Seaguy di Grant Morrison | Recensione

L'incompiuta satira di Grant Morrison e Cameron Stewart

Pubblicato il 9 Aprile 2024 alle 08:00

Autori: Grant Morrison, Cameron Stewart
Provenienza: Stati Uniti
Prezzo: € 28,00
Cartonato a colori 18.3X27.7– 208 pagine
Data di pubblicazione: 11/01/2024

Tobia Brunello
Tobia Brunello
2024-04-09T08:00:17+02:00
Tobia Brunello

Che Grant Morrison sia un autore geniale e visionario non lo scopriamo certo ora, e Seaguy ne è solo l’ennesima conferma.

Panini Comics raccoglie entrambe le miniserie realizzate sul personaggio, Seaguy e Seaguy: The Slaves of Mickey Eye, in questo volume DC Black Label Deluxe, una mossa che se da un lato valorizza l’opera di Morrison e Cameron Stewart, dall’altra in un certo senso ne certifica lo status di incompiuta.

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Nei piani originali dell’autore infatti l’epopea di Seaguy doveva svilupparsi nell’arco di tre miniserie, ma il terzo atto, Seaguy Eternal, con tutta probabilità non vedrà mai la luce. 

Già la pubblicazione di Seaguy: The Slaves of Mickey Eye è stata a lungo in bilico, e leggenda narra che Morrison ne abbia ottenuto la pubblicazione da parte di Vertigo solo come parte del suo “compenso” come scrittore della maxiserie 52 e dell’evento Multiversity per conto della DC.

Per bocca dello stesso autore scozzese, la terza parte non vedrà mai la luce in quanto non ha più quel genere di leva da esercitare sulla DC Comics e lo stesso disegnatore Cameron Stewart non sarebbe stato interessato a portare avanti il progetto. A seguito delle polemiche sulla condotta di Stewart emersi nel 2020 (accusato di aver approfittato del suo status per abusare di giovanissime colleghe), è escluso che Morrison torni a lavorare con lui, e sembra molto difficile che decida di proseguire il progetto con un altro autore.

Non sorprende però che Seaguy non sia stato capito dal grande pubblico: si tratta di una satira molto ermetica sul consumismo, sulla società dell’intrattenimento continuo e sugli stessi supereroi. Come suo solito Morrison riesce ad inserire nell’arco di poche pagine una marea di concetti, ma nei soli tre numeri della prima miniserie di Seaguy non li riesce a sviscerare adeguatamente.

Il risultato è che la prima storia risulta una sorta di trip lisergico in cui il lettore è travolto da idee folli e piene di significato, che è veramente difficile decifrare e riportare alla dimensione di parodia.

In un mondo pieno di supereroi “disoccupati”, dato che i cattivi sono stati tutti sconfitti, Seaguy è un tizio che aspira a vivere grandi avventure ma che non fa altro che guardare la TV e andare al parco divertimenti con il suo amico, il pesce fluttuante Chubby il Tonno. Un giorno però, mentre dalla Luna piovono misteriosi meteoriti ricoperti da geroglifici, si imbarca in un viaggio guidato dal cibo senziente Xoo, un viaggio che gli agenti di Mickey Eye (un personaggio protagonista in TV e a cui è dedicato il parco divertimenti, che rimanda chiaramente al Mickey Mouse della Disney) cercano in tutti i modi di impedire, in un vortice di situazioni assurde che lasciano un po’ interdetti (l’Antartide ricoperto di cioccolata belga? Mummie sulla luna? Moai fumatori?).

Le cose appaiono più chiare, con meno simbolismi e più spiegazioni (per quanto sempre offerte in forma di satira grottesca) nella seconda miniserie, The Slaves of Mickey Eye, ma essendo la storia un seguito diretto della prima miniserie deve aver fallito completamente nell’acquistare nuovi lettori o nel recuperare quelli eccessivamente confusi dal surrealismo del primo capitolo. Qui l’assurdo si fa meno marcato, o meglio, viene consciamente riconosciuto come elemento di una cospirazione atta a mantenere la popolazione in uno stato di perenne divertimento e incapace di porsi domande. Lo sviluppo è più lineare e si riesce a decifrare meglio un’idea di trama.

È un peccato che non vedremo il capitolo finale della storia che probabilmente avrebbe dato un senso compiuto al tutto: così com’è abbiamo un primo capitolo che appare decisamente esagerato nel proporre grottesche esagerazioni da fumetti Golden Age e un secondo che inizia a razionalizzare il tutto senza però arrivare ad una conclusione soddisfacente. Resta il divertimento e il genio di Morrison che si manifesta in tutte le trovate tra il serio e il faceto che si rivelano ogni volta che si gira la pagina, ma il senso di spaesamento è decisamente troppo e lascia più perplessità che altro. 

In Breve

Storia

4.5

Disegni

7

Cura editoriale

7

Sommario

Un'opera incompiuta, una cornucopia di idee che non arrivano però da nessuna parte se non a suggerire una satira sul consumismo che lo stesso Morrison ha sviluppato meglio in altre sedi. Affascinante mentre ci si fa trascinare dalla corrente tumultuosa delle idee, ma una volta finito non resta molto.

6

Punteggio Totale

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