Sturmtruppen La Raccolten vol. 10 – Recensione

Pubblicato il 7 Febbraio 2016 alle 11:30

Cosa succede quando Bonvi realizza le strisce di Sturmtruppen nel contesto caldo e arrabbiato delle proteste del settantasette? Di tutto, come scoprirete in questo volume della raccolta completa della più amata satira anti-militarista del fumetto italiano!

Che Bonvi fosse un artista scomodo è noto a tutti. Il geniale padre delle Sturmtruppen, infatti, con il pretesto dell’umorismo aveva sempre affrontato tematiche socio-politiche, dimostrando di possedere libertà di pensiero e di giudizio. Malgrado fosse di sinistra era pronto a prendere in giro anche quella particolare area politico-culturale se lo riteneva opportuno e la sua onestà intellettuale non è mai stata messa in discussione, nemmeno dai militanti di destra.

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Questa decima uscita della raccolta completa di Sturmtruppen include strisce ideate negli anni 1976/1977. Fu un periodo che definire caldo è un eufemismo. I conflitti sociali e politici erano arrivati a un livello preoccupante e la tensione era tangibile. In tale contesto Bonvi continua a ideare gag divertenti che sfottono la guerra e i concetti di patriottismo ed eroismo e non mancano le consuete frecciate nei confronti del nazismo, rappresentato dai soldatini che si esprimono in ‘tedeschese’, e del fascismo simboleggiato dal prode alleato Galeazzo Musolesi.

Ma c’è di più. Tra le varie attività di Bonvi di questo specifico momento va ricordata la sua collaborazione con la famigerata Radio Alice di Bologna. Il cartoonist raccontò in una serie di trasmissioni tutto ciò che avveniva tra gli studenti contestatari dell’ateneo bolognese e le forze dell’ordine. Ciò si riflette sulle strisce delle Sturmtruppen.

Apparentemente tutto sembra come sempre. Ci sono i soliti soldati farseschi coinvolti in situazioni assurde e paradossali e i superiori pronti a dare ordini insensati. Non manca Galeazzo Musolesi che tenta costantemente di evitare qualunque missione pericolosa e arrivano nuovi, spassosi personaggi come l’Eroiken Portaordini che ha il compito di consegnare messaggi con esiti catastrofici. Ma non è lui il character più significativo.

L’attenzione di Bonvi infatti si concentra su Heinz l’Autoriduktoren, ennesima geniale creatura di Bonvi. E’ un rivoluzionario che mette in discussione l’autorità dei superiori e, almeno all’inizio, costringe i suoi compagni ad autoridursi il rancio e a fare allucinanti autogestioni come forma di protesta. Con Heinz Bonvi allude proprio ai giovani contestatori, in fondo considerati ingenui e legati a utopie irrealizzabili. Ma il fatto peggiore è un altro: Heinz in realtà rende più difficile e spiacevole la vita dei soldati e i superiori lo tollerano perché, in definitiva, lo considerano un ottimo alleato.

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Il messaggio di Bonvi è chiaro: la contestazione extraparlamentare è inutile e serve lo status quo. E’ sostanzialmente funzionale al potere. Non si tratta di una critica di poco conto, specialmente se ricordiamo in quale clima venne formulata. Anche in questo caso, quindi, Bonvi dimostrò di non farsi influenzare da nessuno.

Lette a tanti anni di distanza, queste strisce risultano di una contemporaneità incredibile e i disegni sono valorizzati da una plasticità e da un dinamismo indiscutibili. Abbiamo dunque senz’altro a che fare con una delle uscite più importanti di Sturmtruppen La Raccolten.

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