Haxa Volume 2 – Ombre d’Acqua di Nicolò Pellizzon | Recensione

Pubblicato il 19 Febbraio 2019 alle 11:00

Il fantasy young adult di Nicolò Pellizzon cresce e arriva al secondo volume della quadrilogia, riprendendo la storia di Sophia, Aiko e di una nuova avvolgente protagonista.

Tuffarsi in un viaggio lisergico tra i misteri dell’Haxa e la ricerca di un posto dove stare non è affatto semplice, soprattutto nell’universo creato da Nicolò Pellizzon, all’interno del quale è facile perdersi, circondati dalla meraviglia a colori e dagli esserini fantastici partoriti dalla mente dell’autore e dalle mani dei protagonisti.

Ombre d’Acqua, il secondo di quattro volumi di Haxa si apre due anni dopo il termine del primo volume, subito dopo la distruzione della torre da parte di Aiko. Il gruppo di ribelli inizia a crescere, mettendosi in relazione con nuovi personaggi che abitano dentro Bael, la casa degli assidi liberi.

Vengono portati lì dall’affascinante Tsisia, una creatura potente che inizia a guadagnare lentamente la loro fiducia. Contemporaneamente, la giovane Sophia prende ancora più consapevolezza del suo particolare potere, capace di richiamare piccole strane creature e portarle nel loro mondo. Paralleleamente, tra gli hexidi, il presidium Mark sta iniziando a perdere potere e progressivamente inizia a fare il possibile per riprendere prestigio, arrivando al finale del volume dove… beh, bisogna davvero leggerlo per scoprirlo.

Strane strade si stanno per aprire e tutti si troveranno a fronteggiare nemici ancora più grandi, grazie anche anche alla comparsa di Vadim, un ex soldato della Mahobo prigioniero dei goetiani. Circa due anni dopo aver steso le fondamenta di una nuova Terra, circondata dall’Haxa, Pellizzon introduce nella sua narrazione momenti di pura azione di combattimento fino all’ultimo sangue: i ragazzi che abbiamo visto alle prese con le arti magiche nel primo volume ora sono diventati grandi e si stanno avvicinando sempre di più alla risoluzione di antichi misteri, risalenti fino alla notte dei tempi, quando leggenda e Storia si mischiano talmente tanto da perderne i confini.

 

Il pianeta Terra del prossimo futuro si continua a mantenere saldo sulle basi dell’amicizia, dell’affetto e dei valori comuni. Nonostante all’interno del gruppo di Akio iniziano a formarsi delle rotture, nuovi sentimenti sbucano dal cuore dei personaggi: amore, rabbia, sfida contro se stessi diventano le tematiche che predominano in questa nuova fase dell’avventura, evolvendo il racconto verso uno scontro di sentimenti e sensazioni, all’interno del quale i personaggi non sono più protagonisti ma semplici vittime degli eventi.

Pellizzon ha la mano perfetta per il genere fantasy, con un tratto marcato ed essenziale, che descrive perfettamente i contorni di esseri umani e fantastici, valorizzati ancora di più da colori favolistici e brillanti. I racconti che tutti abbiamo letto da piccoli si spostano in un futuro non troppo lontano, quasi palpabile, dove la magia vive con colori golosi e quasi accecanti.

Menzione particolare per le creature fantastiche che popolano la Terra del futuro: l’autore ha un forte debito nei confronti dell’immaginario giapponese e del suo linguaggio, come si può notare anche da alcuni vocaboli utilizzati dalle ribelli – il vocabolario dei neologismi è presente nelle ultime pagine del primo volume.

Un volume che si chiude con un finale che mozza il respiro, lasciandoci in trepidante attesa dei progressi della storia nel terzo capitolo di prossima uscita, Il cerchio di pietre.

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