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Il Giappone punta forte agli Oscar 2026: sette anime candidabili come Miglior Film d’Animazione
Eleonora Masala 28/11/2025

L’Academy ha annunciato i film d’animazione ammissibili per gli Oscar 2026, e tra i titoli selezionati ci sono ben sette opere giapponesi. Per gli appassionati di anime, è un momento storico: l’animazione nipponica tornerà in lizza in una delle categorie più prestigiose.
Tra i film in gara spiccano Demon Slayer – Il Castello dell’Infinito (prodotto da Ufotable) e Chainsaw Man – Il Film: La Storia di Reze (MAPPA). Ma non sono gli unici: nella rosa ci sono anche Scarlet, ultimo lungometraggio di Mamoru Hosoda prodotto da Studio Chizu; ChaO, film dallo stile visivo sperimentale dello Studio 4°C; COLORFUL STAGE! The Movie: A Miku Who Can’t Sing, dedicato alla celebre Hatsune Miku; Dragon Heart – Adventures Beyond This World; e 100 Meters, titolo più indipendente ma con potenziale.
Per diventare ufficiali candidati, alcuni di questi film devono ancora soddisfare un requisito chiave: essere proiettati almeno una settimana in alcune aree metropolitane degli Stati Uniti prima del 31 dicembre. Se tutti ce la faranno, potremmo arrivare a cinque nomination finali nella categoria Miglior Animazione.
Le shortlist definitive verranno annunciate il 16 dicembre, mentre le nomination ufficiali sono previste per il 22 gennaio 2026. La cerimonia degli Oscar si terrà poi il 15 marzo.
Questo slancio dell’animazione giapponese non è solo un riconoscimento artistico, ma anche un segno che il mondo sta guardando sempre più seriamente al suo valore. Dopo l’Oscar vinto con Il Ragazzo e l’Airone di Miyazaki, il Giappone si presenta di nuovo alla ribalta, con titoli che variano dal blockbuster fantasy al film indipendente, passando per l’innovazione visiva di storie meno convenzionali.
Se anche solo uno di questi film dovesse ottenere una nomination o, chissà, vincere, sarebbe un segnale potente per tutto il medium: non più solo “anime”, ma cinema d’animazione riconosciuto a livello globale. Un risultato del genere potrebbe inoltre aprire la strada a una presenza ancora più forte delle produzioni giapponesi nelle future edizioni degli Oscar.


