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Studio Ghibli: quale film ha quasi mandato in bancarotta lo studio?

Marco Strignano 15/04/2025

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Fondato nel 1985, lo Studio Ghibli è uno degli studi di animazione giapponesi più iconici in patria e in tutto il mondo. È noto per le sue splendide animazioni, la ricca narrazione e il profondo impatto emotivo. Il marchio di fabbrica dello studio è l’animazione disegnata a mano con un’incredibile attenzione ai dettagli, che include paesaggi lussureggianti, movimenti fluidi e personaggi espressivi in ​​scene mozzafiato. Tuttavia, nonostante la sua eredità e il suo fascino globale, Ghibli ha attraversato diversi alti e bassi nel corso degli anni. Inizialmente lo studio ha faticato per anni prima di raggiungere una certa stabilità finanziaria. Ma la consacrazione è arrivata con la vittoria dell’Oscar con La città incantata del 2001.

Da allora, lo studio ha vissuto un periodo di transizione generazionale. Durante la produzione del film del 1997 di Hayao Miyazaki, La Principessa Mononoke, lo studio ha investito quasi ogni centesimo. È stata una scommessa enorme, ma ha dato i suoi frutti: è stato un grande successo e ha frantumato i record al botteghino in Giappone. Il film esplora il conflitto tra natura e progresso umano, un tema importante in Giappone. Secondo Vulture, l’animatore francese David Encasis ha condiviso la sua esperienza di lavoro con il team de La Principessa Mononoke e ha evidenziato le difficoltà affrontate da Ghibli.

Nel 1997, David Encasis, ex animatore Disney noto per opere famose “Pippo – Il film“, ha avuto l’opportunità speciale di imparare dai co-fondatori dello Studio Ghibli, Hayao Miyazaki e Isao Takahata. È ancora un animatore e insegna animazione alla Gobelins di Parigi. Come tutti, ha imparato tutto da zero, descrivendo la formazione come “esercizi con la palla che rimbalza e disegno delle mani”.

Encasis aggiunge: “In meno di tre mesi, ho imparato più che in tutti gli anni trascorsi alla Gobelins e alla Disney“. A un certo punto, voleva persino essere assunto da Ghibli, ma Miyazaki impose la condizione di imparare il giapponese. Ha spiegato anche che all’epoca, lo studio stava lavorando a La Principessa Mononoke, il suo progetto più ambizioso. Encasis racconta che quando ha visto la qualità dei disegni, ha capito che non ce l’avrebbe fatta. Ma si sono offerti di formarlo sotto la supervisione dei migliori animatori.

L’azienda investì così tante risorse nel film che Miyazaki affermò persino che non gli sarebbe importato se lo studio avesse fallito. Encasis sapeva anche che il film non avesse generato abbastanza incassi, Ghibli avrebbe chiuso. Pertanto, con le continue difficoltà dello studio, non era possibile assumerlo come animatore a pieno titolo, soprattutto perché non conosceva il giapponese e doveva lavorare con un traduttore per comunicare.

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