L’Impero dei morti viventi – Recensione

Pubblicato il 23 Maggio 2012 alle 10:44

Cosa succede quando il più grande investigatore della storia ha a che fare con i morti viventi? Scopritelo in questa miniserie Wildstorm ambientata nella Londra vittoriana e tradotta in Italia da Magic Press!

L’Impero dei Morti Viventi
Sherlock Holmes vs. Zombi

Autori: Ian Edginton (testi), Davide Fabbri, Tom Mandrake (disegni)

Casa Editrice: Magic Press

Provenienza: USA

Genere: Horror

Prezzo: € 12, 50, 17 x 26, pp. 144, col.

Data di pubblicazione: aprile 2012


Il successo di The Walking Dead di Robert Kirkman ha dato il via a una pletora di fumetti imperniati sugli zombi e tale trend ha riportato in auge il tema dei morti viventi a suo tempo reso celebre dai film di George Romero che peraltro ha pure scritto comics sull’argomento. E ormai quasi tutte le etichette statunitensi hanno in catalogo serie e miniserie contrassegnate dalla presenza di mostruosi non morti che si cibano di carne umana.

Non fa eccezione la Wildstorm e la prova è data dalla miniserie Victorian Undead, tradotta da Magic Press con il titolo L’Impero dei Morti Viventi – Sherlock Holmes vs. Zombi. Le storie di questo tipo hanno il merito di poter essere ambientate in vari contesti fisici e temporali e anzi la varietà è d’obbligo, considerando che il morto vivente in sé è piuttosto monotono dal punto di vista concettuale e si può quindi solo giocare sugli sfondi narrativi.

Lo dimostra proprio Victorian Undead. Scritto dall’inglese Ian Edginton è ambientato, come è facile intuire dal titolo, nella Londra tardo-vittoriana e il protagonista principale della story-line è un’altra celebre invenzione dell’immaginario pop e cioè Sherlock Holmes, l’investigatore creato da Sir Arthur Conan Doyle. Come in un b-movie, abbiamo quindi a che fare con l’improbabile incontro/scontro tra Holmes e i morti viventi.

Tuttavia, la storia non è banale ed Edginton descrive abilmente lo sfondo dell’azione, evocando in maniera credibile le atmosfere dickensiane dell’era vittoriana e collegandosi alle suggestioni culturali dell’epoca (gli automi, il galvanismo e il mesmerismo), facendo inoltre riusciti riferimenti alla sensibilità della narrativa gotica e dell’estetismo fin-de-siécle e non esimendosi dal compiere riflessioni implicite sulla contrapposizione tra progresso scientifico e misticismo che nel vittorianesimo, con l’avvento della Rivoluzione Industriale, iniziava a coinvolgere le menti più acute e ingegnose.

Edginton tuttavia non dimentica di scrivere una vicenda dai toni horror e delinea una trama curiosa e avvincente che vede Holmes e il fido Watson confrontarsi con la piaga degli zombi. E non mancano classici character della saga di Holmes come il perfido Moriarty, nemico giurato del detective, che giocherà un ruolo chiave nell’incubo.

I testi e i dialoghi sono ben curati, a volte ironici, a volte riflessivi, e non mancano sapienti citazioni delle poesie di John Donne e in generale si percepisce un’allure tipicamente British, appropriata per le atmosfere che l’autore intende evocare. Bravo pure Davide Fabbri, penciler della serie, che visualizza in modo superbo le mostruosità partorite dall’immaginazione di Edginton. Bisogna comunque anche segnalare un suggestivo flashback di Tom Mandrake, caratterizzato da un bianco e nero di grande bellezza formale.

Victorian Undead non è un’opera rivoluzionaria o d’autore ma un semplice fumetto di intrattenimento, realizzato con professionismo innegabile, e promette ciò che mantiene: un sano passatempo, e con questi chiari di luna, sinceramente, non mi pare poco. La cura editoriale del volume è buona e nel complesso la proposta potrà piacere agli estimatori dell’horror.


Voto: 7

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