Il Trono di Spade 7×06: “Beyond the Wall” | Recensione

Pubblicato il 17 Agosto 2017 alle 15:10

“Non avevo mai visto la neve prima d’ora.”

Nota: a causa di un clamoroso leak la nuova puntata de Il Trono di Spade è finita in rete giorni prima della sua ufficiale messa in onda. Qualora voleste continuare a seguire la normale programmazione, chiudete l’articolo e tornate da noi lunedì mattina. Chiunque abbia già visto l’episodio, invece, si senta pure libero di spingersi oltre la barriera …

Il paragone coi Magnifici 7 non è stato poi troppo azzardato (al di là dei tantissimi meme che si sono inseguiti sui social questa settimana): la prima parte di Beyond the Wall, infatti, sembra uscita direttamente da un western d’epoca con ambientazione innevata, come Il Grande Silenzio di Corbucci, o il più recente Revenant (se vogliamo definirlo western), coi sui totali imbiancati, immensi e silenti.

Alan Taylor, espertissimo regista cinematografico (Thor: Dark World, Terminator Genisys) e televisivo (Lost, I Soprano, ma anche tanti episodi di Game of Thrones), all’inizio si diverte a giocare coi suoi tanti personaggi: noi camminiamo con Jon, Tormund, il Mastino, Thoros e Barric, Gendry e Jorah, e li osserviamo mentre interagiscono fra loro, stabilendo le basi per quella fiducia che sarà fondamentale per completare la pericolosa missione che hanno intrapreso.

Tutto sembra rilassato e disteso, nei primi minuti, ma ogni scambio di battute (per quanto divertente, beninteso: ascoltare Tormund e il Mastino che parlano di Brienne non ha prezzo!) assottiglia sempre di più l’atmosfera. Mi è piaciuta l’idea di Taylor di trasformare l’ambiente nel primo nemico a manifestarsi: il freddo diventa sempre più intenso, la nebbia sempre più ghiacciata e l’aspra visibilità trasformerà ogni ombra in un pericolo.

Siamo all’aperto, in spazi sconfinati, ma il senso di claustrofobia è attanagliante (è questo che vuole trasmettere la scena degli orsi non morti, e lo si capisce da come Taylor la imposta) e lo spettatore non sa cosa aspettarsi, circondato dalla coltre di ghiaccio tanto quanto i protagonisti stessi.

La situazione di stallo arriva quando i nostri, costretti a ripiegare su un’isolotto al centro di un lago ghiacciato, vengono circondati dall’esercito degli Estranei. Sul momento sembra chiaro che i non-morti temano di finire in acqua e che quindi si accontentino di vedere gli umani morire assiderati, ma col senno di poi viene da chiedersi se il re della Notte non abbia orchestrato ogni cosa: l’arrivo dei draghi pare non averlo minimamente impensierito, anzi la sua contromisura subitanea, precisa e fredda (ah-ah) dà proprio l’idea di essere preventivata.

Certo, era quasi lecito aspettarsi la morte di un drago (non ci sarebbe stata una guerra fra umani e non-morti, altrimenti, ma una spruzzatina di fuoco e tanti saluti) ma vederlo accadere sul serio fa un certo effetto. Per non parlare, ovviamente, della sua trasformazione in non-morto. Nella prossima stagione lo scontro fra ghiaccio e fuoco diventerà realtà.

A proposito della prossima stagione: non dovremo mica aspettare tanto per il primo bacio fra Jon e Dany (anzi, niente Dany), giusto? Ormai sembra chiara (ancora più chiara, anzi, diciamo pure lapalissiana) l’intenzione degli autori di imbastire questa love story, quindi l’unica arma narrativa rimasta alla produzione è quella di prolungare l’attesa negli spettatori. Staremo a vedere se ci saranno degli sviluppi nell’ultima puntata.

Ultima puntata che si preannuncia assolutamente imprevedibile: le tensioni a Grande Inverno fra Arya, Sansa e Ditocorto, il non-morto da scortare ad Approdo del Re, le macchinazioni di Cersei, i sentimenti contrastanti di Jaime e Tyrion, Sam in fuga dalla Cittadella, Jon e Daenerys finalmente alleati contro il re della Notte … il tutto per ben ottanta minuti, in quella che sarà la puntata più lunga dello show finora.

Insomma, l’inverno è arrivato e c’è da divertirsi.

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