Cuore di lupo – Le Storie Bonelli n. 14 – Recensione

Pubblicato il 28 Novembre 2013 alle 11:30

Tra New Jersey e Montana, un’inchiesta giornalistica si trasforma in viaggio nei tormenti e nei tentativi di riscatto dei nativi americani.

le storie 14 bonelliLe Storie n. 14 – Cuore di lupo

Autori: Carlo Ambrosini (testi e disegni).

Casa Editrice: Sergio Bonelli Editore.

Provenienza: Italia.

Genere: Gangsteristico/Psicologico.

Prezzo: 3,50 Euro.

Data di pubblicazione: Novembre 2013.

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“Cuore di lupo” è una storia che non lascia il segno. Una di quelle storie che la finisci di leggere e subito pensi ad altro. Eppure idee interessanti in questo quattordicesimo albo de Le Storie, scritto e disegnato da Carlo Ambrosini, ce ne sono.

Sì, perché la storia mette insieme affaristi senza scrupoli, giornalisti senza timori, ubriaconi tormentati e indiani in cerca della loro identità. Più filoni narrativi, dunque, che però sembrano collegati in maniera forzata, attraverso una sceneggiatura che non incide e un ritmo narrativo capace di viaggiare alla giusta velocità solo in rari casi.

Meno male che i disegni valgono, viene da dire. Sì, perché dopo un buon inizio la trama si perde tra personaggi e accadimenti stereotipati, lenta e prevedibile. Alcune soluzioni narrative di Ambrosini, poi, appaino eccessive e poco credibili, il che è un guaio in un albo che pare voler puntare l’attenzione su una problematica reale e tangibile come è quella della condizione dei nativi americani negli States.

Sono loro, in fondo, i veri protagonisti del volume, e non pare azzardato affermare che l’intera vicenda è uno stratagemma, una scusa, per mettere in luce la vita, le brutture, il desiderio di riscatto degli indiani d’America o di parte d’essi. A testimonianza della tesi, il fatto che dopo la conclusione della vicenda, “Cuore di lupo” prosegue per un’altra decina di pagine, con le parole dello sciamano cheyenne, psichiatra e psicanalista, che si confronta con il giornalista Jeff Cardiff sui massimi sistemi.

Insomma, va dato atto all’autore di aver tentato in quest’albo un’impresa intrigante, con il tentativo di fondere insieme diverse linee narrative, e di aver saputo rendere bene l’ambientazione della vicenda, supportato com’è dalla buona prova alle matite, ma nel complesso il tentativo sembra essere poco riuscito, anche a causa di personaggi poco incisivi, sia tra i “buoni” che tra i “cattivi”. Il Far West moderno che Ambrosini ha messo in scena, insomma, non incanta né lascia il segno. Eppure il formato e le caratteristiche della collana potevano spingerlo a osare di più, come altre volte egregiamente ha fatto.

Voto: 6

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