Lo Svedese di Christophe Gaultier – Recensione Coconino

Pubblicato il 15 Luglio 2013 alle 11:00

Arriva l’adattamento fumettistico di un racconto del grande romanziere americano Stephen Crane: Lo Svedese! Non perdete questo gioiello scritto e disegnato da Christophe Gaultier! Mistero, suspense e atmosfere tenebrose in un volume targato Coconino Press!

Lo Svedese

Autore: Christophe Gaultier (testi e disegni)

Casa Editrice: Coconino Press

Genere: Thriller

Provenienza: Francia

Prezzo: € 17,50, pp. 100, col.

Data di pubblicazione: giugno 2013

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Stephen Crane è uno scrittore che ha lasciato il segno nella storia della letteratura angloamericana ed è in prevalenza ricordato per The Red Badge of Courage, drammatico romanzo ambientato durante la Guerra di Secessione che secondo una scuola di pensiero diede inizio alla voga della narrativa pacifista e anti-militarista divenendo punto di riferimento per scrittori che successivamente realizzarono opere dagli intenti e dalle tematiche analoghe, come per esempio Ernest Hemingway e Norman Mailer. Crane affrontò spesso argomenti controversi, denunciando le devianze della società del tempo e tra le altre sue opere possiamo pure ricordare Maggie che ha a che fare con la piaga scottante della prostituzione.

Crane è stato prolifico e la prova è data dalle sue numerose short stories. Molte di esse si prestano a un adattamento fumettistico e Lo Svedese, pubblicato da Coconino Press, lo prova. Scritto e disegnato dal bravo Christophe Gaultier, il libro è suggestivo e certamente affascinerà gli estimatori del fumetto di area bd. Peraltro Gaultier ha già svolto operazioni analoghe rivisitando classici come Robinson Crusoe e il Fantasma di Canterville.

Sin dal principio Gaultier ci conquista con un’ambientazione notturna, intimidente, degna di un romanzo gotico. In una notte nevosa di tempesta, in una desolata cittadina del Nebraska del 1898, uno strano individuo trova rifugio in una locanda. È straniero, probabilmente svedese, e si comporta in maniera bizzarra con i gestori dell’albergo e i pochi avventori. Particolare non di poco conto: è convinto, e lo dice ad alta voce, che verrà ucciso proprio lì dentro. Tutti lo considerano squinternato e in effetti gli atteggiamenti sembrerebbero dimostrarlo. Ha improvvisi scatti di nervosismo ma poi diventa una persona confusa e intimorita.

E l’ambiguità prevale, dal momento che anche il proprietario dell’albergo è indecifrabile e forse nasconde qualcosa di losco. Lo stesso vale per il figlio. Gaultier costruisce con abilità magistrale un senso di tensione crescente e la suspense è dominante. L’ambiente angusto, claustrofobico e oscuro dell’albergo è angosciante e ogni cosa evoca ostilità sia che si tratti degli occhi freddi di un gatto nero che degli sguardi del gestore e dei suoi ospiti o dei gesti imprevedibili dello svedese. E ci sono misteri ed enigmi che non verranno spiegati, rimanendo aperti a una miriade di interpretazioni, in ossequio alla prevalente ambiguità da me evidenziata.

Lo Svedese è un thriller psicologico e al senso di ansia contribuisce la scarna sinteticità dei dialoghi. Diverse tavole sono inoltre senza testo e si affidano esclusivamente alla potenza espressiva dei disegni. E dal punto di vista grafico il libro è una pietra miliare. Gaultier opta per colori scuri raffigurando con raffinatezza le lande ricoperte dalla neve, gli interni dell’albergo a malapena illuminati dalla fioca luce delle candele e in molte pagine, abbellite da lievi tratteggi, si notano echi dell’arte impressionista con figure parzialmente delineate, come avvolte da un velo di nebbia.

Ci sono altresì delicati contributi pittorici che impreziosiscono ulteriormente la graphic novel. Sono comunque evidenti i rimandi all’arte dei primi del Novecento, a cominciare, appunto, dalla corrente dell’impressionismo; ma non sono trascurabili le suggestioni mutuate dalla fotografia di Man Ray e in generale surrealista e dal classico cinema horror e noir. Vengono in mente i giochi d’ombra destabilizzanti di Fritz Lang, il Dracula con Bela Lugosi o certe pellicole anni trenta del maestro del brivido Alfred Hitchcock. Lo Svedese è un’ottima prova d’autore che può essere letta e apprezzata a vari livelli. Funziona come prodotto di genere, come ricerca estetica ed espressiva di indiscutibile sensibilità e pure come semplice interpretazione fumettistica di un racconto. La qualità è in ogni caso elevata.


Voto: 8

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