Recensione: Guin Saga – I Sette Stregoni vol. I (di III)

Pubblicato il 25 Gennaio 2011 alle 11:34

Autori: Kaoru Kurimoto (storia), Kazuaki Yanagisawa (disegni).
Casa editrice:
Ronin Manga.
Provenienza:
Giappone.
Prezzo:
6,90 Euro.
Note: 180 pagine (160 di fumetto), b/n, formato 21×15.


Guin Saga è una vastissima epopea heroic fantasy di ben 126 romanzi e 21 spin-off, alcuni pubblicati in Italia dall’Editrice Nord tra il 2005 e il 2007 (“L’Uomo Leopardo”, “Il Guerriero”, “La battaglia di Nospherus”), che ha come protagonista un uomo con la testa di leopardo che non ha memoria di chi sia veramente così come del suo passato; ambientata in universo medievaleggiante e barbarico che nulla ha da invidiare a quello del Conan di Robert E. Howard, ha avuto in patria (e anche all’estero) un successo clamoroso e longevo iniziato addirittura nel 1979 (!) che può contare su 28 milioni di lettori nel mondo e vantare un’influenza su moltissimi autori del Sol Levante, primo fra tutti Kentaro Miura e il suo Berserk.

L’autrice, Kaoru Kurimoto, è purtroppo mancata nel 2009 per un tumore fulminante a soli 56 anni, lasciando anche alcuni nuovi romanzi incompleti, ma ormai il personaggio si può dire viva di vita propria, essendo negli ultimi anni approdato anche sugli schermi televisivi con una serie a cartoni animati di 26 episodi e al medium cartaceo con alcune trasposizioni fumettistiche; si, alcune, perché “I Sette Stregoni” non è l’unica versione manga a riproporre alcuni capitoli della lunghissima saga dell’uomo leopardo, anche la Panini ne ha pubblicata una nel 2009, a partire da luglio, terminandola però dopo cinque uscite bimestrali con una sesta nel dicembre 2010, ovvero dopo l’uscita di tutti e tre i volumi della Ronin, che ha debuttato (tra gli altri titoli) proprio con questo nel maggio 2010.

Le due edizioni hanno finito quindi per sovrapporsi nelle uscite, cosa in effetti che potrà sembrare strana, oltretutto per ovvi motivi la Ronin non fa menzione dell’altra storia presentata dalla Panini (e viceversa), lasciando i lettori con legittimi dubbi sulle connessioni tra le due e sulla necessità eventualmente di leggere prima una o l’altra; per fortuna le cose non sono così complicate, i due editori italiani rispecchiano i due diversi editori giapponesi, la Jive per quanto proposto da Panini (coi disegni di Hajime Sawada) e la Media Factory per la Ronin, inoltre non è necessario aver letto quella Panini anche se quest’ultima parte dagli albori del personaggio, quando si risveglia senza memoria ignaro di cosa gli sia capitato, viene fatto prigioniero e inizia una lunga lotta nelle lande di Nospherus per la propria vita e libertà, ancora lontano dall’essere sovrano di Cheironia come appunto in “I Sette Stregoni”.

Semplicemente le due saghe sono due tasselli completi della più ampia Saga di Guin, leggibili tranquillamente a sé stanti, semmai la versione Panini offre un’edizione per carta e stampa decisamente più scarsa, seppure con una parte grafica abbastanza buona, magari con qualche sbavatura di troppo nel tratteggio dei protagonisti (fermo restando che comunque l’autrice in entrambi i casi è la stessa); tutt’altra musica per questi volumetti della Ronin, editorialmente parlando senza nulla da eccepire, e con una saga forse narrativamente più vibrante che non la precedente, dove le atmosfere cupe erano oltretutto più sfumate.

Il Regno di Cheironia infatti è minacciato da forze oscure, una pestilenza mortale ha colpito la sua capitale, Cylon,  portando molti abitanti a uccidere anche i propri figli per bagnarsi nel loro sangue al fine di curarsi; a Guin non resta che cercare aiuto dai maghi più potenti, tutti abitanti nel vicolo maledetto di Talidd, un vicolo che dà su più di una dimensione.

Il sinistro passaggio lo porterà a incontrare mostruose creature e streghe lascive oltre forse ad alcuni alleati, ma soprattutto al responso di un mago decapitato che svelerà il volto, o uno dei volti, del nemico (un mostruoso Tirannosauro dallo sguardo psicopatico!); ma la minaccia è ben lungi dall’essere sconfitta, il cielo stesso infatti si tramuta ben presto in un volto diabolico che reclama lo stesso sovrano di Cheironia come vittima designata per fermare la pestilenza (in uno stile che ricorda da vicino, manco a dirlo, quello dei Cinque della Mano di Dio di Berserk).

La storia, pur essendo solo al primo volume, scorre veloce, i personaggi sono ben caratterizzati nonostante il ritmo sia sostenuto, ma soprattutto si respira un’atmosfera cupa e via via sempre più inquietante e claustrofobica che da sola varrebbe la lettura, riuscendo evidentemente a catturare parte della grandezza e della bontà del romanzo originale; disegni molto curati, dettagliati e dinamici, ottimi anche nel descrivere i vari scenari e personaggi fantastici che man mano si presentano (e forse paradossalmente, un po’ debitori verso lo stesso Miura, ma il contesto che si vuole creare in fondo è lo stesso), semmai rimane il tormentato protagonista che finora non ha potuto mostrare granchè, in quanto ancora intento a reagire senza sosta all’oscura minaccia senza poter sferrare una vera offensiva, ma siccome le ombre sul futuro si fanno sempre più oscure, la sua reazione non si farà certamente aspettare ancora per molto.


Voto: 7 e 1/2

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