Werewolf by Night: come Licantropus è entrato nell’Universo Marvel

Il protagonista dell'Halloween Special dei Marvel Studios ha una ricca storia alle spalle

Pubblicato il 23 Settembre 2022 alle 14:00

Werewolf by Night, il prossimo speciale di Halloween dei Marvel Studios in arrivo su Disney+ il 7 ottobre, è l’adattamento del celebre personaggio Marvel noto in Italia come Licantropus.

Si tratta di un personaggio estremamente longevo, introdotto nel 1972 su Marvel Spotlight #2, e che da allora compare periodicamente nelle pagine dei vari fumetti Marvel. Ripercorriamo la storia editoriale di questa nuova stella del Marvel Cinematic Universe.

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L’introduzione di Werewolf by Night su Marvel Spotlight

All’inizio degli anni Settanta, il Comics Code Authority allentò le restrizioni sulla rappresentazione dei mostri nei fumetti e le case editrici si affrettarono a pubblicare nuovi fumetti horror e macabri per approfittare di questa novità.

La Marvel aveva già iniziato a realizzare albi di mostri in bianco e nero per cercare di seguire il successo che James Warren aveva ottenuto con le sue riviste di fumetti horror in bianco e nero (che, naturalmente, non dovevano seguire il Comics Code Authority, poiché non erano tecnicamente considerate fumetti), ma ora erano liberi di prendere quelle idee sui mostri e metterle anche negli albi a colori, che avevano una diffusione estremamente maggiore.

Allo stesso tempo, però, la Marvel stava attraversando un periodo di espansione generale, mentre cercava di combattere attivamente con la DC Comics per lo spazio sugli scaffali. Alla Marvel c’era un massiccio afflusso di nuovi scrittori, giovani tra la fine dell’adolescenza e i vent’anni che improvvisamente stavano ottenendo importanti opportunità alla Casa delle Idee, mentre Stan Lee si stava ritirando dalla scrittura di fumetti in prima persona e Roy Thomas era costretto ad assumersi maggiori responsabilità editoriali (e anche se non lo fosse stato, l’espansione della Marvel sarebbe stata troppo grande da gestire per qualsiasi scrittore).

Venne quindi lanciata Marvel Spotlight, testata antologica che fungeva sia da trampolino di lancio per possibili nuove serie sia, come si scoprì, da luogo ideale per provare nuovi personaggi a tema horror. 

Una volta che Thomas ebbe avuto l’idea e Stan Lee insistette perché si intitolasse Werewolf By Night invece dell’idea iniziale di Thomas, I, Werewolf (da cui deriva l’idea di realizzare l’intero fumetto narrato in prima persona), Thomas affidò la serie a Gerry Conway per la sceneggiatura. Mike Ploog fu assunto per disegnare la storia che venne pubblicata su Marvel Spotlight #2. Fu Conway ad ideare il nome del protagonista, Jack Russell, anche se afferma che non all’epoca non era a conoscenza del fatto che corrispondesse anche al nome di una razza di cani.

L’idea di Thomas della narrazione in prima persona, combinata con la forte influenza di Ploog su Will Eisner (Ploog aveva lavorato con Eisner al PS Magazine, la rivista militare in stile fumetto che Eisner aveva inventato dopo la Seconda Guerra Mondiale), diedero vita ad una serie dall’atmosfera sorprendente.

Il successo e il declino sull’onda della moda dei mostri negli anni ’70

Sia per la moda dei personaggi horror che riprendevano i film classici della Universal che per l’ottimo lavoro di Conway e Ploog, Werewolf by Night si rivelò un successo e dopo tre numeri di Marvel Spotlight ottenne una sua serie personale. Conway lasciò presto la serie per dedicarsi a titoli più prestigiosi (tra cui Amazing Spider-Man, dove scrisse la morte di Gwen Stacy), e ai testi vi fu una certa girandola di autori, tra cui Len Wein, Marv Wolfman (ovviamente…) e Mike Friedrich, fino al numero #20 in cui si stabilì il team creativo che avrebbe gestito la serie fino alla conclusione, ovvero Doug Moench e Don Perlin.

In Italia il personaggio, tradotto con un’ottima intuizione in Licantropus, viene presentato all’interno della serie con protagonisti a rotazione Albi dei Super-Eroi dell’Editoriale Corno, ma a differenza di tanti altri personaggi non sarà poi ripreso su altre serie dopo la chiusura. Solo di recente la serie è stata pubblicata nella sua interezza in un volume Omnibus.

Il ciclo di Moench e Perlin è ricordato sopratutto per l’introduzione, nel numero #32, del personaggio di Moon Knight, ma è interessante vedere come i due gestirono la transizione dal genere horror (la cui moda stava scemando dopo la metà degli anni ‘70) ad una sorta di supereroe più in linea con il resto dell’Universo Marvel, donando al protagonista la capacità di controllare le trasformazioni a piacimento. 

L’esperimento non funzionò benissimo e la serie Werewolf by Night chiuse con il numero #43 nel 1977, relegando il personaggio al ruolo di guest-star in vari titoli del Marvel Universe, in particolare Spider-Woman (titolo ambientato anch’esso sulla West Coast) e Moon Knight, dove Bill Sienkiewicz lo ridisegnò allontanandosi dal look alla Lon Chaney per donargli un’apparizione più bestiale e terrificante.

Werewolf by Night nel moderno Marvel Universe

Un primo revival di Werewolf by Night arrivò con un serial su Marvel Comics Presents nei primi anni ‘90, ma solo nel 1998 ci fu un vero rilancio con una serie scritta da Paul Jenkins e disegnata da Leonardo Manco. Purtroppo erano gli anni in cui la Marvel era sull’orlo del fallimento e il caos editoriale causò la chiusura della serie dopo 6 numeri e due storie pubblicate nell’antologia Strange Tales.

Negli ultimi anni Jack Russell è apparso in vari titoli sia nel ruolo di avventuriero solitario (spesso una sorta di “mentore” per altri personaggi dai poteri ferali) che come membro della Legione dei Mostri, un gruppo di personaggi dediti a proteggere e a garantire l’ordine nella comunità di mostri situata sotto Manhattan.

In tempi recenti è comparso nel Marvel Universe poi un secondo Werewolf by Night, Jake Gomez, in una miniserie co-sceneggiata da Taboo dei Black Eyed Peas, e possiamo immaginare che in un prossimo futuro rivedremo anche Jack Russell in un nuovo titolo sull’onda delle apparizione cinematografiche.

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