Orlando Curioso e il segreto di Monte Sbuffone | Recensione

Pubblicato il 18 Aprile 2017 alle 10:00

Con l’etichetta BaBao – destinata dalla Bao Publishing ai lettori più giovani – esce il fumetto di Teresa Radice e Stefano Turconi: Orlando Curioso e il segreto di Monte Sbuffone, un fumetto che rapisce i più piccoli e fa rivivere di ricordi i lettori più grandi.

Quando un fumetto riesce con poche pagine a catturare l’attenzione del lettore, vuol dire che il lavoro svolto per raggiungere tale risultato è stato ottimo.

È quello che Teresa Radice e Stefano Turconi (rispettivamente sceneggiatrice e disegnatore) hanno fatto con il  piccolo, semplice e quasi perfetto Orlando Curioso e il segreto di Monte Sbuffone, una breve storia a fumetti nel quale l’omonimo protagonista decide di avventurarsi alla scoperta del mistero del vulcano sito nell’isola nella quale abita, con l’obiettivo di capire da dove esce tutto quel fumo.

Dopo il successo avuto con “Il porto Proibito”, i due autori tornano a rivolgersi al mondo dei più piccoli come già abituati grazie alla loro esperienza sulle pagine di Topolino.

La trama che la Radice riesce a mettere su carta è lineare e semplice; l’autrice riesce ad adattare la sua penna al pubblico più esigente e difficile da accontentare: i bambini.

Sono loro infatti i fuitori che quest’opera vuol raggiungere. Non si fa per nulla fatica a seguire la storia che, nonostante sembri in qualche punto davvero troppo “infantile” riesce comunque ad attirare anche i lettori più esperti.

“Orlando Curioso e il segreto di Monte Sbuffone” non si pone l’obiettivo di celare qualche forma di metafora da rapportare al mondo degli adulti, è un fumetto per bambini che non ha pretese di insegnare qualcosa anche ai più grandi e per questo resta ancorato all’idea iniziale degli autori senza discostarsi dall’obiettivo finale che è quello di far divertire i più piccoli.

Il tutto è anche testimoniato dai disegni e dai colori di Stefano Turconi.

Già la scelta di usare il colore è di per sé indicativa: il bianco e nero non si adatta molto ad un pubblico così giovane e l’uso dei pastelli sembra quasi richiamare quei ricordi, a volte così vividi dei banchi di scuola.

Un fumetto che solo apparentemente sembra facile da realizzare, ma nasconde un lavoro ben studiato perché per raggiungere un’immediatezza così leggera e piacevole, gli autori hanno davvero lavorato su ogni singola parola e tratto.

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