La Repubblica del catch: un’opera incentrata sugli opposti [Recensione]

Pubblicato il 1 Luglio 2016 alle 11:25

Dopo il successo de “Il Celestiale Bibendum” torna in Italia Nicolas de Crécy con la graphic novel “La Repubblica del catch”, opera che unisce l’espressività del fumetto europeo, con la dinamicità del manga.

A meno di un anno dalla pubblicazione in Italia de “Il Celestiale Bibendum” (opera vincitrice del premio Attilio Micheluzzi al Napoli Comicon 2016 come Miglior Fumetto Straniero che abbiamo qui recensito), torna sui nostri scaffali il fumettista francese Nicolas De Crécy con La Repubblica del catch edito nella nostra penisola per la Eris Edizione.

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Il volume è uscito originariamente a puntate sulla rivista giapponese Ultra Jump tra il 2014 e il 2015; de Crécy è stato uno dei pochi autori occidentali ad aver avuto l’onore di essere inviato in Giappone per realizzare un proprio manga.

Ed è proprio concentrandosi sulle possibilità espressive del fumetto europeo e sulle esigenze produttive del mercato nipponico che l’autore scrive e disegna un’opera che mescola le atmosfere e i contorni tipici del suo stile fumettistico con la dinamicità della narrazione dell’universo dei manga.

Il protagonista del fumetto è Mario, un piccolo e goffo ometto che vive solo, gestisce un negozio di pianoforti ereditato dai genitori. Mario è un individuo disadattato; non ha mai baciato una donna e vive in una città dove il catch (lo sport più elegante che ci sia, dove la forza e la prestanza fisica la fanno da padroni) è l’arma in più per farsi amare.

La sua vita piatta è interrotta solo dal suo amico pinguino, un abile pianista. Ma sta per scoppiare una guerra, e lui sembra quasi doverne far parte, perché il resto della sua famiglia (i suoi odiati cugini) sono il clan mafioso che gestisce la città ed ogni suo traffico.

La Repubblica del Catch
La Repubblica del Catch

Ambientata in una città molto simile a New York-sur-Loire (vedi Il Celestiale Bibendum) la storia che Nicolas de Crécy ci racconta è densa di fantastico e realtà; la bravura dello scrittore sta nell’amalgamare gli opposti in maniera sublime, cercando sempre di equilibrare le parti e fonderle in un unico grande universo, pieno di dolcezza e crudeltà al tempo stesso.

Non si tratta né di un passo indietro, né di uno avanti rispetto al Bibendum, ma semplicemente di un tassello posizionato in maniera diversa.

“La Repubblica del catch” diventa un fervido esempio del genio visionario dell’autore francese, capace di innovarsi ed evolversi in ogni opera, pur restando fedele al proprio personale stile creativo.

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