Recensione Marvel Gold Capitan America Ricordi di Guerra – Panini Comics

Pubblicato il 22 Settembre 2010 alle 10:46

Autori: Roger Stern (testi), John Byrne (disegni)
Casa Editrice: Panini Comics
Provenienza: USA
Prezzo: € 17,00, 17 x 26, pp. 144


Si può dire che negli ultimi tempi i fan italiani di Capitan America stanno vivendo un buon momento, sia per le diverse iniziative targate Panini Comics dedicate al Vendicatore a stelle e strisce, sia per la loro qualità intrinseca. Finora abbiamo avuto modo di leggere materiale firmato dagli immortali Stan Lee e Jack Kirby, o quello più recente del bravissimo Ed Brubaker.

Ma c’è un altro volume, inserito nella linea Marvel Gold, che offre altre, ottime storie d’annata, stavolta degli anni ottanta, tutt’oggi considerate tra le migliori della lunghissima vita editoriale della serie di Cap. Non c’è da stupirsene, dal momento che questi episodi, raccolti nel tp ‘Ricordi di Guerra’ sono scritti da Roger Stern e disegnati dal celeberrimo John Byrne.

Siamo, quindi, in piena era Jim Shooter, quando l’autore di Secret Wars e di Starbrand, all’epoca editor, svecchiava e innovava i serial più importanti della Casa delle Idee, dando spazio ad autori fortemente innovativi come Frank Miller, Chris Claremont, Walt Simonson o Bill Sinkiewicz (e anche facendone scappare altri, che mal sopportavano i suoi metodi dispotici e arroganti). Tra coloro che furono coinvolti nel rinnovamento Marvel vanno citati, appunto, Roger Stern, noto per la sua lunga run di Avengers, successiva a quella di Cap, e John Byrne, che era forse, grazie al suo leggendario apporto alla serie Uncanny X-Men, il penciler più popolare e apprezzato.

Quando i due decisero di occuparsi del Capitano, comunque, erano consapevoli che la situazione editoriale del personaggio era complicata. In precedenza, c’erano stati ottimi autori e numerosi episodi di piacevole lettura; mancava, però, la coerenza, dal momento che i cartoonists succedutisi fino ad allora avevano gestito l’eroe in maniera confusa e contraddittoria, a cominciare dalle origini di Cap che è un eufemismo definire complicate.

Stern e Byrne, quindi, decisero di eliminare gli elementi della saga di Cap che rischiavano di confondere il lettore e di impostare origini ‘definitive’, in uno stupendo episodio passato alla storia dei comics. Stern, fedele allo stile super-eroistico alla Stan Lee, delineò trame avvincenti, giocando con classici nemici come Batroc, o recuperando vecchi villains del serial Invaders come il vampiro nazista Baron Blood (in uno degli episodi più belli del ciclo, in cui peraltro esordisce il nuovo Union Jack) o usando personaggi che Cap non aveva mai affrontato, per esempio Machinesmith e il mostruoso Dragon Man.

Nello stesso tempo, Stern inserì un nuovo amore per Cap, la bella Bernie Rosenthal, anche se non riuscì ad approfondirne più di tanto la psicologia (cosa che fece in seguito J.M. De Matteis) e inserì il Capitano in situazioni mai viste prima: basti pensare al meraviglioso ‘Cap For President’, in cui Steve Rogers deve decidere se candidarsi o no alla Presidenza degli Stati Uniti.

Se i testi di Stern rimangono validi, lo stesso si può dire dei disegni di Byrne, che in quel periodo aveva già deliziato i lettori con gli X-Men e si apprestava a farlo con i Fantastici 4. Fedele al motto ‘Back to the Basics’, Byrne si ricollegò allo stile kyrbiano (basti riflettere sulla corporatura muscolosa di Steve che richiama quella originaria del Re), elaborandolo in maniera personale, proponendo un disegno dal tratto elegante e fluido, perfetto per le classiche vicende super-eroiche di queste storie.

Ecco, classico è il termine giusto. Gli episodi di ‘Ricordi di Guerra’ possono a tratti sembrare datati, specie se li si paragona a quelli molto più eversivi della coppia DeMatteis/Zeck (gli autori de L’Ultima Caccia di Kraven, tanto per capirci), che sostituiranno Stern e Byrne, e ancora di più se li confrontiamo con le odierne atmosfere noir di Brubaker. Ma erano altri tempi, quelli di una Marvel Comics che proponeva fumetti di qualità sopraffina, in misura maggiore di quanti ne proponga oggi, almeno secondo me (ma ne potremmo discutere a lungo e sono sicuro che verrebbe fuori un dibattito stimolante). E ‘Ricordi di Guerra’ di sicuro è questo: un volume di qualità sopraffina. Nonché classico. Provatelo.


Voto: 8

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