Cavaliere Oscuro III – Razza Suprema 9 | Recensione

Pubblicato il 17 Gennaio 2018 alle 17:00

Si conclude Razza Suprema, la discussa e controversa saga distopica di Frank Miller! Cosa succederà a Batman nel suo scontro definitivo con il popolo di Kandor? Scopritelo in questo albo finale illustrato dal bravo Andy Kubert!

Frank Miller è un autore che fa sempre discutere e neanche nel caso di Dark Knight III The Master Race, terzo tassello della saga distopica iniziata negli anni ottanta con il capolavoro The Dark Knight Returns, le controversie sono mancate. Innanzitutto, è bene chiarire che questo lavoro non è assolutamente paragonabile al primo fondamentale capitolo (ma non si tratta nemmeno di spazzatura, come ha affermato qualcuno). Bisogna tenere in considerazione, però, l’aspetto umano e personale che ha spinto Miller a realizzarlo.

Per reagire alla grave malattia che lo ha colpito, Frank ha deciso di scrivere, coadiuvato da Brian Azzarello, una nuova storia di Batman ambientata nel mondo futuribile descritto nel Ritorno del Cavaliere Oscuro. Ne ha inoltre approfittato per esprimere le sue idee provocatorie nei confronti dell’Islam. Si tratta di esigenze non completamente creative, quindi, e in ogni caso Frank va lodato per aver dato prova di indiscutibile coraggio.

La trama di Master Race è incentrata sul popolo di Kandor, ben noto ai fan di Superman, che ha invaso la terra. L’obiettivo degli invasori è quello di dominare gli esseri umani e far sì che questi adorino il loro capo alla stregua di un dio. In pratica, Frank li descrive come i terroristi islamisti responsabili di odiosi attentati. Il messaggio di Miller è chiaro: l’Occidente è il bene, simboleggiato da Superman, rappresentante dell’American Way of Life, e l’Islam il male assoluto.

Non è certo un fumetto politically correct ma questo è Frank Miller. Prendere o lasciare. Nel capitolo conclusivo, Batman, ringiovanito, sferra quindi il suo attacco contro i kandoriani, insieme a vari eroi DC. Un ruolo importante lo giocano Superman e Lara, figlia di Supes e di Wonder Woman. In principio, plagiata dai kandoriani, aveva collaborato con loro (in questo modo Miller ha alluso al fenomeno dei foreign fighters), ma ora si redime e si comporta di conseguenza.

I testi di Miller non hanno la liricità e la profondità di un tempo ma nel complesso la storia è godibile. L’importante è non aspettarsi un capolavoro. Va altresì specificato che questo ultimo numero cambia radicalmente gli assetti dell’universo di Dark Knight. Il protagonista della vicenda diventa Superman e nelle ultime pagine si creano i presupposti di un eventuale sequel incentrato sull’Uomo d’Acciaio e non più sul Cavaliere Oscuro.

Ne sembra consapevole pure Miller, considerando che nell’albo di dimensioni ridotte allegato a questo numero, Dark Knight Universe Presents Action Comics, sono proprio Superman e Lara i protagonisti assoluti. Per quanto concerne i disegni, Andy Kubert fa un ottimo lavoro, impostando tavole di grande effetto e avvicinandosi in maniera personale allo stile di Frank, grazie agli inchiostri di Klaus Janson, storico collaboratore milleriano.

L’albo interno è invece illustrato proprio da Miller. Ovviamente, il tratto è lontano da quello estremo che tutti conoscono e fa venire in mente l’attitudine più essenziale dei suoi primissimi episodi di Daredevil. Ma i suoi disegni sono dotati comunque di notevole forza espressiva. Ribadisco che l’opera è nata in un periodo in cui l’autore era gravemente malato e il solo fatto di usare una matita presupponeva una dose non indifferente di forza d’animo e di volontà.

E forse Razza Suprema, pur con i suoi difetti e gli evidenti limiti, può essere interpretata proprio così: una lode alla volontà umana in grado di superare qualsiasi difficoltà, che si tratti di un criminale invincibile, di un’invasione o di una malattia, poco importa. E Frank Miller, di volontà e di forza d’animo ne ha in abbondanza e ce lo ha dimostrato.

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