Trigun Stampede, un diamante di rara bellezza

Come fare un reboot con i fiocchi

Pubblicato il 29 Maggio 2023 alle 08:00

Trigun Stampede è il reboot dell’opera cult degli anni novanta “Trigun”, ancora oggi un punto fermo per quanto riguarda l’arte animata e sequenziale nipponica, grazie alla sua rappresentazione di un mondo post-apocalittico a tinte western, dove il protagonista ancora oggi è uno dei più atipici di sempre.

Basata anch’esso sulla storia scritta e disegnata da Yasuhiro Nightow l’anime composto da 12 episodi prodotti e animati da Studio Orange, ha sorpreso davvero tutti e ha posto degli ottimi canoni per quanto riguarda il futuro dei reboot.

Vash è un ragazzo stravagante e abile con la pistola con una taglia sulla sua testa da 6 milioni di doppi dollari e viene soprannominato “stampede”, il tifone umanoide, per i danni che porta nei luoghi in cui si trova. Incontra per caso Meryl e Roberto, due giornalisti, che lo seguono mentre cerca di raggiungere suo fratello Nai a July City.

Ovviamente non sarà rivelato altro, giusto per rendere fruibile l’articolo anche a chi non ha visto ancora la serie, forse una delle più interessanti del 2023. Durante l’annuncio del 3 luglio 2022 all’Anime Expo, il pubblico appassionato della serie originale aveva storto un pochino il naso visto che non trovava alcun senso in questa riproposizione.

Col tempo questa avversione è incrementata quando è stato pubblicato il primo trailer, confermando l’uso della CGI anche in questo caso, cambiando completamente stile rispetto al Trigun originale prodotto e animato con animazioni in 2D ovviamente.

Trigun Stampede ha fatto ricredere molti scettici

Le voci su un eventuale flop di questo reboot erano sempre più frequenti fino a quando a gennaio non è stata trasmessa la prima puntata su Crunchyroll, che ha presentato un prodotto di una degna qualità, capace di trasmettere le stesse emozioni dell’opera originale, unendo quest’ultima al cuore impavido e romantico di “Stampede”.

Noman’s Land titolo originale della prima puntata ha mostrato fin da subito l’ambizione e l’obiettivo della serie animata, volta a raccogliere e abbracciare i cuori non solo dei neofiti ma anche dei veterani del franchise, uno dei più importanti di sempre quando si parla di arte giapponese.

Il mondo post-apocalittico in cui si muove Vash è chiaro fin da subito grazie alla fedele ricostruzione dei deserti ampi e devastati presenti anche nella versione originale, dove al suo interno si muovono battaglie incredibili volte alla risoluzione di obiettivi e ambizioni sempre diversa tra loro.

Si rimane spesso a mascella spalancata durante la visione di Trigun Stampede non solo per la realizzazione tecnica totale, dove musiche e montaggio fanno ovviamente la loro parte, ma anche per il mantenimento del design e dello stile di ambientazioni e location nonostante il cambio di stile da 2 a 3D.

Stampede è un reboot di rara bellezza perché riesce a mantenere il cuore e lo stile dell’opera originale anche se cambia le carte in tavola, raccontando anche una storia spesso diversa alla controparte da cui tutto è partito. Nonostante tutto cambia la tecnica, la musica, l’arte in generale, il sonoro, ma l’animo di Vash è integro, intatto.

Vash “The Stampede” un pistolero romantico in un mondo in rovina

Nonostante la sua grande abilità nel destreggiarsi con le armi, Vash è un pistolero pacifico che non punta mai a uccidere nessuno, anzi per lui è sempre è solo un’ultima spiaggia questa possibilità, visto che dona spazio ad altri sentimenti, diverse soluzioni.

Un pistolero romantico in un mondo sempre più decadente, in rovina, dove forse lui si pone come una speranza forte, con una fiamma ancora ardente capace di estirpare e bruciare le radici del male, sempre più fossilizzate all’interno del mondo malato e corrotto che viviamo all’interno di questo spettacolare reboot.

Nonostante ci troviamo in futuro distopico non manca la critica al mondo nostrano, attuale, dove le varie crisi a cui stiamo andando incontro potrebbero portare alla distruzione del Pianeta, lasciando così un futuro non roseo o intatto alle future generazioni.

Vash, insieme a tutti gli altri personaggi si muove con accortezza e delicatezza in un mondo disastrato, violento e frenetico dove conta ancora il consumismo, prevale ancora il potere, forse una delle difficoltà peggiori di sempre per l’uomo a cui si fa fronte da troppo tempo ormai, alimentando e mai eliminando del tutto il problema.

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