Vintagerotika – Ulula | Recensione

Pubblicato il 28 Luglio 2018 alle 11:00

Ritorna un personaggio molto amato del genere sexy horror italiano: Ulula! Chi è davvero la top model Ulla Von Hagen? Scopritelo in questo albo della collana Vintagerotika scritto da Paolo Di Orazio e splendidamente disegnato da Marco Turini!

Tra le varie sexy eroine riproposte dalla collana Vintagerotika c’è anche Ulula, un personaggio molto amato del filone erotico degli anni ottanta. Come ho scritto in altre recensioni, questo particolare tipo di serie nacque negli anni sessanta e in principio l’elemento sessuale era appena abbozzato. Scrittori e sceneggiatori tendevano ad avere uno stile evocativo e poco esplicito, lasciando spazio all’immaginazione del lettore.

Agli inizi degli anni ottanta, però, le cose cambiarono. Il successo e la diffusione delle videocassette hard costrinsero gli autori a osare di più e non mancarono dunque albi in cui gli atti sessuali erano rappresentati con dovizia di particolari. Nacquero pure nuovi personaggi in linea con questa tendenza. Ulula è senz’altro una delle più rappresentative in tal senso e la sua serie è tuttora ricordata con nostalgia, anche perché realizzata dal grande Giovanni Romanini, nome storico del fumetto italiano e disegnatore, tra le altre cose, di Kriminal, Satanik e Alan Ford.

Fu proprio lui a ideare Ulula, l’affascinante licantropa protagonista di avventure dai toni horror, splatter e ovviamente erotici. Si occupò delle sceneggiature dei primi episodi per poi cedere il timone a Stefano Berti, Giuseppe Pederiali e Renzo Barbieri. Benché la collana fosse spesso eccessiva, era comunque una di quelle che potevano vantare i disegni migliori, grazie al tratto plastico ed elegante del grande Romanini, a volte affiancato da William Bondi.

Ulula si chiama, in realtà, Ulla Von Hagen ed è una top model di fama internazionale. Le sue avventure, in effetti, si svolgevano spesso nel mondo degli stilisti, dei fotografi e delle indossatrici, collocate quindi nel tipico ambiente mondano e rampante degli anni ottanta. Ma aveva a che fare con demoni, zombi, fantasmi e tutte le creature mostruose che è lecito aspettarsi da un horror. Insieme a lei, c’era il suo manager Jo, gay dichiarato, che però in seguito assunse un ruolo sempre più marginale.

Le origini di Ulula erano drammatiche. In seguito a un incidente stradale, viene salvata dallo zio, un esperto di malattie del sangue che ha una pulsione incestuosa nei suoi confronti. Le viene iniettato sangue di lupo che la mantiene in vita. C’è, tuttavia, un fastidioso effetto collaterale: il suo metabolismo, infatti, viene modificato e quando c’è la luna piena Ulla si trasforma in una feroce lupa mannara.

Adesso tocca a Paolo Di Orazio riproporre la sensuale e letale licantropa in un episodio che non ha particolari legami con la continuity del personaggio. Ulula deve fare un servizio fotografico e, almeno in principio, tutto sembra normale. Ben presto, però, comprende che dopo il lavoro ci sarà un’orgia. Ulula è comunque disinibita e non se ne fa un problema. Presto, però, le cose cambiano e la situazione diventerà spaventosa.

Paolo Di Orazio scrive una storia rispettando le atmosfere classiche della serie di Ulula, realizzando un bel mix di erotismo e horror e puntando su tematiche occulte e sataniche decisamente suggestive. I testi e i dialoghi sono efficaci e provocatori al punto giusto, piuttosto sfacciati, e hanno il merito di rievocare, con affetto e nostalgia, lo stile espressivo irriverente di tante collane sexy dei bei tempi andati. Il risultato è valido e la storia si legge con piacere.

Un altro punto di forza dell’albo è rappresentato dagli ottimi disegni del bravissimo Marco Turini che gioca abilmente con i chiaroscuri. Ciò che più colpisce è la perfetta rappresentazione anatomica dei personaggi. Ulula ha un corpo statuario, appropriato, ovviamente, per una top model; e l’amante demoniaco di Ulula fa pensare alle figure maschili dell’arte classica. Probabilmente quest’ultima è una delle principali influenze di Turini e il risultato complessivo è spettacolare. Il penciler ci offre tavole di ampie dimensioni, di grande bellezza formale, e fa venire in mente lo stile Vertigo dei primi anni novanta.

Insomma, se vi piacciono le anti-eroine spietate e aggressive, avete un debole per l’horror e siete in cerca di una proposta di qualità, questo è l’albo che fa per voi.

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