Recensione Gray City – Renoir Comics

Pubblicato il 15 Novembre 2010 alle 08:00

Autore: Jung-Hyun Uhm
Editore
: Renoir Comics
Provenienza
: Corea
Prezzo
: € 5,90 cad. – 2 volumi


La ventiquattrenne Yun-Ook è una giovane disegnatrice con un urgente bisogno di racimolare qualche soldo in più. Decide così di affittare una stanza, ma trovare un coinquilino non è impresa facile, finchè alla sua porta bussa il misterioso Bum-Moo.

Comincia quindi una convivenza impacciata e goffa, all’insegna dell’incontro-scontro tra l’apparente spensieratezza di Yun-Ook e la tranquilla malinconia di Bum-Moo. Il legame tra i due protagonisti finisce lentamente per rafforzarsi, finchè il passato dietro cui entrambi si sono barricati troppo a lungo non irrompe nuovamente nelle loro vite gettando nuova luce sul presente e dando forma ad un nuovo futuro.

Renoir Comics propone in Italia Gray City, delicato manhwa in due volumi, scritto e disegnato da Jung-Hyun Uhm.

Quest’opera dimostra come i consolidati topoi del genere sentimentale possano essere rinnovati con pochi semplici accorgimenti, dando nuova linfa a situazioni già ripetutamente sfruttate, come il tema della convivenza forzata tra personaggi dalle caratteristiche molto diverse.

Il tratto della Uhm è sporco e spesso, e ha poco a che vedere con le linee sottili e aggraziate cui ci hanno abituato le grandi mangaka shojo del Sol Levante. Il risultato però non è affatto da meno, anzi, costituisce un’interessante rottura con i canoni grafici predominanti nel genere. Non mancano tuttavia gli essenziali punti di forza di questo tipo di storie: i grandi occhi e l’attenzione ai dettagli.

Ciò che però distingue il disegno della Uhm è, appunto, uno stile grafico leggero, che si riflette nelle figure affusolate e nei lineamenti del viso quasi scarabocchiati, ma estremamente espressivi, in grado quindi di far trasparire efficacemente la malinconia di Bum-Moo o l’indole irrequieta di Yun-Ook.

La maniacale attenzione per i vestiti e gli accessori emerge esclusivamente nelle illustrazioni di copertina e in quelle sparse all’interno degli albi, a favore di una maggiore semplicità nei disegni che occupano le tavole. Interessante la scelta di utilizzare immagini in negativo tra un capitolo e l’altro.

L’uso dei retini è piuttosto limitato, per dare spazio a chiaroscuri intensi che caratterizzano principalmente le figure umane, facendole emergere su sfondi  neutri o accurati, ma che non sovrastano mai i protagonisti.

La stessa strutturazione delle tavole rispecchia questo stile, optando per una costruzione di ampio respiro, con numerose vignette di grandi dimensioni, disposte in modo tale da portare l’occhio del lettore a soffermarsi sempre sui personaggi. Anche la regia privilegia questo aspetto, con frequenti campi-controcampi che inseguono le reazioni dei protagonisti nei vari contesti.

Il risultato finale è una grande leggibilità delle tavole, che scorrono facilmente, grazie anche alla scelta di impiegare un numero ristretto  di situazioni e di personaggi, tra loro facilmente distinguibili.

Sullo sfondo della città grigia e indifferente che dà il titolo all’opera, le individualità dei protagonisti emergono fortemente, non solo a livello grafico, ma anche caratteriale. In un’atmosfera generale ovattata che dà l’impressione che tutto si muova al rallentatore, Yun-Ook e Bum-Moo sembrano essere le uniche figure in movimento, anche se, isolate dal resto, non dimostrerebbero in sè particolare originalità. Ben inserite anche le gag in stile deformed, che peraltro riguardano quasi esclusivamente Yun-Ook, in coerenza con la sua personalità.

Da apprezzare inoltre il fatto che l’autrice non esasperi mai i tormenti interiori dei due ragazzi, limitandosi a mettere in luce solo gli elementi di maggiore difficoltà che si presentano nella loro relazione.

L’edizione italiana è ben confezionata, con sovraccoperta, rilegatura solida, carta bianca resistente, inserti a colori. Ben adattati i testi, scorrevoli e comprensibili. Nel complesso, il rapporto qualità-prezzo è proporzionato.

In conclusione, “Gray City” è una lettura piacevole, che vale la pena affrontare per il perfetto equilibrio creato dall’incastro dei vari elementi che la compongono e che danno vita ad un’atmosfera poetica che riesce a non scadere in una serie di inutili struggimenti.


VOTO: 8+

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