Shade L’uomo Cangiante Vol. 11 – Trucchi | Recensione

Pubblicato il 16 Febbraio 2018 alle 17:30

Si concludono le folli e deliranti vicende di Shade L’Uomo Cangiante scritte dal trasgressivo Peter Milligan! Che cosa combinerà l’alieno di Meta nell’ultima sequenza narrativa di una delle serie più acclamate della Vertigo? Scopritelo in questo volume!

Tra i meriti della Lion c’è quello di aver pubblicato integralmente Shade The Changing Man di Peter Milligan, una delle serie più visionarie e trasgressive di sempre e che, al pari di Swamp Thing di Alan Moore, Sandman di Neil Gaiman e Animal Man di Grant Morrison, rappresentò degnamente la cosiddetta British Invasion dei comics statunitensi. Milligan, subito dopo aver realizzato la miniserie Skreemer per la DC, si occupò di un personaggio creato dal grande Steve Ditko e ancora presente nel contesto Post-Crisis; e grazie a lui ottenne il successo.

Shade, almeno formalmente, è un supereroe. Proviene dal pianeta Meta e, all’inizio della serie, giunge sulla terra per sventare le macchinazioni dell’American Scream, un’entità che ha trasformato gli Stati Uniti in una nazione contaminata dalla follia. Grazie alle proprietà della sua veste, Shade è in grado di contrastare ogni forma di pazzia ma è lui stesso vittima di una preoccupante patologia mentale. Episodio dopo episodio, dunque, Shade si confrontava con le peggiori devianze presenti nella società statunitense e pure con le proprie.

Insieme a lui c’erano Kathy, una ragazza alcolizzata orfana dei genitori, vittime del serial killer Troy Grenzer, il cui corpo è occupato da Shade; e la strampalata Lenny. Con questi tre personaggi, Milligan creò un comic-book spiazzante, visionario, influenzato dal surrealismo, dalla psichedelia e dall’estetica di William Burroughs, e scrisse testi inventivi e sperimentali che fecero della collana una delle produzioni di punta della Vertigo.

In questo volume, tutto si conclude e, come è facile intuire, la pazzia raggiungerà livelli impensabili. Kathy è morta da tempo ma Shade e Lenny non hanno affatto superato la perdita. L’eroe di Meta si illude di ignorare la tragedia, facendosi prima coinvolgere dalle fantasie dissociate di uno scrittore horror che ha perso la testa. Shade avrà perciò a che fare con travestiti misteriosi, oggetti dalle strane proprietà, addirittura coccodrilli mannari che si aggirano nelle paludi della Louisiana e creature delle leggende irlandesi.

Come al solito, Milligan concepisce situazioni assurde e paradossali, concedendosi dialoghi dissacranti e sarcastici. Ma le stravaganze sono solo l’anticipazione dell’ultima, fondamentale sequenza narrativa. Shade, infatti, decide di viaggiare indietro nel tempo, allo scopo non solo di impedire la morte di Kathy ma anche quella dei suoi genitori, massacrati da uno psicopatico. Ci riuscirà? E conviene alterare gli eventi passati? Non potrebbero esserci conseguenze nel presente?

Usando un cliché della fantascienza alla Philip K. Dick, Milligan si ricollega quindi ai primi, mitici episodi di Shade The Changing Man, in una sorta di malinconica, struggente chiusura del cerchio. In questo caso, Peter scrive i suoi testi migliori, valorizzati da profonda introspezione, che sono la degna conclusione di un’opera davvero fuori dal comune.

I disegni sono di Richard Case (tranne in un episodio che si avvale dell’estro grafico di Jamie Tolagson) che non è Chris Bachalo, il penciler storico dei primissimi episodi del comic-book, ma che comunque svolge un buon lavoro, benché il suo stile grezzo e contorto non sempre risulti piacevole. Tuttavia, è appropriato per una vicenda che fa della pazzia l’elemento fondamentale. Shade quindi si ferma qui ma, come senz’altro sapranno i fan, il personaggio è stato ripreso anni dopo sempre da Milligan, prima in alcuni episodi di Hellblazer e poi in Justice League Dark. Oggi, invece, è stato sostituito da una ragazza, protagonista di una collana già in corso di pubblicazione da noi.

Insomma, Shade The Changing Man è e rimane una pietra miliare dei fumetti d’oltreoceano e se ancora non la conoscete, è bene che ve ne procuriate tutti i volumi. Avrete a che fare con uno dei vertici creativi della Vertigo. Non ve ne pentirete.

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