Il Celestiale Bibendum: tra tra realtà e finzione – RECENSIONE

Pubblicato il 9 Dicembre 2015 alle 15:15

Ci ha pensato la Eris Edizioni a portare in Italia dopo oltre 20 anni la graphic novel di Nicolas De Crècy. Parliamo de Il Celestiale Bibendum fumetto in cui personaggi anomali popoleranno una città surreale, ma piena di infelici realtà tipiche del nostro tempo.

Fa un po’ male dirlo, ma a volte l’editoria italiana viaggia davvero a passo ridotto rispetto ad altre realtà straniere. Questo pensiero un po’ critico è riferito a una graphic novel di grande valore, sia a livello narrativo che di contenuto: stiamo parlando de Il Celestiale Bibendum opera massima del fumettista francese Nicolas De Crècy uscita in Francia già nel 1994 in tre tomi, ma che in Italia è possibile apprezzare solo dallo scorso Ottobre in un unico volume. Il merito di questa riscoperta è tutta da attribuire alla Eris Edizioni (casa editrice torinese da sempre attenta a fenomeni di questo livello).

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Il Celestiale Bibendum non è una semplice graphic novel, in essa è infatti contenuto uno stralcio di vero e proprio romanzo (nel senso più classico del termine) che l’autore riesce ad intavolare con sapiente maestria, alternando periodi di grottesco protagonismo a momenti in cui è la drammaticità della storia e delle immagini a prendere piede. Quasi una sorta di vero e proprio romanzo storico a fumetti (mi viene in mente il nostro più famoso I Promessi Sposi) dove però la realtà storica è sostituita con l’irrazionalità e la fantasia di un universo a dir poco surreale, continuando comunque a mantenere quegli elementi tipici di un romanzo storico.

Personaggi antropomorfi, teste parlanti e diavoli sono i “burattini” con cui De Crècy si diverte a costruire una città – New York sur Loire – quasi immaginaria (per molti aspetti ricorda un Parigi dei tempi che furono) in cui la sfida tra il bene il male, la corruzione e la politica saranno i temi principale affrontati dal fumettista di Lione.


Tutta la vicenda ruota attorno a Diego una foca umile, solitaria e di buon cuore e in quanto tale candidata al Premio Nobel per l’amore. Narratore e allo stesso tempo personaggio direttamente integrato nella storia sarà la testa parlante del grassoccio professor Lombax. A scombinare i piani ci penserà il diavolo in persona – ritratto come una sorta di gargoyle – che cercherà nei modi più subdoli di far primeggiare il male.

Una storia che certamente non sarà di facile lettura visto gli argomenti messi in piedi dall’autore, ma d’altronde una penna così critica nei confronti di una società corrotta non potrà mai essere di semplice interpretazione.

Altro grande traguardo raggiunto dall’autore sono sicuramente i suoi disegni; che siano ad acquerello o a tempera De Crècy riesce ad illustrare personaggi e luoghi dove la cura per i dettagli risulterà essere, insieme alla sua arte di abile narratore, l’arma vincente.

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Il Celestiale Bibendum si colloca, dunque, in uno scaffale a metà strada tra realtà e finzione; un fumetto costellato di scenari surreali e personaggi atipici, il tutto racchiuso in un guscio di irrazionalità genuina.

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