Recensione: Uncle Sam

Pubblicato il 8 Gennaio 2011 alle 10:23

Autori: Steve Darnall (testi), Alex Ross (disegni)
Casa Editrice: Planeta De Agostini
Provenienza: USA
Prezzo: € 15,95, 16,5 x 25,7, pp. 128


L’espressione ‘Zio Sam’ viene usata per indicare gli Stati Uniti d’America, il suo popolo, i governi a stelle e strisce e l’apparato politico, militare e industriale degli yankee. L’origine della definizione risale all’Ottocento, mutuata dalla sigla U.S. che, per motivi di sicurezza, fu intesa come ‘Uncle Sam’ (e potrete saperne di più al riguardo leggendo la post-fazione di questo volume Planeta che include i due numeri della miniserie Vertigo Uncle Sam, appunto).

In seguito, però, si giunse a una personalizzazione dello Zio Sam e nella stampa propagandistica si vide un uomo anziano, vagamente somigliante a Lincoln, con un cappello a cilindro e abiti che richiamavano la bandiera americana. La nascita di tale icona è complessa; possiamo, comunque, affermare che un genio della propaganda, Edward Louis Bernays, nipote di Freud, la usò per un poster ancora oggi famoso, allo scopo di convincere l’opinione pubblica ad accettare le politiche militaristiche made in USA, disegnato da James Montgomery Flagg. Nell’illustrazione, Zio Sam, con sguardo severo, puntava il dito su un ideale interlocutore, accompagnato dalla didascalia ‘I Want You!’ (nei sixties, Lee & Kirby la citarono per promuovere l’M.M.M.S, con la Cosa che, a mo’ di Zio Sam, e con la stessa postura, affermava ‘The M.M.M.S Wants You!).

Zio Sam, successivamente, entrò nel mondo dei comics, grazie, in particolare, al leggendario Will Eisner, padre di Spirit, e a Lou Fine, che lo fecero esordire nel 1948 su National Comics, pubblicato dalla Quality Comics. Anni dopo, la DC acquistò i diritti di alcuni personaggi Quality, compreso Zio Sam, e lo utilizzò in comic-book come Freedom Fighters e All-Stars Squadron.

In verità, ammettiamolo, si trattava di un eroe farsesco (e Wolfman e Perez lo trattarono in questa maniera nella maxiserie Crisis On Infinite Earths, tramite i sarcastici commenti di Lex Luthor nei suoi confronti); tuttavia, a riprova che certe creazioni possono risultare valide se finiscono nelle mani di abili autori, la mini Vertigo Uncle Sam è di elevata qualità.

Scritta da Steve Darnall, è la cronaca impietosa, narrata con lo stile del monologo interiore, del doloroso viaggio di Uncle Sam nei meandri del ‘sogno americano’, delle sue illusioni e falsità. Il vecchio eroe, alcolizzato, ridotto a vivere come un barbone, metafora di un’America disastrata, osserva, suo malgrado, in una serie infinita di visioni e incubi, gli Stati Uniti contemporanei: una società piena di violenza e razzismo (verso i neri e gli indiani, per esempio), manipolata dalla propaganda mediatica, asservita agli interessi delle corporation e del business, incurante dei deboli e dei disagiati, con una politica corrotta controllata dalle lobby.

La colpa di tutto ciò, sembra, è di una specie di doppio malvagio di Uncle Sam; ma nemmeno il popolo americano è innocente: è lui, infatti, che usa le armi da fuoco, organizza conflitti, uccide i medici che compiono aborti e ha rinunciato all’indipendenza di pensiero, trasformandosi in un gregge tiranneggiato e dileggiato dai potenti di turno.

In un percorso psichico che porta Uncle Sam ad assistere agli eventi cruciali della storia americana (il periodo della colonizzazione, la guerra civile, l’assassinio di Kennedy), Uncle Sam combatte la sua battaglia più difficile, scoprendo la natura illusoria della cosiddetta democrazia statunitense. E non mancano, in perfetta tradizione Vertigo, riferimenti esoterici (la dea Columbia, modello della Statua della Libertà, gioca un ruolo importante nella trama; e così Britannia) e il volume si conclude addirittura con il simbolo della setta degli Illuminati che, secondo alcuni, è alla base della nascita degli Stati Uniti.

Se i testi di Darnall sono validi, lo stesso dicasi per i dipinti iperrealisti di Alex Ross, il grande artista di Marvels e Kingdom Come, che, in una serie di sequenze altamente espressive, si ricollega alla gloriosa tradizione illustrativa americana, rappresentata dal maestro Norman Rockwell, modello esplicito dell’opera. In altre parole, Uncle Sam è un volume di grande pregio e sarebbe un peccato lasciarselo sfuggire.


Voto: 8

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