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Tungsteno è un graphic novel fra hard boiled e neorealismo [RECENSIONE]

Domenico Bottalico 09/12/2016

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Il graphic novel vincitore di un premio ad Angouleme arriva in Italia grazie ad Edizioni BD.

Edizioni BD porta in Italia l’interessantissimo graphic novel Tungsteno del brasiliano Marcello Quintanilha vincitore del Prix Polar al Festival di Angouleme del 2016.

Lungo la costa di Salvador de Bahia due giovani pescano lanciando in mare dei rudimentali ordigni esplosivi, vogliono portare a casa un pò di soldi in maniera facile.

Intorno a questo avvenimento, apparentemente insignificante, ruotano le vite dei personaggi di Tungsteno: Ney, militare in pensione che rimpiange i tempi passati, e Caju, piccolo spacciatore di quartiere, ma anche Richy, poliziotto violento, e sua moglie Keira.

Quello che sembra infatti un capriccio dell’attempato Ney – fermare i due giovani “pescatori” – si trasforma presto in una spirale fuori controllo in cui le vite dei personaggi si stratificano e poi si intrecciano in un finale amarissimo.

Perché Ney bazzica nel quartiere di Caju? Caju l’ha notato e vuole sbarazzarsene per questo contatta, dopo un manesco battibecco proprio con Ney, il poliziotto Richy che decide di intervenire solo dopo che lo stesso Caju gli ha promesso una soffiata. E mentre sulla spiaggia i due giovani pescatori non ci stanno a finire dentro per colpa di un vecchio e per qualche pesce pescato illegalmente, Keira, la moglie di Richy, racconta la sua vita con un marito insensibile e manesco.

Quintanilha fa del ritmo la sua arma principale nello storytelling: gli avvenimenti, dopo un inizio pacato, si susseguono vorticosi ed i personaggi si “stratificano” sul lettore pagina dopo pagina, evidenti sono le influenze cinematografiche soprattutto nei cambi di punti di vista ed in tal senso è eccezionale l’uso delle didascalie che incanalano sì il pensiero dei personaggi ma anche il loro personale punto di vista su sé stessi e su quello che li circonda.

Se Ney e Caju saranno i protagonisti del finale, sono Richy e Keira i personaggi più interessanti del racconto. Il primo incarna l’aspetto più hard-boiled della storia non solo perché è protagonista delle scene d’azione del racconto, molto realistiche e ottimamente rese graficamente, ma anche per il suo particolare punto di vista sugli avvenimenti e su sé stesso: un difensore della legge, di una legge che però viene piegata ai propri comodi professionali e personali.

Keira invece incarna l’aspetto più neorealista del racconto pagina dopo pagina infatti la sua figura assume i contorni tragici di una donna intrappolata in un circolo vizioso di abusi e violenza più forte della sua insicurezza emotiva metafora di un paese, il Brasile appunto, dalle forti contraddizioni e disuguaglianze.

La sceneggiatura è quindi solidissima e molto valida dal punto di vista contenutistico ma Quintanilha è un autore completo come dimostra il suo tratto pulito e la sua costruzione della tavola anch’essa fortemente cinematografica con i panels che si allargano e si restringono passando da verticali ad orizzontali alternando così azione e reazione dei personaggi, è tuttavia la capacità dell’autore di rendere espressioni e gestualità tutta latina la vera forza dell’apparato grafico del racconto. Interessante l’uso del bianco e nero che “urbanizza” una storia ambientata sulle assolate spiagge brasiliane.

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