Morgan Lost n.4: La rosa nera – Recensione

Pubblicato il 27 Gennaio 2016 alle 14:20

Dopo avercelo presentato nel primo atto della saga torna Wallendream, con le sue  rose nere e una storia da raccontare.
ATTENZIONE, IL SEGUENTE ARTICOLO POTREBBE CONTENERE ALCUNI SPOILER RIGUARDANTI STORIA E PERSONAGGI.

“Porta aperta…non è mai un bel segno”

Già prima dell’uscita del numero 4, “La rosa nera”, sapevamo che sarebbe stato un numero importante ai fini della continuity: avremo visto il ritorno di Wallendream, villain già accennato nei primi due numeri.

Protagonista indiscussa è Pandora Stillman, criminologa amica stretta di Morgan, perseguitata dal già citato serial killer. Perversamente innamorato di lei, Wallendream è un individuo disturbato, sadico e psicotico che si lascia dietro una lunga serie di omicidi con un inquietante particolare: a tutte le sue vittime lascia una rosa nera infilata in gola.

Dunque già dalle prime pagine veniamo proiettati direttamente nell’azione senza troppe presentazioni con un dirigibile in fiamme che precipita in direzione del centro urbano con scene d’impatto che bucano la carta (nella seconda vignetta di pagina 10 sembra di esserci dentro quell’appartamento) e che ricordano vagamente alcune scene di Jurassic Park o la famosa sequenza a bordo del treno deragliato del videogioco Uncharted 2.

Subito dopo ci ritroveremo a casa della fascinosa Pandora, resa ancora più bella dai disegni della Romeo, alle prese con l’ennesima rosa nera ricevuta dal già citato serial killer. La donna perseguitata da continui incubi e malesseri si sottoporrà a sedute di ipnotismo per cercare di ricordare quel qualcosa che ancora le sfugge scoprendo particolari inquietanti e sinistri ormai sopiti.

Particolari raccapriccianti e “violenti” potremmo dire, che nessuna donna vorrebbe mai aver vissuto e men che meno ricordare; in realtà il tema è particolarmente scottante e il nostro plauso va agli autori per come è stato gestito con intelligenza e accortezza. Sta a ognuno decidere come affrontare la cosa durante la lettura ma le pagine 25-26 sono un pugno nello stomaco che si sia donne o uomini.

L’albo, e in generale la serie per ora, porta avanti questo tema  ricorrente della persecuzione che sfocia in ossessione e che in questo caso viene impersonata da questo sinistro individuo dal lungo naso rosso sporgente a forma di becco ma non solo, perchè la storia si pone come denuncia di questa piaga sociale sempre più attuale ed è una gran cosa che anche il fumetto arrivi finalmente a toccare l’argomento.

E lo fa soprattutto senza fare l’errore di cadere nel troppo ovvio buonismo di sorta ma trasmettendo quel giusto livello di angoscia e senso di inquietudine per quanto appena visto e con un personaggio femminile ottimamente tratteggiato, e questo non solo ora ma fin dal primo numero, e cazzuto al punto giusto nella sua reazione nel corso della storia; sì, amiamo Pandora e vogliamo vederla sempre di più tra le pagine di Morgan Lost perchè è un personaggio che ha dato tanto e continua a dare al protagonista.

Altro aspetto ricorrente nella storia è il sempre affascinante tema del doppio con tutti i rimandi alla letteratura di genere e quindi a un Dorian Gray, un Dottor Jakyll e il Signor Hyde senza dimenticare pellicole cult come Fight Club o Shining che sicuramente danno un’idea del perverso gioco che si svolge nella mente di Wallendream che altro non è che una proiezione dovuta alla sua difficile infanzia, infatti sono le orribili scene a cui ha dovuto assistere da bambino che lo hanno trasformato nel mostro che è oggi.

L’azione in questo numero è serrata, non c’è molto tempo per le riflessioni ma anzi gli autori operano continui tagli da un scena all’altra come nel migliore dei thriller psicologici sullo sfondo della città di New Heliopolis, per poi giungere al rocambolesco finale a metà tra il reale e l’onirico, con Morgan che entra ed esce dalle pagine in maniera sensata alternandosi ai suoi comprimari e introducendone altri. Bella la “scena post-crediti”.

Molto buoni nel complesso i disegni di Val Romeo che riesce a rappresentare alla grande le diverse situazioni del numero.

Infine un ringraziamento da parte del sottoscritto e della redazione di Mangaforever agli autori per la citazione riportata nell’editoriale di questo numero.

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