The Books of Magic: la recensione del ritorno della serie Vertigo

Pubblicato il 24 Ottobre 2014 alle 16:30

Ritorna Tim Hunter, il giovane mago inventato da Neil Gaiman, con gli episodi inediti d Books of Magic, serial Vertigo scritto da Peter Gross e illustrato da numerosi disegnatori! Cosa succede a Tim quando dovrà confrontarsi con i suoi doppi provenienti da altre dimensioni? Scopritelo in questo tp!

books_of_magic_cover

Il riscontro di Sandman di Neil Gaiman suscitò l’interesse dei lettori nei confronti del lato mistico/esoterico dell’Universo DC, tanto che la casa editrice consentì all’autore britannico di proporre una miniserie, The Books of Magic, in cui apparvero tutti i personaggi magici allora esistenti. Il protagonista era il giovane Tim Hunter, un ragazzino destinato a diventare lo stregone più potente del mondo. In un certo qual modo, Tim fu una specie di antesignano di Harry Potter e John Bolton lo illustrò con le fattezze di suo figlio. Guidato da John Constantine, lo Straniero Fantasma, il Dr. Occult e Mr. E, Tim scopriva quindi la stregoneria. La miniserie ebbe successo e quando Karen Berger varò la divisione Vertigo, decise di dare il via a una serie regolare incentrata su di lui.

Il comic-book si è da tempo concluso ma ci sono ancora episodi inediti e la Lion inizia ora a tradurli. In questo tp sono inclusi i nn.57-61 della testata originale nonché il terzo annual della serie e, come avrete modo di scoprire, è qui che lo status di Tim subisce cambiamenti. Bisogna specificare che Books of Magic è stato un serial intrigante ma ostico e macchinoso e coloro che non hanno mai avuto modo di leggerlo forse faranno fatica a comprendere questo specifico story-arc.

Da tempo si era chiarito che esistono molti doppi di Tim Hunter in innumerevoli dimensioni e alcuni sono malvagi. Il più importante è l’Altro che ha raggiunto la nostra realtà e ha pessime intenzioni nei confronti di Tim. Ad assistere l’eroe c’è Thomas Currie, un mago che era il mentore dell’Apritore, ennesima versione di Tim ormai morta. E la situazione del protagonista non è affatto rosea. Suo padre, infatti, ha perso la seconda moglie e nemmeno lui se la passa bene. Per giunta, il fratellastro di Tim, l’infido Cyril, potrebbe dargli parecchio filo da torcere. E come se non bastasse, la ragazza di Tim, Molly, è scomparsa e lui non ha più poteri magici.

La story-line è scritta da Peter Gross che si occupa pure delle matite di alcuni episodi e l’autore delinea una story-line interessante ma non troppo coinvolgente, spesso lenta e a tratti noiosa. La sequenza potrà comunque piacere ai fan delle atmosfere fantasy di impronta Vertigo ma un’impostazione meno verbosa e ridondante avrebbe giovato alla trama. Il tratto di Gross, inoltre, rivela qualche incertezza e lo stesso vale per Temujin che illustra un paio di episodi, malgrado entrambi dimostrino inventiva nella composizione della tavola.

Il terzo annual è scritto da Gross ed è composto da sequenze imperniate sulle varie versioni di Tim presenti nell’universo. Ma alcuni capitoli sono firmati da John Ney Rieber e soprattutto da Mark Millar che fornisce il contributo più graffiante della raccolta. L’irriverente scozzese fa una satira acida e impietosa di Batman e dei Teen Titans utilizzando come pretesto il giovane Tim e scrivendo testi sarcastici e aggressivi. L’annual è valorizzato da numerosi penciler e tra essi spiccano l’oscuro Kelly Jones, l’ombroso John Totleben e l’elegante Phil Jimenez. Nel volume sono poi incluse alcune back-up stories ambientate nel mondo di Fairie. A scriverle è Bronwyn Carlton che delinea vicende fantasy collocate in un contesto narrativo importante per Tim Hunter. Il volume, però, è senza infamia e senza lode e, lo ripeto, potrà risultare di difficile lettura per coloro che non conoscono a fondo il personaggio. E se da un lato la Lion fa bene a concludere una serie ancora parzialmente inedita in Italia, farebbe altresì buona cosa a ristampare le storie a suo tempo tradotte da Magic Press.

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