Abbiamo Perso La Guerra Ma Non La Battaglia: recensione

Pubblicato il 11 Marzo 2014 alle 09:15

Che succede quando uno dei registi più visionari del mondo del cinema decide di realizzare una storia a fumetti? La risposta è semplice: il risultato è Abbiamo Perso La Guerra Ma Non La Battaglia, deliziosa graphic novel scritta e disegnata da Michel Gondry!

Abbiamo Perso La Guerra Ma Non La Battaglia_COVERAbbiamo Perso La Guerra Ma Non La Battaglia

Autore: Michel Gondry (testi e disegni)

Casa Editrice: Bao Publishing

Genere: Umoristico

Provenienza: Francia

Prezzo: € 12,00, 21 x 30, pp. 40, col.

Data di pubblicazione: giugno 2013

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Che Michel Gondry sia uno dei registi più visionari e talentuosi del panorama cinematografico internazionale è risaputo ed è sufficiente aver visto L’Arte del Sogno, giusto per citare una delle sue pellicole più note, e i videoclip realizzati per artisti del calibro di Bjork, i Foo Fighters o i Chemical Brothers per capirlo. Gondry fa parte di quella particolare categoria di creativi coinvolti in svariate forme espressive. È musicista, attore e tra le altre cose non disdegna di realizzare fumetti quando ne ha l’occasione.

E questo delizioso Abbiamo Perso La Guerra Ma Non La Battaglia lo dimostra. Di primo acchito, si può affermare che è rubricabile nel genere umoristico e certamente lo humour è l’elemento più importante della story-line. Ma significherebbe sminuire l’opera che non si limita ad essere una sarabanda di situazioni e gag al limite dell’assurdo. Non manca infatti la satira. E nemmeno i particolari visionari, in linea con la produzione filmica di Gondry, latitano. Fondamentalmente la graphic novel è un’incisiva presa in giro della guerra, dell’istinto bellico del genere umano e, last but not least, degli ambienti militari.

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La trama inizia quando in Francia il servizio militare era obbligatorio e molti giovani, analogamente ai loro coetanei italiani, consideravano (giustamente) quell’esperienza una perdita di tempo. Gondry introduce quattro amici che sono riusciti ad evitarlo, chi fingendosi pazzo, chi malato e così via. Ma quindici anni dopo le cose cambiano: vengono contattati dalle autorità che hanno scoperto l’inganno, imponendo loro di assolvere agli obblighi di leva. Ma i poveretti si sono sposati, lavorano e uno è addirittura morto.

Tuttavia, con il tipico stile paradossale che contraddistingue Gondry, i tre recuperano lo sfortunato, dissotterrandone il cadavere, e costui, in qualità di farsesco scheletro, si unisce suo malgrado alla combriccola. Rassegnati, si presentano al distretto militare ma la situazione precipita poiché la Francia deve all’improvviso affrontare una terribile invasione comunista, rappresentata da procaci valchirie che non si fermeranno di fronte a nulla pur di soggiogare i nemici. E se le valchirie vincessero?

Gondry si sbizzarrisce con idee dissacranti, denunciando l’ottusità dei generali e l’inettitudine dei governanti con uno spirito che può far pensare, facendo i debiti distinguo, a certe invenzioni dei Monty Python senza risparmiare nessuno. Al di là dell’umorismo, comunque, l’autore descrive la guerra come il trionfo della morte, con corpi smembrati e insanguinati, in uno stile splatter rivisto e corretto da una sensibilità slapstick. Di conseguenza, la storia può essere letta e interpretata a più livelli e cioè come un divertissement in grado di suscitare allegria ma pure come pretesto per riflettere su problematiche complesse e poco rassicuranti.

Abbiamo Perso La Guerra Ma Non La Battaglia 02

Quanto ai disegni, Gondry opta per uno stile non realistico con influssi cartoon; ma non sono trascurabili le suggestioni quasi underground che di tanto in tanto emergono nelle vignette, specialmente per quanto riguarda la rappresentazione dei personaggi inseriti nel loro disordinato contesto quotidiano. La maggior parte delle tavole ha una costruzione a sei vignette, piuttosto tradizionale, ma la fluidità dello story-telling è indiscutibile e vanno lodati i colori vivaci che trasmettono un senso di dinamismo intrigante.

Generali che si concedono sesso orale con avvenenti massaggiatrici, ragazzini che accarezzano peni enormi trovati in strane caverne, Johnny Halliday Presidente della Repubblica che si sposta con una scrivania volante, bambini costretti a frequentare scuole di fumetto: sono solo alcune delle irresistibili stravaganze che troverete in Abbiamo Vinto La Guerra Ma Non La Battaglia: la dimostrazione della versatilità di quel pazzo artista che risponde al nome di Michel Gondry.

Voto: 7

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