Greek Street – Peter Milligan – recensione

Pubblicato il 14 Marzo 2011 alle 15:19

Greek Street

Autori: Peter Milligan (testi), Davide Gianfelice, Werther Dell’Edera (disegni)
Casa Editrice: Planeta De Agostini
Provenienza: USA
Prezzo: € 27,00, 16,8 x 27,7, pp. 400, col.


Quando ho finito di leggere Greek Street mi sono chiesto: perché in Italia non esistono fumetti di questo tipo? E non mi riferisco ai disegni, considerando che i penciler sono nostri connazionali; ma alla sceneggiatura di Peter Milligan, l’eccentrico e trasgressivo autore di Shade The Changing Man, Enigma, X-Statix e altre opere. Potrei azzardare una risposta pensando agli editori nostrani che, forse, sono pavidi e non hanno la volontà di pubblicare comics dall’ispirazione eversiva. Oppure perché, più semplicemente, non capiscono una mazza, così come non capiscono una mazza gli sceneggiatori dello stivale.

Ma magari affronterò l’argomento altrove e ora mi occuperò di Greek Street, uno dei serial più recenti della Vertigo, scritto da Milligan, appunto, e disegnato da Davide Gianfelice, a parte tre episodi illustrati da Werther Dell’Edera. In diverse occasioni ho scritto che Milligan, pur appartenendo all’innovativa scuola britannica dei vari Moore, Morrison, Gaiman e così via, è discontinuo poiché capace di realizzare opere fortemente provocatorie ma pure altre piuttosto convenzionali.

Fortunatamente, Greek Street appartiene alla prima categoria. Anzi, si può dire che era dai tempi di The Extremist che Milligan non affrontava tematiche così scottanti. La story-line si svolge a Londra, in prevalenza nei quartieri a luci rosse di quella Soho perversa e depravata cantata da Marc Almond e i suoi Soft Cell in un capolavoro techno-pop degli eighties, ‘Non Stop Erotic Cabaret’. Un luogo di locali notturni e peep-show frequentato da anime perdute che vanno fuori di testa non appena vedono una splendida spogliarellista.

La storia è imperniata sul giovane Eddie che, in un club, abborda una bella lavoratrice del sesso, va a casa sua e passa la notte con lei. Fin qui non ci sarebbe, tutto sommato, nulla di particolare. Se non fosse che la donna è sua madre e, per giunta, Eddie la uccide. Greek Street, quindi, inizia con la scioccante descrizione di un incesto che degenera in un matricidio; e, peraltro, l’incesto è uno dei temi che, nella Grecia classica, i drammaturghi avevano spesso affrontato, così come la vendetta e le più violente pulsioni dell’animo umano.

Le tragedie greche, infatti, sono l’elemento dominante del serial. E, man mano che si procede nella lettura, appariranno le Furie dei vecchi miti, incarnatisi in un clan di gangster che controlla il business del vizio londinese; la terribile Medea ansiosa di vendetta; un trio di Baccanti; persino il coro delle tragedie, rappresentato da procaci spogliarelliste, e addirittura un satiro arrapato. A rendere più avvincente il tutto, Milligan aggiunge poliziotti gay, veggenti psicopatiche, viziosi aristocratici, ex agenti della S.A.S., pornografi, in un’atmosfera violenta, carica di pathos e drammaticità, e non priva di momenti horror con l’accento su corpi smembrati e mutilazioni varie, comprese quelle genitali.

Lo story-arc è, inoltre, caratterizzato, di tanto in tanto, da riflessioni sulle disparità sociali ed economiche, sulle tensioni razziali, con riferimenti espliciti al cosiddetto ‘scontro di civiltà’ e alle contrapposizioni con il mondo islamico, con una vena di forte anti-militarismo. Altro non aggiungo, specie per ciò che concerne il plot, poiché, ne sono certo, Greek Street costituirà una sorpresa per molti e non vorrei rovinarne l’effetto.

I testi di Milligan sono ottimi e i dialoghi hanno una valenza sarcastica e graffiante che ricordo solo di aver riscontrato in Shade, in Enigma e nei momenti più riusciti di X-Statix. E, per giunta, lo scrittore utilizza numerosi stili espressivi, tramite un’alternanza di narrazioni in prima persona da parte dei characters, e qualche soluzione meta-narrativa di impronta post-moderna.

Greek Street, a mio parere, avrebbe però meritato disegnatori migliori. Sinceramente, Davide Gianfelice non mi piace e non me ne vogliano i suoi estimatori, e lo stesso dicasi per Werther Dell’Edera. In ogni caso, i due si dimostrano efficaci. Per ciò che concerne la cura editoriale, ci sono alcuni errori di stampa e piccole imprecisioni. È bene chiarirlo. Però Greek Street è un lavoro pregevole: in poche parole, tutto ciò che buona parte del fumetto italiano non è. Possibile che nel nostro paese non si producano comics del genere?


Voto: 8

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