Recensione: Le Ragazze nello studio di Munari – Alessandro Baronciani

Pubblicato il 22 Febbraio 2011 alle 10:00

Autore: Alessandro Baronciani (testi e disegni)
Casa Editrice: Black Velvet
Provenienza: Italia
Prezzo: € 19,00, 15,21, pp. 232, b/n e col.


In passato mi è capitato di leggere opere che non sono semplici fumetti ma qualcosa di più. E in quelle occasioni mi hanno suscitato una marea di riflessioni e di idee e, se avete buona memoria, ricorderete la mia difficoltà nel rendere a parole la loro grandezza. Ed è successo anche stavolta, con Le ragazze dello studio di Munari, scritto e disegnato da Alessandro Baronciani e pubblicato da Black Velvet.

Innanzitutto va specificato che la graphic novel è di alto livello, sia per la qualità dell’aspetto grafico sia per l’intensità e la profondità dei testi. Protagonista del volume è Fabio, un ragazzo come tanti che gestisce una libreria, estimatore di uno dei più grandi artisti del Novecento: Bruno Munari. Ma Fabio ha molteplici interessi in campo artistico, letterario e cinematografico. In poche parole, è un giovane profondo e colto.

E c’è anche un’altra passione per lui fondamentale: le donne, o meglio l’universo femminile in tutta la sua complessità. L’incessante attrazione nei confronti dell’altra metà del cielo lo conduce a comportamenti discutibili, dal momento che intreccia contemporaneamente una relazione con tre ragazze diverse. Tuttavia, le tre storie finiscono nello stesso periodo e tale avvenimento spinge Fabio a ripercorrere, con la memoria, gli eventi più salienti della sua esistenza, cercando di capire qualcosa di se stesso.

La struttura della trama potrebbe apparentemente essere considerata anti-narrativa, nel senso che la sceneggiatura è composta da tante storie, o meglio, da embrioni di storie che, credo per volontà dell’autore, non vengono mai compiutamente concluse: anzi, ogni ricordo dà vita a un ricordo successivo, in un affascinante percorso psicologico ed emotivo di grande poesia e di notevole valenza espressiva. Il ritmo dei testi, in effetti, è scorrevole e musicale e cattura sin dal principio l’attenzione del lettore, ammaliandolo.

Il volume, per giunta, è pieno di citazioni e riferimenti, non solo riguardanti Munari. Ci sono echi della grande tradizione narrativa memorialistica, tantissime suggestioni cinematografiche, soprattutto del cinema francese o di quello di Antonioni. Ciò che viene celato nella narrazione, poiché lo stesso Fabio dichiara di non voler spiegare tutto ciò che riguarda i suoi rapporti con le donne, è in verità significativo e, a conti fatti, se si analizza l’opera attentamente, si intuirà che le omissioni hanno un significato e rivelano molto di più di quello che viene esplicitamente confessato.

Se la parte testuale de Le Ragazze Nello Studio di Munari è pregevole, che dire dei disegni? Affermare che Baronciani, che oltre ad essere un penciler, è anche grafico pubblicitario e art director, è bravissimo non rende l’idea. Il suo tratto è fluido ed essenziale, altamente espressivo, e perfetto per l’atmosfera intimista e malinconica della vicenda. Quello che, però, colpisce è soprattutto la sua tendenza a sperimentare con la cartotecnica.

Cercherò di farmi capire: il libro è prevalentemente in bianco e nero; ma ci sono, di tanto in tanto, pagine a colori (da notare la sequenza in cui Baronciani si collega agli effetti cromatici delle pellicole di Antonioni); altre sono inchiostrate in maniera differente, e in questo caso l’autore tende a mimare l’effetto visivo dei film in bianco e nero. In una pagina c’è una pecora che dice ‘Toccami!’ e se il lettore toccherà la pecora noterà che la superficie della carta è morbida come quella della lana; in un’altra c’è il disegno di una porta con lo spioncino aperto con un autentico foro in cui si può vedere il viso di una ragazza della pagina successiva. Altre sono realizzate con carta trasparente e opaca per rendere visivamente l’effetto della nebbia milanese, e così via.

Spero di essere riuscito a spiegare la portata creativa di questo libro e non esito a considerare Le Ragazze Nello Studio di Munari il miglior fumetto italiano degli ultimi tempi. Molti si chiedono spesso se la letteratura disegnata possa o no essere considerata arte. Be’, in questo caso, si prende il volume, lo si legge, si giunge alla fine, lo si chiude e ci si accorge di avere avuto a che fare proprio con l’Arte. E, del resto, questo è un omaggio all’Arte, nonché una lode alla donna (e alla sua inafferrabilità), con la sua stupenda galleria di ritratti femminili. Rivolgo i miei più vivi complimenti a Baronciani per averci donato questo gioiello e alla Black Velvet per avere avuto il coraggio e la sensibilità di proporlo.


Voto: 9

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