Snowpiercer fumetto: recensione del volume che ha ispirato il film

Pubblicato il 5 Marzo 2014 alle 09:45

Il consistente tomo da cui Bong Joon-ho ha tratto libera ispirazione per l’omonima pellicola è recentemente stato pubblicato in edizione economica da Editoriale Cosmo.

Snowpiercer-1-fumettoSnowpiercer – Transperceneige

Autori: Jacques Lob, Benjamin Legrand (testi) e Jean-Marc Rochette (disegni).

Casa Editrice: Editoriale Cosmo.

Provenienza: Francia.

Genere: Post-Apocalittico / Avventura.

Prezzo: 5,90 Euro.

Data di pubblicazione: febbraio 2104

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Chi, come noi di Mangaforever, segue da tempo le avventure dell’Editoriale Cosmo, giovane casa editrice di Bologna, è abituato alle encomiabili operazioni che è solita fare: portare o riportare nel nostro paese grandi fumetti, perlopiù di area francofona, e renderli disponibili al pubblico in formato bonellide e a prezzo popolare.

Niente di cui stupirsi, quindi, avendo tra le mani “Snowpiercer – Transperceneige”, volume da 256 pagine che pubblica l’intero arco narrativo realizzato dal trio Lob, Legrand e Rochette e ha come protagonista il treno, o meglio, i treni, che incessantemente percorrono la superfice di una Terra ormai ghiacciata e invivibile, alla ricerca di quel calore, scaturito dal moto stesso dell’enorme mezzo di trasporto, capace di far sopravvivere ciò che resta dell’umanità.

Un po’ come in “Cecità” di Saramago, quel che resta dell’umanità, invece di riorganizzarsi su basi migliori e più giuste, non fa altro, dopo il disastroso evento che ha colpito il pianeta, che dar sfogo ai propri peggiori istinti: e così i mille e uno vagoni dello Snowpiercer sono divisi in base alla ricchezza e all’influenza di chi li abita. I poveri e quelli che non contano sono confinati negli invivibili vagoni finali, mentre in testa ci sono vagoni quasi vuoti, abitati da un’autorità cieca e prepotente.

Snowpiercer 01

A raccordare le due realtà, Proloff, che riesce nell’impresa di lasciare le ultime carrozze e per questo viene condotto in testa al treno, per essere interrogato direttamente dal Presidente. Un viaggio nel viaggio, dunque, che ci permette di cogliere la lezione allegorica di Jacques Lob, autore della prima parte, le cento e passa tavole de “La morte bianca”, risalenti al 1984. Non solo. Ci permette di addentrarci in una storia davvero interessante, capace di catturare il lettore e costringerlo a una lettura che non è perpetua solo perché il fumetto ha un numero limitato di pagine (ma nell’intervista che Jean-Marc Rochette rilascia a Mauro Giordani nella parte finale del volume il disegnatore rivela che si sta pensando di tornare a lavorare su questo mondo).

In una realtà distopica i gesti isolati e per certi aspetti eroici di Proloff prima e di Puig, geoesploratore protagonista del secondo e terzo arco narrativo, “Il geoesploratore” e “La terra promessa”, risalenti rispettivamente al 1999 e al 2000 e realizzati da Benjamin Legrand, attirano la simpatia dei lettori e permettono di cogliere appieno storture e deformità dell’autorità post-apocalittica. A bordo dello Snowpiercer o del Wintercrack non cambia molto: bugie, tradimenti, sotterfugi animano il potere, interessato solo ai propri privilegi e alla propria conservazione.

Gli ultimi, i reietti, non vengono quasi mai mostrati, ma l’efficacia narrativa dei due scrittori permette comunque di immaginare le loro pietose condizioni, soprattutto per quel che riguarda gli sfortunati abitanti della coda dello Snowpiercer.

Snowpiercer 02

A legare l’opera dei due scrittori, vari particolari oltre che la mano di Jean-Marc Rochette, di cui possiamo constatare l’evoluzione stilistica: del resto ben quindici anni separano il primo arco narrativo dagli altri due. Nella prima parte più chiaro e lineare, l’artista di Grenoble diventa meno definito e più abbozzato tornando al lavoro con Legrand al posto del compianto Lob.

Del resto, anche la sceneggiatura, sempre capace di mettere su tavola una storia intrigante e coinvolgente, come e più della precedente, ha, nella seconda parte, momenti un po’ veloci, ma tiene comunque aperto questo che può ben dirsi un prezioso caposaldo del fumetto francese moderno a successivi ritorni, come quello che, pare, a seguito del successo del film di Bong Joon-ho immancabilmente ci sarà.

Voto: 9

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