Westworld 3: dove eravamo e dove andremo

Pubblicato il 16 Marzo 2020 alle 14:00

Sta per arrivare l’attesissima terza stagione di Westworld (qui la nostra recensione dei primi quattro episodi in anteprima) dal 16 marzo su Sky Atlantic e NOW TV. Per l’occasione, e data la complessità narrativa della serie in generale e soprattutto della seconda (criticata) stagione, abbiamo pensato di fare un punto in pillole su ciò che abbiamo visto e su ciò che vedremo.

In principio era Westworld

Tutto parte dal parco del titolo – come nel film del 1973 di Michael Crichton che ha ispirato il serial – uno dei sei che fanno parte della Delos Inc., la società diretta da James (padre, interpretato da Peter Mullan) e Logan (figlio, col volto di Ben Barnes), la quale ha immaginato in un mondo non così tanto futuristico che gli esseri umani vogliano dare sfogo alle loro più perverse fantasie nel vecchio West.

Gli umani sono gli ospiti (guest), gli androidi sono i residenti (host). Gli androidi sembrano degli umani in tutto e per tutto e hanno una propria linea narrativa di interazione con gli ospiti. Quando i suddetti residenti iniziano però a prendere consapevolezza di cosa sono realmente e di ciò che gli umani li hanno costretti a fare, prendono coscienza di se e si ribellano ai loro “dèi”.

A capo della “rivolta” da una parte Dolores (Evan Rachael Wood), dall’altra Maeve (Thandie Newton), così tanto cosciente di se e delle proprie narrazioni passate da voler ritrovare la figlia perduta (androide anche lei, ovviamente) per portarla verso un mondo (e un futuro) migliori, quello da cui provengono gli umani. Maeve non è forte solo dell’amore materno capace di superare la tecnologia, ma anche della capacità di controllare gli altri host.

Il percorso di autocoscienza si chiama Labirinto e Ford (Anthony Hopkins), l’architetto del parco, lo aveva previsto, tanto da creare Bernard (Jeffrey Wright) un androide suo subalterno e “coscienza” ritrovata del proprio ex socio Arnold, che si mischiasse fra gli umani. La rivolta porta alla morte di gran parte del Consiglio di Amministrazione della Delos, Ford compreso.

Nel frattempo William (Ed Harris), cognato di James e ora proprietario del parco, torna a Westworld per ritrovare Dolores e per scoprire la verità sul Labirinto.

Verso lo Shogun World e oltre

Nella seconda stagione, ospiti e residenti, mentre cercano di fuggire dal parco ognuno per la propria sopravvivenza, scoprono lo Shogun World, un “altro mondo” del parco dedicato al Giappone del periodo Edo (1603 – 1868).

Mentre Dolores diventa sempre più agguerrita e “fredda”, uccidendo chiunque le intralci la strada, compreso il fidanzato storico androide Teddy (James Marsden), Maeve rimane invece fedele al proprio “amore”, Hector (Rodrigo Santoro). Maeve scopre la Porta, un passaggio digitale nascosto a Westworld che conduce a una specie di “Giardino dell’Eden digitale” in cui i residenti saranno finalmente liberi, dove lascia andare la figlia in attesa di rivederla ancora una volta. Maeve viene uccisa dagli umani della Delos arrivati per contenere la rivolta, nonostante il sacrificio compiuto per la figlia e nonostante l’aiuto di Lee, capo-autore della narrazione del parco, redento (Simon Quarterman). Ma saranno davvero liberi in questo “Eden” gli host?

Maeve e Bernard vorrebbero rappacificare una sorta di convivenza fra umani e androidi, al contrario di Dolores. A fronte di una carneficina generale, Bernard uccide Dolores ma poi se ne pente e la fa rivivere nel corpo di Hale (Tessa Thompson), spregiudicato membro della Delos, per permetterle di uscire dal parco nel mondo “reale”, grazie anche all’aiuto di Stubbs (Luke Hemsworth), che Ford aveva assunto per proteggere gli androidi e non gli umani, come sembrava inizialmente. Questo perché gli anni di ospitate nel parco sono servite non tanto a studiare i comportamenti umani per rendere più realistici gli androidi, come all’inizio fa credere il serial, ma per salvare anni di dati degli ospiti in modo da impiantarli in un secondo momento nei residenti.

Brave New Westworld

Ambientata nella Los Angeles del 2058, la terza stagione ci porta fuori dal parco in un mondo altamente sci-fi che ricorda un po’ Matrix. A capo del “Nuovo Mondo” c’è il cosiddetto “Sistema”, di proprietà questa volta della Incite e diretto da Serac (la new entry Vincent Cassel) – competitor della Delos, ancora esistente ma in caduta libera economica – che decide come un “Dio” la vita degli esseri umani con un algoritmo di probabilità e benefici. Costruito però con un programma segreto, grazie ai dati raccolti dalla Delos sugli ospiti negli anni di Westworld.

Dolores è mossa sempre dagli stessi “sentimenti” di sterminio, mentre ha una relazione con due umani: prima con Liam (John Gallagher Jr.), legato alla Incite, e poi con Caleb (la new entry Aaron Paul), che potrebbe rivelarsi la risposta alle sue preghiere. Ma in cosa avrà fede Dolores? Maeve si ritrova invece nel terzo dei sei parchi, ambientato nell’Italia fascista della Seconda Guerra Mondiale, finché non viene avvicinata da qualcuno.

Chi avrà la meglio in questa guerra, umani o androidi? E soprattutto, entrambi saranno davvero liberi di scegliere o ci sarà sempre un “Dio” che sceglierà per loro? Lo scopriremo solo guardando i nuovi episodi di Westworld.

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