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A proposito di Resident Evil e della svolta action…

Andrea Stella 31/03/2015

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Esplosioni. Esplosioni ovunque. I Survival Horror sono cambiati parecchio nel corso del tempo. Forse troppo. È ora di tornare alle origini?

Resident Evil. Survival. Poche munizioni. Zombie. Horror. Biohazard. Shinji Mikami.
In ambito videoludico, quasi tutti conoscono questo gioco. E sì. I primi tre capitoli sono entrati ormai nella leggenda.
Con Resident Evil 4 però, è iniziata una vera e propria rivoluzione capace di modificare alla base il concetto di Survival Horror.

Survival nel senso che devi sopravvivere e Horror nel senso che ti devi spaventare.
Da subito bisogna capire che il quarto capitolo non è assolutamente un brutto gioco. Perché torna Leon, il gameplay si evolve, cambia il concetto di zombie, c’è molta varietà, ci sono boss fight ben realizzate e adesso basta,  che bisogna andare avanti perché questa non è una recensione. RE4, in definitiva, è un ottimo gioco che è riuscito ad accontentare (più o meno) tutti i fan. E, così, vissero tutti felici e contenti. Forse.

residentevil-4

Perché poi arriva RE5 e tutto cambia (ancora) drasticamente. Al controllo di un Chris Redfield che si è imbottito in maniera oscena di steroidi, ci troviamo di fronte a un qualcosa che non è più Resident Evil. E per carità, può anche funzionare (infatti molta gente difende la svolta action della saga). Perché anche questo capitolo non è un brutto gioco. Però non è più un Survival (nel senso che devi sopravvivere) e neanche un Horror (nel senso che ti devi spaventare).

Resident-Evil-5

Vedere Chris che falcia i nemici con una mitragliatrice fissa un po’ stona con l’anima della serie. Anche perché i nemici ora guidano le moto. O sparano con i fucili. Ma va bene così.

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Poi arriva RE6. E per carità, neanche questo è un brutto gioco. Per carità. Però quando nei primi dieci minuti c’è una fottuta autostrada (o superstrada o strada normale o strada che preferisci fai tu tanto è uguale) CHE ESPLODE e devi correre in mezzo a migliaia di macchine che piovono dal cielo (mentre esplodono) e bisogna fare in fretta perché sei in una strada che esplode con macchine che esplodono mentre tutto attorno esplode… allora forse si sta un po’ esagerando. Giusto un po’.

Capcom ha deciso di allontanarsi sempre di più dalle origini, per intercettare un bacino di utenza sempre più ampio e fare così sempre più soldi. Good Bye, Survival Horror! Adesso arrivano i Big Money!

Resident-Evil-6

I momenti di tensione sono quindi (inesorabilmente) scomparsi per lasciare il posto a un vero e proprio tripudio di scene action lontane anni luce dalle atmosfere inquietanti dei primi capitoli. E no, la parte con Leon di RE6 non è Survival Horror. È una parte che si sforza di tornare alle origini senza riuscirci. Ma va bene così.

L’unica cosa che non va bene è constatare che Capcom ha deciso di abbandonare (e tradire) totalmente le origini di un gioco famosissimo per guadagnare semplicemente di più.
Solo che a lungo andare i fan si sono stufati dell’esagerata (anzi, esageratissima) svolta action e hanno chiesto a gran voce un VERO RITORNO ALLE ORIGINI.

Senza contare che anche altri giochi, come Dead Space, hanno deciso di allontanarsi sempre di più dal genere Survival Horror. Basta vedere l’evoluzione (o involuzione) della saga avvenuta nel giro di pochissimi anni. E vogliamo parlare di Alone in the Dark? No. Semplicemente no.
Adesso, comunque, non resta che aspettare RE7.

Sarà il capitolo della svolta, o l’ennesimo sparatutto in terza persona incapace di accontentare i fan di vecchia data?

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