Gerusalemme, Un Ritratto di Famiglia, recensione Panini 9L

Pubblicato il 14 Novembre 2013 alle 15:40

Gerusalemme è tormentata dal sangue e dalla violenza. È la tesi di Boaz Yakin, autore di un’intensa graphic novel illustrata da Nick Bertozzi e tradotta da Panini Comics! Seguite le vicissitudini di una famiglia ebrea in un arco di tempo che coinvolge tre generazioni!

Gerusalemme – Un Ritratto di Famiglia

Autori: Boaz Yakin (testi), Nick Bertozzi (disegni)

Casa Editrice: Panini Comics

Genere: Intimista

Provenienza: USA

Prezzo: € 24,90, 16,7 x 23,7, pp. 384, col.

Data di pubblicazione: maggio 2013

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Una storia ambientata a Gerusalemme non può non affrontare le tematiche dell’ebraismo e del conflitto con i palestinesi e se devo essere sincero prima di leggere questo volume non ero entusiasta, più che altro perché mi aspettavo un discorso di parte, orientato favorevolmente nei confronti di Israele e critico verso la popolazione palestinese che considero l’autentica vittima di una vergognosa e aggressiva politica militarista e razzista. Inoltre, mi attendevo il consueto vittimismo ebraico, la retorica sull’Olocausto e tutto il campionario piagnone che abbiamo imparato a sopportare. La sensazione era avvalorata dal fatto che l’autore di Gerusalemme, Boaz Yakin, è di origine ebraica e ha raccontato una complessa vicenda ispirandosi parzialmente ai racconti del padre.

gerusalemme 3

E invece Gerusalemme non è niente di ciò che temevo. Yakin narra le vicissitudini di una famiglia ebrea che vive nella Città Santa in un arco di tempo che va dal 1940 al 1948, benché ci siano sequenze collocate in periodi precedenti. E si concentra proprio su esperienze individuali. Ovviamente, lo sfondo della story-line è inserito in un contesto storico preciso e nella trama non mancano echi, accenni e riferimenti agli eventi realmente accaduti. Di conseguenza, Yakin non trascura, sebbene affronti il tema in maniera indiretta, l’orrore del nazismo, per esempio; o le difficoltà provocate dalla presenza dell’esercito britannico; o il terrorismo della Banda Stern nonché la proclamazione dello stato d’Israele e la conseguente diatriba con i palestinesi.

Ma la sua attenzione è rivolta sui componenti della famiglia Halaby e le loro difficoltà, i sogni, le aspirazioni, le gioie e i dolori. Questi ultimi, in verità, sono preponderanti e la tragedia, specchio di quella più grande che tormenta il mondo che li circonda, li colpirà spesso. Fare un riassunto della trama di Gerusalemme è difficile e forse impossibile, considerando che il plot ha una dimensione vasta quanto quella di un romanzo e i character sono numerosi. E d’altronde non esiste solo la famiglia Halaby; ci sono arabi, inglesi, personaggi di vario tipo che contribuiscono a rendere imprevedibile la lettura.

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Uno dei grandi meriti di Yakin è l’equidistanza. Non parteggia per nessuno. Non esprime giudizi di condanna o di assoluzione. Secondo la sua ottica, ebrei e palestinesi sono vittime. Vittime della violenza dilagante. Vittime di una terra che, come afferma uno dei personaggi, è nata nel sangue e continuerà a vivere nel sangue. L’autore descrive quindi persone, conferendo loro dignità umana. Sono esseri umani i sionisti pronti a tutto pur di perseguire i loro obiettivi. Sono esseri umani gli arabi che non si vedono riconosciuti i loro diritti. Sono esseri umani i ragazzini ebrei che a scuola patiscono le offese degli insegnanti britannici. Sono esseri umani i soldati inglesi costretti a vivere in un ambiente rischioso. È un essere umano il capostipite della famiglia Halaby, un uomo disincantato che ha imparato a sopportare in silenzio le tragedie. È un essere umano la moglie, donna indurita dalle difficoltà quotidiane ma non per questo crudele. È un essere umano la moglie italiana di uno dei ragazzi Halaby che sperimenta a sue spese il razzismo degli ebrei nei confronti di una goyim. Sono esseri umani i giovani attratti dalle ragazze che cercano di trovare una via d’uscita dalle brutture. E sono esseri umani coloro che odiano.

L’odio è un altro elemento fondamentale di Gerusalemme ed è ciò che rende vittime questi esseri umani. E con l’odio esiste la durezza, il rancore e la violenza. Lo sintetizza una disperata Sylvia, uno dei personaggi meglio tratteggiati, quando pronuncia queste frasi magistrali: ‘Questa è una famiglia? Una famiglia è conforto, amore. Dividete lo stesso letto ma dal giorno in cui sono arrivata non ho sentito una parola gentile, né per me né per uno di voi. Famiglia? Siete un branco di cani selvaggi, tutti rinchiusi in una gabbia. E tu, bestia che picchi i bambini! Che razza di uomo vuole essere tanto amato dai suoi nemici ma lascia che il sangue del suo sangue lo odi e abbia paura di lui?’.

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E ciò mi conduce ad altri importanti elementi di Gerusalemme: Yakin dimostra che anche gli ebrei possono essere crudeli e razzisti; pure loro sono capaci di discriminare. E la colpa è sempre e solo dell’odio che fomenta divisioni sia all’interno delle famiglie sia nella collettività. E il secondo elemento è simboleggiato dall’infanzia. I bambini contano enormemente nel plot e sovente assumono un ruolo importante. Ed è l’immagine di un bimbo fatto a pezzi da una granata che conclude il libro e mostra al lettore la crudezza di un’esistenza di scontri sanguinosi, di case distrutte dai bombardamenti, di attentati e di violente rese dei conti. A questo inferno si contrappone il mondo visionario e immaginifico del Sogno di Una Notte di Mezza Estate di Shakespeare e in particolare del vivace Puck che uno dei bambini di Gerusalemme ama interpretare in un piccolo teatro. Ma il sogno non lo aiuterà.

Si può intuire che un’opera simile richiedeva un penciler all’altezza e Nick Bertozzi che forse qualcuno ricorderà per Il Grande Viaggio di Lewis & Clarke svolge un lavoro encomiabile con il suo tratto indie, apparentemente grezzo e dimesso ma espressivo come non mai; ed è lui, grazie pure a un riuscito e incisivo uso delle mezzetinte, a rappresentare degnamente la desolazione di un mondo stravolto dalla crudeltà e le vivide emozioni che animano i personaggi. Anche per quanto riguarda l’aspetto grafico, quindi, l’opera è da promuovere. Se volete perciò leggere un fumetto capace di emozionare e di far riflettere, Gerusalemme è ciò che fa per voi.

Voto: 8

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