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Ultimate Spider-Man Vol.1 – Sposato con figli, la recensione

Marco -Spider-Ci- Novelli 20/05/2025

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  • Autori: Jonathan Hickman, Marco Checchetto, David Messina
  • Formato: 17X26, C., 160p.
  • Casa editrice: Panini Comics
  • Data di uscita: 15 mag. 2025
  • Prezzo: 23,00 euro

Il primo lancio della linea Ultimate nel 2000 fu una vera ventata d’aria fresca in casa Marvel, che ebbe un grande riscontro di critica e pubblico, anche grazie ad autori di primo piano coinvolti, come Brian M. Bendis e Mark Millar, affiancati da superstar della matita come Mark Bagley e Bryan Hitch, coi quali rilanciarono Spider-Man e gli Avengers (qui ribattezzati “Ultimates”), le serie sicuramente più di successo, a cui seguirono anche Ultimate X-Men e Ultimate Fantastic Four.

L’universo Ultimate fu una delle tante intuizioni geniali dell’allora editor-in-chief Joe Quesada, che grazie anche alla linea più adulta Marvel Knights riuscì veramente a risollevare le sorti della Casa delle Idee, dopo un lungo periodo di stagnazione.

Come sempre accade, però, dopo qualche anno la scintilla iniziale iniziò ad affievolirsi e nel 2015, complice il mega-evento Secret Wars, fu deciso di far piazza pulita dell’universo Ultimate, inglobando comunque i personaggi più riusciti, come Miles Morales, il secondo (Ultimate) Spider-Man, nell’universo Marvel canonico.

Sembrava dunque la fine di questa gloriosa e sfavillante era dei comics, ma si sa che nel mondo dei supereroi nulla è per sempre, specie quando a metterci lo zampino è un deus ex machina assoluto come Jonathan Hickman, che dopo aver rimodellato gli Avengers e gli X-Men tradizionali in lunghi ed acclamati cicli, ha deciso di rivitalizzare anche il brand Ultimate.

Con la miniserie Ultimate Invasion del 2023 Hickman riapre le danze, sfruttando il personaggio del Creatore, ovvero un Reed Richards malvagio proveniente dal vecchio universo Ultimate, il quale decide di creare un vero e proprio Consiglio, formato da potenti e malvagi figuri, che avrebbero di fatto tenuto le redini del mondo, grazie alla loro influenza nelle alte sfere della società.

Un giovane Tony Stark cerca di fermare questo Consiglio, colpevole tra l’altro di aver impedito la nascita dei supereroi, visti ovviamente come possibili ostacoli al loro potere. L’intervento di Stark, qui dentro l’armatura di Iron Lad, non va però come sperato, e il Creatore riesce addirittura ad addossargli la colpa di una gigantesca esplosione che colpisce New York, provocando migliaia di vittime.

Creduto da tutti un terrorista, Stark è costretto a scappare, ma senza per questo rinunciare al suo tentativo di far rinascere tutti i supereroi che potrebbero aiutarlo nella sua battaglia contro il Consiglio del Creatore.

Ed è qui che arriviamo al nostro Spider-Man, o meglio un Peter Parker già trentacinquenne, sposato con la sua amata Mary Jane, e padre di ben due figli, Richard e May. Proprio come nei suoi esordi originali, lavora al Daily Bugle come fotografo-giornalista, e sopra di lui ci sono il sempre collerico J. Jonah Jameson e – udite, udite – Ben Parker ! Eh si, proprio l’amorevole zio di Peter, qui decisamente più risoluto e deciso, ma soprattutto ancora vivo e vegeto, a differenza della povera May, morta nell’attentato del Creatore di cui sopra.

Benché ami profondamente la sua famiglia, Peter Parker si sente insoddisfatto, come se gli mancasse qualcosa. Una sorta di “crisi di mezza età” anticipata, insomma, della quale non riesce a darsi una spiegazione specifica… Ecco perché cascherà proprio a fagiolo il messaggio recapitatogli da Tony Stark, in forma di ologramma, nel quale verrà a sapere dell’eroe che sarebbe dovuto/potuto diventare.

Insieme ad esso riceverà una scatola contenente il ragno irradiato che gli avrebbe donato i poteri e una speciale tuta stealth in picotecnologia, capace di trasformarsi a piacimento, quasi come un moderno simbionte.

Ovviamente Peter accetterà questa trasformazione, pur non sapendo di preciso a cosa sarebbe andato incontro, ma dentro di sé sentiva che era il suo destino ed era quindi la cosa giusta da fare. Nonostante l’età più avanzata, vedremo comunque uno Spider-Man inesperto, ancora in difficoltà con gli atterraggi quando volteggia con la ragnatela, e capace di farsi battere persino da un criminale di mezza tacca come Shocker.

Se non altro, Hickman non ci propone una storia di origini, ma piuttosto ci tiene a presentare questo nuovo mondo, attualmente senza eroi e corrotto fino al midollo, in una vera e propria operazione di world building, dove il tempo trascorre come nella realtà. In ogni numero infatti è indicato il mese in cui si svolge la storia, che è anche quello di uscita dell’albo, per cui i riferimenti temporali qui sono molto precisi e non dilatati come nell’universo Marvel originale.

Il fatto che lo scrittore “salti i convenevoli” su alcuni aspetti della trama, non significa però che sia affrettato nella narrazione, anzi, ci sono numerose sequenze di soli dialoghi, che hanno lo scopo di approfondire i caratteri e la psicologia dei personaggi, soprattutto all’interno di questo nuovo contesto, ancora tutto da esplorare.

Cruciale in questo senso sarà il personaggio di Harry Osborn e il rapporto che instaurerà con Peter. Stavolta non saranno amici di lungo corso, ma si conosceranno “in battaglia”, dove faranno squadra, anche se non è chiaro quanto gli interessi di Osborn siano limpidi e trasparenti, considerando il retaggio da cui proviene.

Nel caso di Spider-Man, i cambiamenti rispetto all’originale sono pochi, ma fondamentali. Il fatto di essere un padre di famiglia sicuramente cambia la prospettiva, sia sui propri doveri che sulle proprie responsabilità: non siamo più davanti a un adolescente impavido e spericolato, ma a un uomo maturo e più conscio dei rischi a cui va incontro.

Anche avere al suo fianco una figura forte e paterna come lo zio Ben, di sicuro lo aiuta ad affrontare più di petto la vita, ma senza la rabbia e i rimorsi che la sua morte provocò nel giovane Tessiragnatele originale. Questo potrebbe essere positivo da una parte, ma anche negativo, in quanto viene a mancare quella spinta motivazionale in più per dare il massimo quando indossa i panni del supereroe.

Infine Goblin, da sempre nemesi numero uno dell’Arrampicamuri, stavolta è un suo alleato nella lotta contro il sistema, e colui che pronuncerà addirittura il mantra storico dell’eroe di Stan Lee e Steve Ditko (“Da un grande potere…”). Sposato nientemeno che con Gwen Stacy, il tragico e tristemente noto amore di Peter Parker nell’universo Marvel classico, il personaggio di Harry Osborn riserverà certamente molte sorprese, essendo quello più ambiguo e complesso a livello caratteriale.

In questa rivoluzione, come non citare infine l’immenso lavoro realizzato graficamente dal nostro Marco Checchetto, reduce da una lunghissima e fortunatissima run su Daredevil, scritta da Chip Zdarsky, e che finalmente torna a disegnare il personaggio che ama di più, reinventandolo per questo nuovo universo.

Quello che salta subito all’occhio, a parte un Peter Parker barbuto, è che il suo costume è rimasto fedelissimo all’originale, in quanto secondo l’artista è troppo iconico e “intoccabile”. Nonostante questo, trova comunque il modo di giocare con qualche variante, anche se per lo spazio di una vignetta, visto che la nuova tuta ha la possibilità di cambiare a suo piacimento, con il solo pensiero.

Più sostanziale invece la modifica del design dei villain, con uno Shocker che riprende in parte l’elemento “trapunta” dell’originale, ma con sopra dei paramenti rinforzati, dei guanti corazzati molto simili a quelli di Iron Man e un normale passamontagna al posto della maschera.

Bullseye, storica nemesi di Daredevil, compare qui con una tuta da combattimento stile militare di colore blu, ma soprattutto una maschera integrale, più resistente e minacciosa, che ne cela completamente il volto.

Se Kingpin, invece, resta il solito panciuto ammasso di muscoli che ben conosciamo (anche se qui è ancora più forte e resistente, grazie agli upgrade del Creatore), un bel cambiamento l’ha subìto anche Goblin, con un’armatura verde e viola che ricorda inevitabilmente l’amata/odiata versione cinematografica di Sam Raimi, interpretata da Willem Dafoe, non di certo spaventosa come quella classica, ma adatta a questo nuovo vigilante corazzato, che sembra stare dalla parte dei buoni…

Un plauso, dunque, al grande lavoro di Checchetto, che si conferma ancora uno dei più validi artisti di casa Marvel, grazie a uno stile plastico e realistico, che riesce sempre a catturare l’essenza dei personaggi che rappresenta, pur aggiungendo un suo tocco personale e inconfondibile.

Onore al merito anche a un altro talento di casa nostra, ovvero David Messina, che fa respirare Checchetto per un paio di numeri, più introspettivi, dove si può notare un tratto più pulito e marcato rispetto a quello dell’artista veneziano, probabilmente meno d’impatto ma comunque efficace.

Se volete approcciarvi a uno Spider-Man diverso da quello a cui siete abituati, scevro da decenni di continuity alle spalle e con solidi autori al timone della testata, questa nuova versione Ultimate è quello che fa per voi. Il primo volume, intitolato Sposato con figli, raccoglie i primi sei numeri della serie, già in corso di pubblicazione anche in spillato.

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In breve

Storia

7.5

Disegni

7.5

Cura editoriale

7.5

Sommario

Punteggio Totale

7.5

stars

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