Wonder Woman 2 – Rinascita DC [Recensione]

Pubblicato il 13 Febbraio 2017 alle 10:00

La Rinascita inizia davvero per Wonder Woman! La Principessa Amazzone si reca in Africa per scoprire sé stessa ma il pericolo è in agguato! In appendice, le vicende della letale Poison Ivy si tingono di giallo e diventano coinvolgenti!

Recensendo il primo numero della nuova testata quindicinale di Wonder Woman, l’avevo definita la più debole tra quelle appartenenti all’operazione Rebirth. Nel corso degli ultimi cinque anni, infatti, la serie della Principessa Amazzone, specialmente grazie a Brian Azzarello, aveva avuto caratteristiche originali e peculiari.

Ora però tutto è cambiato e Diana sembra essere ritornata, almeno all’apparenza, la guerriera forte e aggressiva del periodo precedente il New52.

Nel numero scorso era stato pubblicato lo special Rebirth a lei dedicato e in questa seconda uscita inizia la serie regolare. A scrivere Wonder Woman n. 1 è Greg Rucka, scrittore che spesso ha avuto a che fare con personaggi femminili. La situazione di Diana è piuttosto complicata, nel senso che non ha le idee chiare sulle sue origini e sarà questo l’elemento preponderante delle trame.

Il nuovo corso è stato concepito da Rucka in questo modo: si compone di due story-arc paralleli. Il primo, intitolato Le Bugie, è ambientato nel presente del DCU ed è incentrato su Diana in cerca di sé stessa; il secondo, invece, dal titolo Anno Uno, si colloca nel passato e, a quanto è dato capire, riproporrà le origini dell’eroina in una nuova versione. Il primo story-arc apparirà nei numeri pari del quindicinale e il secondo in quelli dispari.

Come si può intuire, Rucka ha costruito la serie in maniera cervellotica e macchinosa. In questa storia d’esordio, non accade molto ed è difficile esprimere un giudizio. Diana si trova nel cuore dell’Africa, in cerca di una vecchia avversaria, per ragioni che saranno chiarite nei prossimi numeri.

L’autore ha poi ripescato Steve Trevor che ora lavora per una sezione segreta dell’esercito americano, guidata da Etta Candy, altro classico comprimario delle vecchie serie, che qui sembra una specie di Amanda Waller.

Lo ripeto. L’episodio è esile ma, tuttavia, una certa curiosità la suscita ed è indubbiamente migliore dello speciale Rebirth, anche perché a illustrarlo c’è il bravissimo Liam Sharp che raffigura una Wonder Woman carismatica e statuaria e il cui stile plastico e dinamico gli consente di realizzare lay-out di notevole impatto visivo.

L’albo si conclude poi con il n. 2 di Poison Ivy: Cycle of Life and Death, dedicata alla splendida avversaria di Batman. Nel primo capitolo non era facile capire dove volesse andare a parare la sceneggiatrice Amy Chu ma ora le cose si fanno più chiare.

La trama infatti assume le caratteristiche di un thriller, con un omicidio e un colpevole da individuare. Poison Ivy, quindi, agisce come una detective, meno analitica del Cavaliere Oscuro e più impulsiva. Nel complesso, la storia è coinvolgente e i testi e i dialoghi della Chu sono validi.

I disegni di Clay Mann sono efficaci e funzionali. Il penciler è bravo ma a volte rifinisce poco i personaggi e di conseguenza il risultato complessivo è altalenante.

Riesce però a evocare alla perfezione l’allure sensuale di Pamela Idley. In definitiva, il comic-book di Poison Ivy si fa leggere con piacere e non è un dettaglio trascurabile.

Per il momento, però, posso solo dare poco più di una sufficienza alla testata italiana di Wonder Woman. In ogni caso, lo ribadisco, questa seconda uscita è preferibile alla precedente. A voi la decisione se provarla o no.

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