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Le Torri di Bois-Maury – Oltre i Pirenei, recensione Mondadori Comics

Sergio L. Duma 02/04/2015

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Ritorna l’eccezionale saga delle Torri di Bois-Maury scritta e disegnata dal maestro Hermann! Non perdete le avventure del tormentato Messer Aymar con questo splendido volume della collana Historica di Mondadori Comics!

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Ormai la collana Historica di Mondadori Comics è sinonimo di qualità, sia per ciò che riguarda le opere fumettistiche presentate sia per quanto concerne la cura editoriale. Questo nuovo volume non fa eccezione e non potrebbe essere diversamente, dal momento che propone tre episodi dell’eccezionale saga de Le Torri di Bois-Maury, capolavoro indiscusso del maestro Hermann, uno degli artisti più acclamati della letteratura disegnata di area francofona. La serie è iniziata nel venticinquesimo volume e ora avrete modo di leggere gli episodi 4-6 della testata originale.

La storia è ambientata nel dodicesimo secolo e ha come protagonista il tormentato Messer Aymar di Bois-Maury, nobile che per una serie di motivi ha perduto i possedimenti ed è costretto a vagabondare, con l’obiettivo però di rivedere e recuperare il suo regno. Presentata in questa maniera, la story-line sembrerebbe semplice ma Hermann delinea una trama complessa e articolata, pur rimanendo sempre comprensibile e leggibile, valorizzata da una vasta e straordinaria galleria di personaggi. In parole povere, Hermann, con il pretesto della fiction, delinea il ritratto di una società popolata da avventurieri, guerrieri coraggiosi, criminali, sacerdoti, tiranni, donne di facili costumi e così via, dando però risalto agli individui umili, quelli che di solito nei libri di storia non vengono mai presi in considerazione.

In questa uscita sono proprio tali character a giocare un ruolo importante nelle trame, ovviamente senza mettere in ombra Aymar. Quest’ultimo, in compagnia del fidato Olivier, affronta una serie di pericoli, sullo sfondo di un’Europa scossa dall’impresa delle Crociate che conquista gli animi degli individui più valorosi. Molti dei pericoli sono provocati dall’avidità e dalla cupidigia degli esseri umani che spingono, per esempio, i fratelli a combattere tra loro o un manipolo di vagabondi ad approfittarsi dell’anziano proprietario di un castello. Spesso poi le donne assumono una rilevanza indiscutibile e Hermann ce le presenta o come fanciulle ingenue e bisognose di protezione oppure, come in questo caso, infide vipere pronte ad usare il sesso pur di raggiungere i propri scopi.

Il ritmo della narrazione è veloce e sincopato e i dialoghi di Hermann non hanno quella verbosità che sovente si può riscontrare in molte produzioni bd, sebbene non manchino di profondità e di introspezione. Questa sequenza narrativa, tuttavia, è da tenere d’occhio perché, malgrado sia collocata in un contesto generalmente realistico, l’autore inserisce alcuni elementi che potremmo definire fantasy. E’ evidente nel primo episodio in cui appare la figura di un’enigmatica bambina, forse un’allucinazione, forse un’entità benefica, che influenza buona parte della vicenda.

Nella storia che chiude il volume, invece, Hermann si collega in maniera efficace alle leggende nordiche, simboleggiate da un suggestivo e maestoso cavallo bianco, da un pipistrello minaccioso e da un maniero probabilmente situato in una dimensione infernale. In certi momenti, e facendo i debiti distinguo, le atmosfere mi hanno fatto pensare ai classici fumetti del Principe Valiant o a certe avventure di genere sword & sorcery.

Ma la saga di Bois-Maury è una pietra miliare anche per gli straordinari disegni di Hermann. L’artista opta per un tratteggio tenebroso, con meravigliosi chiaroscuri che paiono avvolgere i personaggi in un velo di foschia. Basta ammirare le tavole relative ai desolati paesaggi nevosi e alle intimidenti e labirintiche ambientazioni del regno del cavallo bianco per accorgersene. Ma non bisogna neanche trascurare quelle incentrate sui sotterranei, dotate di un fascino gotico. La raffigurazione delle architetture, delle divise e dei castelli sono dettagliatissime e ogni personaggio è un riuscito amalgama di realismo e stilemi grotteschi, comunque mai prevalenti. Insomma, quest’opera è splendida e vale la pena provarla.

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