Recensione: Batman n. 43

Pubblicato il 18 Febbraio 2011 alle 11:55

Autori: Grant Morrison (testi), Chris Sprouse (disegni)
Casa Editrice: Planeta De Agostini
Provenienza: USA
Prezzo: € 3,50, 16,8 x 25,7, pp. 48, col.


Grant Morrison non finisce di sorprendermi. Credo di avere ormai capito tutto di lui e arrivo a considerarmi avvezzo ai suoi guizzi fantasiosi e poi sono costretto, come accade spesso, a dovermi ricredere. E la lettura di questo sorprendente n. 48 del mensile Planeta dedicato a Batman ne è l’ennesima conferma.

Che la run morrisoniana di Batman passerà alla storia dei comics è assodato. Il tentativo dello scrittore scozzese di dare coerenza a una pletora di storie prodotte nell’arco di settant’anni di vita editoriale è andato a buon fine e io per primo non so capacitarmi di come Grant ci sia riuscito. Eppure è così. Prendendo tutti quegli elementi, sovente in contraddizione, considerati funzionali, Morrison ha costruito un intricato arazzo narrativo, complesso, avvincente e, soprattutto, logico, che ha letteralmente esaltato i fans dell’Uomo Pipistrello.

Con la morte di Batman nella sequenza intitolata Batman R.I.P. e nel seminale episodio conclusivo di Final Crisis, inoltre, Morrison ha inaugurato una nuova stagione creativa ed editoriale, proponendo quello stupendo gioiello pop che è Batman & Robin, imperniato sul nuovo Batman, alias Dick Grayson, e l’attuale Robin, cioè il terribile Demian, figlio di Bruce Wayne, da lui concepito con la perfida Talia Al Ghul.

Ma, naturalmente, come sanno gli estimatori più scafati dei comics USA, nessuno muore veramente e il ritorno di Bruce Wayne era questione di tempo. Ciò è avvenuto nella fenomenale miniserie Batman The Return of Bruce Wayne, il cui primo capitolo viene appunto pubblicato nel n. 48 del Batman Planeta attualmente in uscita.

I lettori attenti hanno da mesi notato che le atmosfere delle storie del Cavaliere Oscuro, ricche di riferimenti, citazioni e suggestioni disparate, si sono collegate all’occulto, la demonologia e il satanismo propriamente detto. Il Dottor Hurt, per esempio, uno dei villain ricorrenti della run morrisoniana, è forse il diavolo in persona e lo stesso Batman potrebbe assumere una valenza demoniaca.

E’ a questo che gli indizi sembrano condurre e i mesi successivi ci diranno se è così. Tuttavia, che cosa è accaduto a Bruce Wayne dopo la sua presunta dipartita? Giunto in un’epoca primitiva, costretto a confrontarsi con tribù guerriere, un character classico come Vandal Savage e altri pericoli, peraltro alcuni già sottilmente anticipati in Final Crisis, Morrison inizia a narrare le vicissitudini di Bruce Wayne perduto nei meandri del tempo.

Si direbbe che si tratti di un fumetto di Batman stile fantasy, con esperimenti linguistici che mi fanno pensare al post-modernismo o agli stilemi di autori alla Samuel R. Delany, con influssi della fantascienza di H.G. Wells, di storie leggendarie come ‘Pog’ di Alan Moore (uno degli episodi più famosi del suo Swamp Thing) e tocchi di visionarietà. E non manca il mystery, poiché Grant, non pago di aver finora costruito una fiction labirintica, inserisce nuovi enigmi relativi a future catastrofi e a paradossi temporali.

Insomma, il primo capitolo di questa miniserie è un’ulteriore innovazione rispetto ai numeri precedenti e mi ha realmente emozionato. I disegni di Chris Sprouse sono efficaci e il penciler riesce a rappresentare abilmente un Bruce Wayne ‘preistorico’, appropriato per i toni quasi new wave (alla maniera di certi racconti di Michael Moorcock) della vicenda.

E se già Batman era una lettura essenziale, ora è a dir poco un must. Le trame del Cavaliere Oscuro hanno preso una piega impensabile e non riesco proprio ad intuire cosa architetterà la perversa mente dell’autore di Glasgow. Da non perdere.


Voto: 8

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