Kyoko Karasuma Y-Files Vol. 1-3: Recensione (Ronin Manga)

Pubblicato il 14 Ottobre 2011 alle 17:00

In concomitanza dell’uscita in fumetteria del volume 4, vi proponiamo la recensione dei primi tre tankobon del coinvolgente fanta-thriller soprannaturale di Ronin Manga che prende spunto dalle leggende della tradizione nipponica per raccontare una spietata guerra tra gli Oni e le forze di polizia nella Tokyo del prossimo futuro.

Kyoko Karasuma Y Files Vol. 1-3

Autori: Ohji Hiroi (sceneggiatura) e Yusuke Kozaki (disegni)
Casa editrice: Ronin Manga
Provenienza: Giappone, 2003
Prezzo: € 5,90, 12×18, 192 pp., b/n

Nella Tokyo del prossimo futuro il Dipartimento della Polizia di Asakusa si trova a investigare su strani e misteriosi delitti: efferati omicidi al Tempio Senso-ji, improvvise sparizioni di bambini avvolti in un vortice nero, uccisioni per mano della Onikirimaru, la katana ammazza Oni, presentano modalità che sembrano coinvolgere gli yokai, creature della tradizione leggendaria e folcloristica del Giappone, i quali per secoli hanno vissuto in armonia con gli esseri umani.
Kyoko Karasuma, poliziotta prodigio della sezione anti-crimine, lotta in prima linea affiché la sicurezza dei cittadini venga garantita e che “gli abomini” — così definisce gli yokai — tornino nelle tenebre.

Nel corso delle indagini la determinata Kyoko, e noi lettori insieme a lei, prende man mano consapevolezza che dietro la catena di delitti, in cui le creature si fanno sempre più audaci tanto da attaccare i cittadini in pieno giorno e nei quartieri più affollati, stanno agendo forze che minano l’equilibrio tra Oni ed esseri umani, legati da un antico patto che viene rinnovato ogni cento anni: l’ultimo accordo è scaduto da 5 anni, e gli Oni iniziano a non tollerare più la situazione e sono pronti a rendere Tokyo un vero e proprio campo di battaglia se le condizioni non venissero rispettate.
E c’è chi non aspetta altro che la guerra, una guerra che rischia di minare ogni certezza di Kyoko approfittando dei ricordi perduti della sua vera origine e natura …

Il primo volume di questo seinen proveniente da Birz di Gentosha (Red Garden, Gagoze, Bushido, Genius Family Company tra i più recenti visti in Italia) si compone di tre storie autoconclusive che ci fanno prendere confidenza con il tono della serie, sospesa tra le atmosfere di apocalisse mostruosa di un La Città delle Bestie Incantatrici di Hideyuki Kikuchi e quella tutta umana e cospiratoria di un Ghost in the Shell Stand Alone Complex, e dei suoi personaggi, facendosi apprezzare per il riuscito mix tra folclore e poliziesco.
Ma è con i successivi due volumi che gli autori alzano il tiro per tessere una trama unica davvero ben studiata e strutturata con intelligenza e coerenza; la storia si dispiega con organicità e attenzione ai vari tasselli e sottotrame introdotti in precedenza, che trovano giustificazione all’interno del disegno generale: ad esempio il fatto che la protagonista sia stata una bambina prodigio che a 16 anni è già una delle più rispettate ispettrici di polizia, o ancora le sue qualità fisiche eccezionali che a prima lettura possono far storcere un po’ il naso all’interno di un contesto che tratta l’elemento fantastico in maniera comunque realistica.
Ben bilanciati i momenti di azione in cui gli agenti di polizia affrontano in spettacolari e incisivi scontri gli Oni, con quelli di discussione fantapolitica, di indagine poliziesca e di riflessione sui personaggi, garantendo una lettura coinvolgente e mai noiosa.
Ciascun personaggio, non solo Kyoko che gode ovviamente di attenzione speciale, è ben tratteggiato e fornito di un vissuto personale presente e passato che, rievocato attraverso flashback frammentari, ce ne spiega le motivazioni personale nei confronti degli Oni.

Le tavole di Yusuke Kozaki, che la quarta di copertina ci ricorda essere il character designer della seria animata Speed Grapher (in italiano da Yamato Video), sono estremamente pulite e precise con una predilezione per le figure umane; i volti sono espressivi e oscillano dai lineamenti ovaleggianti di Kyoko ai tratti più ruvidi dei protagonisti maschili. Di buon livello anche il monster design; suggestive le panoramiche cittadine, che passano dai grattacieli ai templi e agli edifici tradizionali con estrema disinvoltura rispecchiando così un tratto caratteristico del quartiere di Asakusa, ritratto con dovizia di particolari a partire dal tempio della dea Kannon citato in apertura, dove si svolge gran parte della vicenda.

L’edizione Ronin Manga gode di buona carta e resistente rilegatura; la qualità di stampa pecca invece nella resa dei neri, troppo carichi al punto che in diverse vignette si perdono dei dettagli del disegno. L’adattamento dei testi appare fluido e contornato da note esplicative sul folclore nipponico a margine di vignetta. Le onomatopee sono lasciate in originale.

In conclusione Kyoko Karasuma Y-Files si presenta come una serie dalle premesse non originalissime ma sviluppate in maniera convincente, con abilità, e in continuo crescendo: da seguire, insomma, perché promette di farcene vedere davvero delle belle nel corso dei dieci volumi di cui dovrebbe comporsi.

Voto: 7.5

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