumentale all’approfondimento del profilo psicologico di Mutta, che si delinea nelle sue contraddizioni e debolezze in contrasto con questa figura lontana che è Hibito.

L’edizione italiana è buona. I volumi presentano un formato leggermente più grande di quello standard da edicola (13×18), per 224 pagine in bianco e nero. La carta scelta è bianca e tutto sommato resistente, e le rilegature sono solide. Gli albi hanno la sovraccoperta olografica, che a differenza di alcuni esperimenti precedenti di altri editori, è discreta e non fastidiosa. L’immagine di copertina è riproposta in azzurro sulla cover in brossura.
Peccato per alcuni problemi legati alla tipografia che interessano gran parte della tiratura. Il rapporto qualità-prezzo è comunque proporzionato.

Concludendo, “Uchu Kyodai” è una lettura molto piacevole, che riesce a divertire con pochi elementi che a ben vedere fanno tutti leva sulla natura dell’essere umano, così complicata ma anche così incredibilmente esilarante.


VOTO: 8

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