BATMAN ’89 – Ombre | Recensione del revival a fumetti del Batman di Tim Burton

Sam Hamm, sceneggiatore delle pellicole batmaniane di Tim Burton, scrive un ideale terzo capitolo a fumetti !

Pubblicato il 4 Luglio 2023 alle 07:00

Autori: Sam Hamm (testi), Joe Quinones (disegni)

Formato: 17X26, 144pp., C., colori

Prezzo: 19,00 euro

Genere: Supereroi

Provenienza: USA

Casa editrice: Panini Comics

Data di pubblicazione: 27 ott. 2022

Marco -Spider-Ci- Novelli
Marco -Spider-Ci- Novelli
2023-07-04T07:00:20+02:00
Marco -Spider-Ci- Novelli

Autori: Sam Hamm (testi), Joe Quinones (disegni) Formato: 17X26, 144pp., C., colori Prezzo: 19,00 euro Genere: Supereroi Provenienza: USA Casa editrice: Panini Comics Data di pubblicazione: 27 ott. 2022

Il Batman cinematografico di Tim Burton ha indubbiamente segnato un’era, dando origine a una vera e propria “batmania” che ha contagiato milioni di appassionati in tutto il mondo.

La sua visione gotica e grottesca del Cavaliere Oscuro e il suo mondo è rimasta nel cuore di molte persone, che pur apprezzando anche le più moderne rivisitazioni del personaggio, mantengono comunque un forte legame affettivo nei confronti dei mitici film usciti nel 1989 e nel 1992.

La Dc ha deciso dunque di rinverdire e rinforzare questo attaccamento al Batman interpretato da Michael Keaton, donandogli di fatto una seconda giovinezza, sia al cinema che nei fumetti.

Sul grande schermo infatti è comparso come coprotagonista nel film The Flash, dove la capacità del Velocista di infrangere le barriere del tempo e dello spazio lo portano in una realtà alternativa nella quale è proprio il vecchio Keaton il Cavaliere Oscuro in carica.

Nei comics invece lo scrittore Sam Hamm, già sceneggiatore delle due pellicole di Burton, ha voluto scrivere un ideale terzo capitolo della saga, in una miniserie in sei parti intitolata proprio Batman ’89.

Riprendendo i fili di Batman Returns, Hamm ci reimmerge in quel fantastico universo gotico e retrò, mostrandoci la sua personale visione di Harvey Dent/Due Facce e Robin, che al cinema furono invece introdotti nella non riuscitissima pellicola di Joel Shumacher, Batman Forever.

Approfittando del fatto che nelle trasposizioni di Burton Harvey Dent era interpretato da un attore di colore (Billy Dee Williams), lo sceneggiatore aggiunge un aspetto in più alla già complessa personalità del personaggio, ovvero uno spiccato sentimento di rivalsa per avercela fatta ed essersi realizzato professionalmente, nonostante le sue umili origini, e di vicinanza nei confronti delle minoranze etniche e le fasce più povere della società, sottolineando la netta divisione tra la Gotham City benestante e quella meno abbiente.

Le tensioni sociali, soprattutto per quanto riguarda la comunità afroamericana, erano tra l’altro un tema molto sentito ed attuale in quel periodo, per cui diventa parte integrante della storia, dove non mancano anche riferimenti specifici a canzoni rap dell’epoca, che denunciavano proprio questo disagio e gli scontri continui con la polizia.

Non è un caso, dunque, che per allacciarsi alle medesime tematiche, anche il Robin di Hamm sia di colore. Trattasi di un intraprendente ragazzo di nome Drake Winston, che ha imparato ad arrangiarsi come può, lavorando come meccanico in un’officina, mentre nel tempo libero non si fa problemi ad intervenire quando nota qualche sopruso o ingiustizia, visto che mal digerisce le angherie dei più potenti o i razzisti.

Quello che colpisce è il fatto che Hamm abbia voluto discostare il più possibile Drake dai classici Robin, tanto che non lo chiama mai con quel nome in maniera diretta, o si diverte ad affibbiargli altri improbabili appellativi, ma il suo carattere così forte e deciso, oltre alla sua grande abilità nel manovrare i veicoli, lo rendono di fatto un supereroe già autonomo e pronto a spiccare il volo in solitaria. Tutto fuorché una semplice “spalla”, in sostanza…

Due Facce invece è un mix tra la versione più appariscente ed egocentrica di Tommy Lee Johns, soprattutto a livello estetico, e quella più complessa di Aaron Eckhart nel Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan. La sua parabola, da rampante e ambizioso procuratore distrettuale a folle villain sfigurato, che affida ogni sua decisione al lancio di una moneta dalla doppia faccia, è il vero fulcro del racconto e riprende un po’ tutti i topoi narrativi classici che riguardano la sua origine, come già visti al cinema o in opere cult quali Il lungo Halloween.

Il problema che ricorre spesso nelle sceneggiature di Hamm, però, è che i villain finiscono per offuscare quasi completamente quello che dovrebbe essere il protagonista, ovvero Batman. In questo caso, ahimé, è ancora più evidente, in quanto l’Uomo Pipistrello ha un ruolo sempre più marginale, ma soprattutto risulta particolarmente moscio e sottotono.

Complici anche le linee morbide e pulite di Joe Quinones e i caldi colori pastello di Leonardo Ito, in questo fumetto siamo veramente lontani dall’oscura creatura della notte vista nelle pellicole di Burton. Ma anche a livello caratteriale, Bruce Wayne è fin troppo assertivo e diplomatico. Basterebbe notare con quanta facilità lascia guidare la sua iconica Batmobile a un ragazzo come Drake, che conosce appena…

Risulta quasi più determinante e incisiva Catwoman, pur comparendo molto poco e un po’ forzatamente, giusto per accontentare i tanti fan della Gatta di Michelle Pfeiffer, che il mesto Uomo Pipistrello, quasi sempre fuori gioco o acciaccato.

L’altro punto dolente di questo racconto è il ritmo e la componente action, tipica di un fumetto di supereroi, che qui è ridotta veramente al lumicino. La parabola di Harvey Dent infatti è talmente invadente da fagocitare tutto il resto, con un’eccessiva verbosità, alternata non a sufficienza con sequenze più movimentate.

I dialoghi scritti da Hamm per fortuna scorrono abbastanza agevolmente, non appesantendo troppo la lettura, ma la mancanza di azione fatica a far decollare la storia, che sembra sempre sul punto di ingranare, ma alla fine non ha mai un vero e proprio exploit a livello narrativo.

Quinones, come detto prima, ha un tratto molto lineare e cartoonesco, che di certo non accentua la cupezza del personaggio, ma è comunque piacevole notare come si sia divertito ad omaggiare l’universo di Tim Burton, con tanti piccoli dettagli.

Il suo Batman ha un costume che unisce elementi di entrambi i film, mentre Bruce Wayne viene inspiegabilmente invecchiato con dei capelli sbiancati lungo le tempie. Due Facce invece ricorda in parte quello della mitica serie animata di Bruce Timm e in parte quello già citato di Batman Forever.

Per questo Robin nuovo di zecca Quinones ha ideato una specie di tuta ninja giallo/verde, con tanto di cappuccio e mantellina svolazzante, ma al contrario del classico Pettirosso ha gli occhi scoperti e il resto del viso avvolto da un passamontagna giallo. L’attillata tuta di Catwoman, infine, ha subìto solo qualche piccola modifica, con fianchi scoperti di colore viola/lilla, e lunghi stivali neri sotto.

In conclusione, questo revival a fumetti del Batman di Tim Burton risulta riuscito solo in parte. Ha sicuramente dei buoni spunti, ma non sempre gestiti nella maniera corretta. Se lo scrittore avesse saputo dosare meglio azione e dialoghi, tenendo più in considerazione anche il protagonista, oltre a villain e comprimari, di sicuro il racconto ne avrebbe giovato.

In Breve

Storia

6

Disegni

6.5

Cura editoriale

7

6.5

Punteggio Totale

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